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Attualità

Roma Colli Aniene: emergenza sicurezza scuola

Mario Russo

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Molti edifici scolastici del quartiere versano in condizioni tali da comprometterne la sicurezza

 Necessità di interventi urgenti e improrogabili. Degrado frutto di “un’edilizia scolastica scellerata”. Fondi stanziati e mai arrivati a destinazione. Un mix che oggi mette a repentaglio la sicurezza di alunni, insegnanti e operatori di alcune scuole del quartiere Colli Aniene di Roma – zona tiburtino…

Molti edifici scolastici del quartiere versano in condizioni tali da comprometterne la sicurezza

 

Necessità di interventi urgenti e improrogabili. Degrado frutto di “un’edilizia scolastica scellerata”. Fondi stanziati e mai arrivati a destinazione. Un mix che oggi mette a repentaglio la sicurezza di alunni, insegnanti e operatori di alcune scuole del quartiere Colli Aniene di Roma – zona tiburtino. Uno stato di fatto che ha già compromesso il normale utilizzo di diversi spazi degli edifici scolastici.

Molte sono le organizzazioni, i comitati e le associazioni che operano nel quartiere. Tra questi soprattutto il Comitato di Quartiere Cittadini di Colli Aniene Bene Comune e l’associazione culturale Vivere a Colli Aniene che, con una lettera di “denuncia”, chiedono un nuovo incontro con i rappresentati delle Istituzioni interessate.

Senza esito sono stati gli incontri precedenti. “I nostri appelli non sono mai stati raccolti”, dichiarano i mittenti, denunciando il peggioramento della sicurezza degli edifici scolastici con ben quattro scuole con aree esterne inibite al transito per il pericolo di caduta di parti e/o frammenti di cemento o intonaco e altrettante interessate da crolli parziali dei controsoffitti.

Già in passato, nell’Istituto Balabanoff, su richiesta del Dirigente, erano intervenuti i Vigili del Fuoco che, di fronte all’accertato stato di pericolosità, avevano sollecitato misure di restrizione e prevenzione. Ma dopo un intervento minimo da parte della UOT (Unità Organizzativa Tecnica) del IV Municipio, che avrebbe dovuto avere come obiettivo la messa in sicurezza di alcune parti, resta il fatto che diverse aree dell’Istituto rimangono ancora interdette all’uso.

Un accesso agli atti effettuato dal Comitato di Quartiere Colli Aniene relativo all’acquisizione della documentazione storica sulle segnalazioni e sullo stato degli edifici che ospitano le scuole Materne e dell’Infanzia, Primarie e/o Secondarie di primo grado del quartiere di Colli Aniene, dimostra che l’Amministrazione municipale e l’UOT hanno emesso tutti gli atti di propria competenza. Ciò nonostante nulla si è mosso riguardo all’affidamento degli appalti, a motivo del fatto, sembra, che i finanziamenti deliberati non sono mai stati erogati. In particolare, viene riportato nella lettera, che i fondi destinati alla Scuola Balabanoff deliberati con DGC N 397 del 18.11.2013, per un importo pari a 274.763,60 euro, nonostante le rassicurazioni di Comune e Municipio che li promettevano entro il 2015, non sono mai arrivati a destinazione.

In un sopralluogo effettuato il 17-4-2013 presso la scuola elementare Balabanoff, con la commissione Scuole del IV Municipio e il Dipartimento Edifici Scolastici del Comune di Roma, riferisce il CdQ Colli Aniene, il Dott. Calogero Di Rocco, del Dipartimento Edilizia Scolastica di Roma Capitale, aveva definito edilizia scolastica scellerataquella realizzata a suo tempo nel quartiere di Colli Aniene.

Un dossier con la descrizione delle molteplici problematiche del quartiere, ivi compresa quella degli edifici scolastici, era stato consegnato il 29 febbraio 2016, dal CdQ al Commissario Tronca. Un dossier che accompagnava la richiesta di “immediati finanziamenti da erogare al Municipio IV, anche straordinari, al fine di poter effettuare le opere di manutenzione più urgenti per le scuole del quartiere di Colli Aniene e consentire agli studenti, agli insegnanti e a tutti gli operatori di poter utilizzare gli istituti scolastici in piena sicurezza.

“Edilizia scolastica scellerata” a suo tempo? Ma non è altrettanto scellerato, se non di più, lasciarli nello stato di abbandono e di degrado in cui versano per ricordarsene, magari, solo quando si sfiorano le tragedie?

La scuola, e i suoi edifici, sono lo specchio di una cultura, di una civiltà. Ma stando a questi fatti, comuni all’intero Paese, il nostro non è proprio un bel vedere.

