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Ambiente

Chernobyl, per non dimenticare

Giuliano Russo

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Era il 26 Aprile del 1986 quando alle ore 1:20 il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, durante un test di sicurezza esplose.  La forte esplosione uccise immediatamente 60 operai…

 

Era il 26 Aprile del 1986 quando alle ore 1:20 il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, durante un test di sicurezza esplose.  La forte esplosione uccise immediatamente 60 operai che lavorano all’interno della centrale e cosparse il cielo con una nuvola di materiale radioattivo.
Le cause dell’incidente furono principalmente mancanza di personale e di violazioni di norme di sicurezza.
Il test doveva verificare se la turbina principale accoppiata all’alternatore potesse continuare a produrre energia elettrica sfruttando l’inerzia del gruppo turbo-alternatore anche quando il circuito di raffreddamento non producesse più vapore. Per consentire questo esperimento vennero disabilitati alcuni tra i principali circuiti di emergenza.
La nuvola di materiale radioattivo che fuoriuscì dal tetto del reattore ricadde su vastissime aree intorno alla centrale, contaminandole e rendendo immediatamente necessaria l’evacuazione che avvenne però solo 24 ore dopo.
I vigili del fuoco impiegarono tutta la notte per domare l’incendio che si generò e che venne spento solo intorno alle 6:00 del mattino; ignari dell’origine radioattiva del disastro, gli operatori intervenuti, accusarono subito malori e svenimenti .
Lo Stato, non consapevole della reale gravità dell’accaduto, inizialmente mantenne segreta la verità e solo dopo essersi reso conto del disastro e delle conseguenze ancora più vaste che questo avrebbe potuto avere optò per l’evacuazione totale.
116.000 persone residenti nel raggio di 30 km dalla centrale vennero sfollate e trasportate con molti autobus, poi abbandonati perché contaminati, fino a Kiev.
Ma lo Stato, comunque, a livello internazionale tacque, tenendo nascosto il disastro che fu invece presto denunciato dalla Svezia poiché i venti che si dirigevano verso Nord-Ovest portarono la nube radioattiva sui cieli del Nord Europa dove, un gruppo di lavoratori della centrale nucleare di Forsmark, in Svezia appunto, fece scattare l’allarme di evacuazione credendo, visto il cielo, che ci fosse una falla all’interno della centrale. I responsabili cominciarono immediatamente a fare controlli a tutti gli impianti e una volta assicuratisi che la centrale fosse in sicurezza indagarono sulla provenienza della grossa nube che sicuramente proveniva da altrove. L’indagine avviata portò all’Unione Sovietica di cui, allora l’Ucraina era parte. inizialmente i russi tentarono di sminuire il fatto ma ormai gli svedesi avevano messo al corrente il mondo intero e allertato gli Stati vicini. Messi alle strette i russi rilasciarono le prime dichiarazioni che fecero il giro del mondo.
I venti che “avvertirono” la Svezia, cambiando direzione, portarono la nube radioattiva su tutto il Centro Europa, toccando anche se in modo minore, perfino Germania e Italia.
Sotto il reattore erano, e sono tutt’ora seppellite, migliaia di tonnellate di materiale radioattivo. Per limitare la contaminazione, sulle macerie vennero stese gettate di cemento e ferro liquido. Opera chiamata poco dopo “Sarcofago”.
Al giorno d’oggi il Sarcofago presenta molte crepe e vengono segnalate fuoriuscite di materiale radioattivo.
L’intera zona di Chernobyl e dintorni è, naturalmente, disabitata e in alcuni punti è severamente vietato avvicinarsi.
Questa catastrofe naturale causò e causa ancora molte morti per tumore e numerose nascite con deformazioni.

Segreteria/relazioni e promozioni. Diplomato all'Istituto Cinematografico con competenze nel settore della ripresa e del montaggio, esperto di pesca. Ma la passione vera sono i motori, moto in particolare. Abile tessitore di reti sociali.

