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Attualità

Mosaici in mostra

Mario Russo

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Dal 4 al 9 giugno esposizione di mosaici a san Lorenzo fuori le mura

Nonostante le enormi difficoltà vissute quest’anno l’ Associazione “R.C. 1999 Scuola Laboratorio di Mosaico San Lorenzo” è riuscita a organizzare l’ormai consueta mostra annuale.

Ad ospitare la XIX edizione della mostra, dal 4 al 9 giugno, è la splendida cornice del chiostro della basilica si san Lorenzo fuori le mura di Roma. La struttura ha ospitato già diverse edizioni della mostra, insieme alla “Casetta delle Civette” di villa Torlonia. Strutture importanti che aprono le porte a queste opere a conferma del loro valore artistico, ma soprattutto come riconoscimento della grande valenza sociale dell’attività svolta dalla scuola di mosaico.

Quest’anno la mostra espone, oltre a opere individuali e collettive in buona parte tratte da mosaici greci e romani, anche opere che interpretano la tematica del 900 italiano. Sono state, infatti,   trasposte nei manufatti musivi le opere non solo di noti artisti quali Giacomo Balla, Fortunato Depero, Amedeo  Modigliani, Felice Casorati, Renato Guttuso, ma anche di quelli meno conosciuti (ma non per questo meno rilevanti nel panorama artistico) quali Mario Mazzacurati, Luigi Spazzapan, Tullio Crali, Corrado Cagli.

Le tecniche utilizzate sono state prevalentemente quella del metodo diretto su supporto provvisorio in argilla e quella del metodo diretto definitivo con l’uso di collanti cementizi, talora coniugata con realizzazioni tridimensionali. Nelle opere sono stati impiegati, oltre al marmo, anche smalti, vetri, ciottoli, metalli (alluminio, rame) e resine.

All’interno della mostra, quest’anno, sono esposti anche i lavori di alcuni ragazzi autistici realizzati presso il “Laboratorio romano scuola del mosaico”. Questo a riprova delle sinergie che riesce a mettere in atto e della capacità attrattiva della Scuola Laboratorio di Mosaico San Lorenzo, una realtà radicata nel territorio e consolidata nel tempo.

Abbiamo accennato alle difficoltà attraversate dalla scuola di mosaico. Nell’ottobre del 2018, infatti, la scuola ha dovuto lasciare la storica sede presso il C.P.I.A. che convive con l’altrettanto storico Istituto Comprensivo in via Tiburtina antica 25, nel cuore di san Lorenzo. Sfrattata perché non c’era più spazio (per loro!) o addirittura perché avrebbe prodotto polveri sottili (una scuola di mosaico!). Ma di questo abbiamo parlato in un altro articolo che vi invitiamo a leggere (Addio scuola di mosaico).

Grazie, comunque, alla tenacia dei docenti, Gianfranco Romani e Alba Cioci, nonché delle codocenti Angela Calderoni e Anna Novelli, alla fine a tendere una mano alla scuola di mosaico, era stato il comitato di quartiere San Lorenzo, che, comprendendo il valore sociale di tale ventennale realtà, aveva procurato alla Scuola una sistemazione presso alcuni locali ubicati all’Ex Dogana, in via dello scalo di San Lorenzo.

Purtroppo anche tale sistemazione è stata temporanea, in quanto la Scuola è stata oggetto di sgombero insieme con tutte le altre attività sociali (Planetario, Associazione disabili, comitato di quartiere, ecc). Ne è derivato un ulteriore disagio per le tante persone  che gravitano attorno allo splendido ambiente umano generato da questa “Scuola”. Si è dovuto dar luogo, quindi, a un ennesimo trasloco in prossimità della mostra conclusiva dell’anno. Buona parte degli arredi, degli attrezzi, dei materiali, della biblioteca ecc.  hanno subito una frammentazione, che si spera temporanea, e sono custoditi dai molti corsisti che, con fattiva generosità, hanno messo a disposizione le loro cantine, garage e abitazioni.

L’attività della scuola è così potuta proseguire di casa in casa e, soprattutto, nel garage di due allievi, Nicoletta e Paolo, al fine di riuscire a completare i manufatti musivi in tempo per l’appuntamento finale della mostra.

Ma il successo della mostra ha ricompensato e rincuorato l’intero gruppo dei tanti sacrifici affrontati. Resta, comunque,  la malinconia determinata dall’incertezza circa il futuro della Scuola, tutt’ora senza una sede per l’avvenire. Rimane il rammarico della continua peregrinazione di questa scuola. Un’attività ventennale che ha coltivato e diffuso l’arte musiva, ma che soprattutto è stata un centro di aggregazione sociale e un’opportunità di crescita per numerosissimi allievi, giovani e adulti, di diversa nazionalità, di diverso genere, e di diverse condizioni personali e sociali. Una scuola aperta al territorio che ha contribuito notevolmente alla riqualificazione di molti spazi del quartiere di san Lorenzo, abbellendolo anche con molte delle opere realizzate.