Ciò nonostante ci auguriamo, magari grazie anche al nostro appello, che si passi rapidamente dal degrado della scuola a una “Buona Scuola”, ma di fatto e non di parola.

Direttore di Foritalynews, docente alla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, competenze in tecnologie della comunicazione audiovisiva e multimediale e nel marketing. Esperto in comunicazione istituzionale e comunicazione politica (almeno credevo! Vista l'anti-comunicazione attuale). Particolarità: non ho ancora deciso cosa farò da grande.

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Attualità

Sicilia vacanti Il primo album di Alessandro D’Andrea Calandra

Redazione Foritalynews

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S’intitola “Sicilia vacanti” il primo album dell’agrigentino Alessandro D’Andrea Calandra che con questo lp si affaccia nel modo discografico italiano. Lo fa con un disco scritto in dialetto, dando libero sfogo allo stile musicale che meglio definisce la sua terra natia. Un genere ethno-folk che risente della tradizione culturale siciliana, affondando le radici in un passato remoto fatto di storie da raccontare.

Storie vissute, ascoltate e che, nelle tracce di Sicilia vacanti, diventano quadri cangianti dai colori speziati, spargendo profumi antichi. Pregni di sapori atti a contraddistinguere un’epoca. Storie di immigrazione, di viaggi, di coraggio, di persone che affrontano disavventure ritrovando la loro terra o combattendo per essa.

I brani del nuovo album di Alessandro D’Andrea Calandra danno voce alle persone che nella sua Sicilia hanno vissuto e lottato in questi frangenti musicali. “Sicilia vacanti”; “Èuno”; “L’Isola di Allah”; “Danza saracina chista sira!”; “Federicu (gioia di lu munnu)”; “L’avemooh hoonkya dance”; “Cumpagna Luna”; “Cori fa’ la vovò”; “Si ‘u munnu fussi amuri”; “Cugliemuli sti spichi!” sono la tracklist di un “progetto d’amore”.

Le parole intersecano una musica soave ed etnica, capace di far viaggiare la mente dell’ascoltatore in quei meandri storici. Ci si addentra negli orizzonti dispersi di un passato lontano. Palermo, Agrigento, l’impero bizantino, i Saraceni. Immagini storiche che descrivono un mosaico di suoni pronto ad ergersi difronte a noi mostrando la realtà di un popolo caparbio. Un popolo fiero che ha messo le sue radici in quel tempo e che in quelle immagini rivede sé stesso.

Alessandro D’Andrea Calandra pubblica “Sicilia vacanti”. Un disco inedito fatto di canzoni che, prese nel loro insieme, diventano le splendide figure di unico quadro dipinto a mano dall’artista.

Segui Alessandro D’Andrea Calandra su FB / IG / TT / YT

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Attualità

Primavera, e la moda torna a scegliere il fiore

Da millenni l’abito femminile ha fatto proprio in varie forme questo delicato decoro

Gloria Gualandi

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I vestiti a fiori tornano protagonisti dei look di stagione. Lo segnala Elle, che parla di charme in boccio. Spiega che i vestiti ultra bouquet vanno arricchiti con camperos, tweed e accessori infiorettati a dovere.

La tendenza floreale della moda Primavera Estate sboccia sulle passerelle in uno spettro ampissimo che va dagli abiti stampati – come quello con gonna a corolla di Dior o la creazione Comme des Garçons – all’anturium dress di Loewe in cui l’abito è il fiore stesso. E poi – racconta ancora Elle – ecco vestiti con ricami e applicazioni floreali 3D dal rosso Bottega Veneta al nude dress in stile primavera botticelliana di Acne Studios fino ai boccioli décor che fioriscono sulle tote bag Prada: le collezioni Primavera Estate sulle passerelle interpretano cosi la tendenza floreale.

Guardando indietro nel tempo – come invita a fare dal canto suo Harper Bazaar – la tendenza a integrare i fiori di tessuto nel proprio guardaroba proviene dall’antico Oriente: 1500 anni fa le donne cinesi che frequentavano il Palazzo Imperiale si agghindavano i capelli con preziosi fiori in seta, poi la moda passò alla nobiltà cinese, al Giappone, alla Corea e, infine, grazie all’apertura di nuove rotte mercantili, approdò anche in Occidente. In Italia dei fiori di seta si iniziano ad avere tracce a partire dal XII secolo. Da qui viaggiarono per tutta Europa per poi mettere radici in Francia, prima di tornare a migrare verso l’Inghilterra e poi l’America. Per un po’ di tempo se ne persero le tracce, finché le rosette non iniziarono a comparire sulle scarpe della nobiltà del XVI e XVII secolo, quando l’aristocrazia le accompagnò con fiocchi e nastri sgargianti per decorare l’allacciatura. Godettero poi di un periodo particolarmente florido in età vittoriana, verso la fine del 1800: drammatici e intrisi di una bellezza decadente, i fiori di seta, soprattutto se tinti di nero, si sposarono bene con le atmosfere cupe del tempo e con la moda gotica che iniziò a mettere radici.