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Ambiente

Canarie, Tenerife: destinazione ecosostenibile ma non solo

Riconoscimento Unesco che inserisce quello dell’arcipelago nell’elenco dei cieli più puliti al mondo

Gloria Gualandi

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Lunghe passeggiate lungo le spiagge di sabbia bianca: a Tenerife, infatti, c’è la famosissima area marina di Teno-Rasca che si estende tra la costa sud e l’isola di La Gomera. Per chi ama guardare delfini e balene è un posto tra i migliori al mondo, dove si può poi sorseggiare un Barraquito, bevanda tradizionale delle Isole Canarie, molto popolare a Tenerife: una miscela di caffè, latte condensato, liquore tipico, schiuma di latte, scorza di limone e cannella in polvere.

Silvia Donatiello, rappresentante dell’Ente del Turismo di Gran Canaria in Italia, ha recentemente spiegato che “Le Canarie e Tenerife sono una destinazione eco sostenibile e per il 46% il territorio riserva il miglior clima del mondo… con una media di 23-24 gradi tutto l’anno”. Come è noto Tenerife è l’isola più grande delle Canarie e nonostante siano geograficamente situate nell’Oceano Atlantico, vicino al Marocco e al Sahara Occidentale, le Isole Canarie appartengono alla Spagna.

Nel dicembre 2021 Gran Canaria ha sottoscritto il compromesso delle Nazioni Unite 2030 sulla sostenibilità proponendosi di ridurre del 40% le emissioni di CO2, entro il 2030. “Recentemente – spiega ancora Donatiello – abbiamo ricevuto un riconoscimento come una delle 15 destinazioni migliori in Europa, per il più alto numero di strutture certificate sempre dalla biosfera. Siamo anche una destinazione starlight, altro titolo dell’Unesco, per i cieli più puliti al mondo”. C’è una discussione infinita su quale parte dell’isola sia più bella, settentrione o meridione, ma sia il Sud che il Nord hanno i loro vantaggi. Comunque ovunque si riscontra un clima temperato molto stabile e spiagge perfette per nuotare e prendere il sole. Tenerife poi offre praticamente tutto: appunto piacevoli spiagge, montagne da vivere e cibi e bevande autentici, deliziosi paesaggi e anche una vibrante cultura e una piacevole vita notturna tipica di tutte le Canarie.

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Ambiente

Ulteriore rafforzamento finanziario per Greenthesis

Il gruppo italiano per crescere ancora nella transizione ambientale ed energetica

Redazione Foritalynews

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Planesys, azionista di riferimento di Greenthesis, e PATRIZIA, attraverso fondi europei infrastrutturali di strategia mid-market, stipulano accordi vincolanti per la compravendita di una partecipazione di minoranza in Greenthesis, principale gruppo italiano indipendente di gestione dei rifiuti.

Ad esito del closing dell’operazione verrà promossa un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria finalizzata al delisting delle azioni Greenthesis. L’acquisizione valorizzerà Greenthesis con un equity value di circa 340 milioni di euro. Planesys e PATRIZIA intendono sostenere Greenthesis affinché, attraverso nuovi investimenti e acquisizioni, la stessa possa recitare un ruolo ancor più di rilievo nell’ambito della transizione ambientale ed energetica.

Andrea e Simona Grossi, azionisti di riferimento di Planesys, affermano: “Riteniamo che questa operazione, fondata sul presupposto di mantenere in capo alla nostra famiglia la maggioranza del capitale e l’indirizzo gestionale, e dal contenuto prettamente strategico, sia una scelta opportuna per permettere al gruppo Greenthesis di svilupparsi in modo più rapido e flessibile – con l’ausilio ed il supporto di uno dei principali fondi infrastrutturali europei – mirando ad uno sviluppo e ad una crescita complessivi che possano posizionare Greenthesis tra i principali operatori europei nel settore dei servizi ambientali in maniera moderna e sostenibile”. Matteo Andreoletti (Head of Infrastructure Equity per l’Europa e il Nord America di PATRIZIA) spiega: “Siamo incredibilmente entusiasti di rafforzare la nostra posizione nell’economia circolare europea con l’investimento in Greenthesis, che non solo è il principale operatore indipendente italiano nella gestione dei rifiuti, ma è anche un partner altamente complementare alla crescente piattaforma di PATRIZIA per la produzione di energia dai rifiuti. Con le comunità e la società future caratterizzate dalla spinta verso economie a basse emissioni di carbonio, le soluzioni innovative di green energy che supportano la transizione energetica globale offriranno interessanti opportunità di investimento che consentiranno agli investitori rendimenti sostenibili nel lungo periodo”.