Un invito accorato viene rivolto, quindi, dai docenti, Gianfranco Romani e Alba Cioci, dalle codocenti, Angela Calderoni e Anna Novelli, e da tutti gli studenti alla cittadinanza, ad enti e istituzioni affinché si trovi un luogo, uno spazio in cui, la scuola di mosaico, possa continuare a svolgere la sua preziosa attività.

Direttore di Foritalynews, docente alla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, competenze in tecnologie della comunicazione audiovisiva e multimediale e nel marketing. Esperto in comunicazione istituzionale e comunicazione politica (almeno credevo! Vista l'anti-comunicazione attuale). Particolarità: non ho ancora deciso cosa farò da grande.

Attualità

Sicilia vacanti Il primo album di Alessandro D’Andrea Calandra

Redazione Foritalynews

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S’intitola “Sicilia vacanti” il primo album dell’agrigentino Alessandro D’Andrea Calandra che con questo lp si affaccia nel modo discografico italiano. Lo fa con un disco scritto in dialetto, dando libero sfogo allo stile musicale che meglio definisce la sua terra natia. Un genere ethno-folk che risente della tradizione culturale siciliana, affondando le radici in un passato remoto fatto di storie da raccontare.

Storie vissute, ascoltate e che, nelle tracce di Sicilia vacanti, diventano quadri cangianti dai colori speziati, spargendo profumi antichi. Pregni di sapori atti a contraddistinguere un’epoca. Storie di immigrazione, di viaggi, di coraggio, di persone che affrontano disavventure ritrovando la loro terra o combattendo per essa.

I brani del nuovo album di Alessandro D’Andrea Calandra danno voce alle persone che nella sua Sicilia hanno vissuto e lottato in questi frangenti musicali. “Sicilia vacanti”; “Èuno”; “L’Isola di Allah”; “Danza saracina chista sira!”; “Federicu (gioia di lu munnu)”; “L’avemooh hoonkya dance”; “Cumpagna Luna”; “Cori fa’ la vovò”; “Si ‘u munnu fussi amuri”; “Cugliemuli sti spichi!” sono la tracklist di un “progetto d’amore”.

Le parole intersecano una musica soave ed etnica, capace di far viaggiare la mente dell’ascoltatore in quei meandri storici. Ci si addentra negli orizzonti dispersi di un passato lontano. Palermo, Agrigento, l’impero bizantino, i Saraceni. Immagini storiche che descrivono un mosaico di suoni pronto ad ergersi difronte a noi mostrando la realtà di un popolo caparbio. Un popolo fiero che ha messo le sue radici in quel tempo e che in quelle immagini rivede sé stesso.

Alessandro D’Andrea Calandra pubblica “Sicilia vacanti”. Un disco inedito fatto di canzoni che, prese nel loro insieme, diventano le splendide figure di unico quadro dipinto a mano dall’artista.

Segui Alessandro D’Andrea Calandra su FB / IG / TT / YT

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Attualità

Primavera, e la moda torna a scegliere il fiore

Da millenni l’abito femminile ha fatto proprio in varie forme questo delicato decoro

Gloria Gualandi

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I vestiti a fiori tornano protagonisti dei look di stagione. Lo segnala Elle, che parla di charme in boccio. Spiega che i vestiti ultra bouquet vanno arricchiti con camperos, tweed e accessori infiorettati a dovere.

La tendenza floreale della moda Primavera Estate sboccia sulle passerelle in uno spettro ampissimo che va dagli abiti stampati – come quello con gonna a corolla di Dior o la creazione Comme des Garçons – all’anturium dress di Loewe in cui l’abito è il fiore stesso. E poi – racconta ancora Elle – ecco vestiti con ricami e applicazioni floreali 3D dal rosso Bottega Veneta al nude dress in stile primavera botticelliana di Acne Studios fino ai boccioli décor che fioriscono sulle tote bag Prada: le collezioni Primavera Estate sulle passerelle interpretano cosi la tendenza floreale.

Guardando indietro nel tempo – come invita a fare dal canto suo Harper Bazaar – la tendenza a integrare i fiori di tessuto nel proprio guardaroba proviene dall’antico Oriente: 1500 anni fa le donne cinesi che frequentavano il Palazzo Imperiale si agghindavano i capelli con preziosi fiori in seta, poi la moda passò alla nobiltà cinese, al Giappone, alla Corea e, infine, grazie all’apertura di nuove rotte mercantili, approdò anche in Occidente. In Italia dei fiori di seta si iniziano ad avere tracce a partire dal XII secolo. Da qui viaggiarono per tutta Europa per poi mettere radici in Francia, prima di tornare a migrare verso l’Inghilterra e poi l’America. Per un po’ di tempo se ne persero le tracce, finché le rosette non iniziarono a comparire sulle scarpe della nobiltà del XVI e XVII secolo, quando l’aristocrazia le accompagnò con fiocchi e nastri sgargianti per decorare l’allacciatura. Godettero poi di un periodo particolarmente florido in età vittoriana, verso la fine del 1800: drammatici e intrisi di una bellezza decadente, i fiori di seta, soprattutto se tinti di nero, si sposarono bene con le atmosfere cupe del tempo e con la moda gotica che iniziò a mettere radici.