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Attualità

“Passioni in Fiera” un successo che cresce

Conclusa con grande successo la due giorni di eventi e di forti attrazioni nel Quartiere Fieristico aretino

Paolo Castiglia

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“Un viaggio nel tempo, con le testimonianze e gli oggetti del passato, e nel futuro con le innovazioni presenti in tutti i settori”. Per Ferrer Vannetti, presidente di Arezzo Fiere e Congressi la appena conclusa quarta edizione di “Passioni in Fiera” che ha catalizzato l’attenzione generale nello scorso weekend, è stata per le famiglie, gli operatori e i protagonisti che vi hanno preso parte “come entrare in una scatola delle meraviglie: ai visitatori che varcavano la soglia si apriva un caledoscopico universo fatto di colori, profumi, sapori, e soprattutto di persone che si dedicano con grande amore alle loro attività, e si impegnano per trasmettere la loro passione sal pubblico con un grande coinvolgimento”.

Si è trattato infatti di una due giorni di grandi passioni e divertimento per tutti, un altro fine settimana di grandi eventi di forti attrazioni al quartiere fieristico di Arezzo Fiere con oltre 13.000 presenze fra Passioni In Fiera e la mostra del Fumetto e del Disco. Visitatori aretini e non solo, erano molti quelli provenienti da un ampio bacino della Toscana, Umbria, Lazio e Marche.

Ma ovviamente, spiega ancora Vannetti, “Arezzo Fiere non si ferma qui: concluso questo week end con feedback positivi sia da parte degli espositori che dal pubblico intervenuto – spiega il presidente – Arezzo Fiere si concentra fin da subito sugli appuntamenti delle prossime settimane, tra cui quello con il Calcit del 22-23-24 marzo, per poi proiettarsi verso la 43esima edizione di OroArezzo, la nostra storica Fiera Internazionale dell’Oreficeria, organizzata da Italian Exhibition Group nei nostri rinnovati spazi espositivi dall’11 al 14 maggio prossimi.

Tornando a Passioni in Fiera, mai nome è stato scelto in modo più appropriato: si è vista tanta passione accendersi negli occhi del pubblico, adulti e bambini, grazie alle persone che ad Arezzo Fiere hanno portato e condiviso con generosità una parte importante della loro vita. Il bilancio è quindi molto positivo per gli organizzatori e per l’Ente Fieristico aretino, e non solo per i grandi numeri dell’afflusso di pubblico, ma anche perché erano rappresentate all’interno degli spazi fieristici davvero molte categorie: dalla floricoltura, al vivaismo, alla ceramica, all’artigianato artistico, ai prodotti e servizi per l’outdoor, per la casa e il giardino. Catalizzatore di interesse ed attenzione è stata sicuramente l’area dedicata alla Fattoria, con splendidi esemplari di avicoli ornamentali, alpaca, equini e bovini, da poter osservare da vicino e, con il permesso dell’allevatore, accarezzare.

L’intrattenimento per bambini ha visto continuativamente nei due giorni impegnato il parco avventura. Le altre attività, presentate nell’area sportiva, e proposte a tutti quelli che volevano cimentarsi, tra cui Il kartodromo, il pattinaggio, ballo e arti marziali orientali, sono state organizzate da Arezzo Fiere in collaborazione con la UISP (Unione Italiana Sport Per tutti), Associazione di promozione sportiva che vuole affermare il valore sociale dello sport, bene sociale che contribuisce alla salute e alla qualità della vita. Importante è stata anche la presenza del terzo settore, che ha fatto conoscere al pubblico le loro attività sociali e di inclusione.

Ricca e variegata anche l’area Food, con proposte di cucine tipiche dall’Italia e dal mondo, e con l’offerta di birre artigianali che hanno permesso di aggiungere un momento di convivialità e piacere alle giornate trascorse in Fiera. Molto frequentato anche il nuovo padiglione “Nirvana”, un vero e proprio viaggio nel mondo olistico e del benessere con Expo di artigianato e bio, area relax, con trattamenti olistici e un percorso dedicato al mistero e alla magia. Durante l’evento si sono tenute anche conferenze gratuite, workshop e meditazioni per il sé interiore. Vivissima soddisfazione anche per gli organizzatori della Mostra del Fumetto che organizzano ad Arezzo, ormai stabilmente, due appuntamenti l’anno con davvero ottime risposta dagli operatori e dagli instancabili collezionisti.

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