Planesys, holding di partecipazioni della famiglia Grossi, è una società che detiene e gestisce partecipazioni ed interessenze in altre società, per le quali svolge, inter alia, servizi di indirizzo strategico e direzionale, programmazione economico-finanziaria, consulenza in ambito direzionale. Si occupa peraltro della valorizzazione del nome e del brand del gruppo Greenthesis di cui è a capo, attivo nella fornitura di servizi di logistica, conferimento, trattamento, trasformazione, trattamento e smaltimento, riciclo e recupero di qualunque tipo di rifiuto, liquido o solido, di qualsiasi tipologia e forma, messa in sicurezza, bonifica e riqualificazioni territoriali oltreché di produzione e vendita di energia da fonti rinnovabili.

Presente in tutto il mondo, PATRIZIA invece offre da 40 anni opportunità di investimento in asset immobiliari e infrastrutturali per investitori istituzionali, semi-professionali e privati. Gestisce circa 57 miliardi di euro di asset e impiega oltre 1000 Professionisti in 28 sedi nel mondo. Dal 1984 è impegnata nella responsabilità sociale aiutando i bambini bisognosi, dal 1992 in stretta collaborazione con il Bunter Kreis (“circolo colorato”) in Germania per la cura dei bambini affetti da gravi malattie, e dal 1999 attraverso il sostegno alla Fondazione PATRIZIA. Negli ultimi 25 anni, la Fondazione PATRIZIA ha permesso a più di 600.000 bambini e giovani in tutto il mondo di accedere all’istruzione, all’assistenza sanitaria e a una casa sicura per una vita migliore.

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Ambiente

Greenthesis: il progetto per la produzione di biometano promosso dalla controllata

Rifuture S.r.l. ottiene l’inserimento nella graduatoria del GSE per il riconoscimento dei relativi incentivi economici

Paolo Castiglia

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Il progetto imprenditoriale in via di sviluppo da parte della Rifuture S.r.l., società appartenente al perimetro quotato e controllata da Greenthesis S.p.A., progetto che la stessa ha presentato nell’ambito della procedura competitiva redatta ai sensi dell’art. 6 del DM 15 settembre 2022, è stato selezionato dal Gestore Servizi Energetici per rientrare nel contingente di capacità produttiva secondo quanto indicato nell’Avviso pubblico del 13 luglio 2023.

Si tratta della seconda procedura competitiva per l’accesso agli incentivi per il biometano previsti dalla misura PNRR denominata “Sviluppo del biometano, secondo criteri per la promozione dell’economia circolare” – Missione 2, Componente 2, Investimento 1.4. L’iniziativa promossa dalla Rifuture S.r.l. consiste nella costruzione e successiva gestione di un impianto, da realizzarsi in Provincia di Latina, per il trattamento delle frazioni umide dei rifiuti e degli scarti di origine vegetale, per un totale di 80 mila tonnellate annue complessive, al fine di produrre biometano liquefatto e compost di qualità.

Il riconoscimento così ottenuto conferma la bontà tecnica del progetto e rappresenta un altro importante passo in avanti del complessivo processo di diversificazione delle attività del Gruppo verso soluzioni tecnologiche coerenti con i paradigmi della transizione ecologica ed energetica in atto. L’azienda.

Greenthesis S.p.A. rappresenta il principale pure player indipendente quotato in Italia specializzato nella gestione integrata del ciclo dei rifiuti in una logica improntata all’economia circolare ed alla sostenibilità ambientale. Più in particolare, il Gruppo Greenthesis è attivo nelle seguenti aree: trattamento, recupero, valorizzazione multimateriale – secondo i principi della circular economy – e smaltimento di rifiuti industriali, urbani, speciali ed assimilabili agli urbani; bonifiche e risanamenti ambientali; attività di ingegneria ambientale; termovalorizzazione di rifiuti; produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e di biocarburanti avanzati.

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