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Attualità

“Passioni in Fiera” un successo che cresce

Conclusa con grande successo la due giorni di eventi e di forti attrazioni nel Quartiere Fieristico aretino

Paolo Castiglia

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“Un viaggio nel tempo, con le testimonianze e gli oggetti del passato, e nel futuro con le innovazioni presenti in tutti i settori”. Per Ferrer Vannetti, presidente di Arezzo Fiere e Congressi la appena conclusa quarta edizione di “Passioni in Fiera” che ha catalizzato l’attenzione generale nello scorso weekend, è stata per le famiglie, gli operatori e i protagonisti che vi hanno preso parte “come entrare in una scatola delle meraviglie: ai visitatori che varcavano la soglia si apriva un caledoscopico universo fatto di colori, profumi, sapori, e soprattutto di persone che si dedicano con grande amore alle loro attività, e si impegnano per trasmettere la loro passione sal pubblico con un grande coinvolgimento”.

Si è trattato infatti di una due giorni di grandi passioni e divertimento per tutti, un altro fine settimana di grandi eventi di forti attrazioni al quartiere fieristico di Arezzo Fiere con oltre 13.000 presenze fra Passioni In Fiera e la mostra del Fumetto e del Disco. Visitatori aretini e non solo, erano molti quelli provenienti da un ampio bacino della Toscana, Umbria, Lazio e Marche.

Ma ovviamente, spiega ancora Vannetti, “Arezzo Fiere non si ferma qui: concluso questo week end con feedback positivi sia da parte degli espositori che dal pubblico intervenuto – spiega il presidente – Arezzo Fiere si concentra fin da subito sugli appuntamenti delle prossime settimane, tra cui quello con il Calcit del 22-23-24 marzo, per poi proiettarsi verso la 43esima edizione di OroArezzo, la nostra storica Fiera Internazionale dell’Oreficeria, organizzata da Italian Exhibition Group nei nostri rinnovati spazi espositivi dall’11 al 14 maggio prossimi.

Tornando a Passioni in Fiera, mai nome è stato scelto in modo più appropriato: si è vista tanta passione accendersi negli occhi del pubblico, adulti e bambini, grazie alle persone che ad Arezzo Fiere hanno portato e condiviso con generosità una parte importante della loro vita. Il bilancio è quindi molto positivo per gli organizzatori e per l’Ente Fieristico aretino, e non solo per i grandi numeri dell’afflusso di pubblico, ma anche perché erano rappresentate all’interno degli spazi fieristici davvero molte categorie: dalla floricoltura, al vivaismo, alla ceramica, all’artigianato artistico, ai prodotti e servizi per l’outdoor, per la casa e il giardino. Catalizzatore di interesse ed attenzione è stata sicuramente l’area dedicata alla Fattoria, con splendidi esemplari di avicoli ornamentali, alpaca, equini e bovini, da poter osservare da vicino e, con il permesso dell’allevatore, accarezzare.

L’intrattenimento per bambini ha visto continuativamente nei due giorni impegnato il parco avventura. Le altre attività, presentate nell’area sportiva, e proposte a tutti quelli che volevano cimentarsi, tra cui Il kartodromo, il pattinaggio, ballo e arti marziali orientali, sono state organizzate da Arezzo Fiere in collaborazione con la UISP (Unione Italiana Sport Per tutti), Associazione di promozione sportiva che vuole affermare il valore sociale dello sport, bene sociale che contribuisce alla salute e alla qualità della vita. Importante è stata anche la presenza del terzo settore, che ha fatto conoscere al pubblico le loro attività sociali e di inclusione.

Ricca e variegata anche l’area Food, con proposte di cucine tipiche dall’Italia e dal mondo, e con l’offerta di birre artigianali che hanno permesso di aggiungere un momento di convivialità e piacere alle giornate trascorse in Fiera. Molto frequentato anche il nuovo padiglione “Nirvana”, un vero e proprio viaggio nel mondo olistico e del benessere con Expo di artigianato e bio, area relax, con trattamenti olistici e un percorso dedicato al mistero e alla magia. Durante l’evento si sono tenute anche conferenze gratuite, workshop e meditazioni per il sé interiore. Vivissima soddisfazione anche per gli organizzatori della Mostra del Fumetto che organizzano ad Arezzo, ormai stabilmente, due appuntamenti l’anno con davvero ottime risposta dagli operatori e dagli instancabili collezionisti.

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