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Cultura

Conclusa la IX edizione del Procida Film Festival. Rilevante il contributo di Kathrina Miccio.

Il festival ha rafforzato la propria dimensione internazionale con il Procida International Film Festival diretto da Kathrina Miccio. Vincitore del premio internazionale, “Il Diritto alla Felicità”, di Claudio Rossi Massimi.

Maria Pia Cappello

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Dal 22 al 25 settembre si è tenuta nella suggestiva isola di Procida (nominata capitale della cultura 2022) la IX edizione del Procida Film Festival,rassegna internazionale di cinema e documentaristica sul mare, che ha visto in concorso centinaia di cortometraggi, documentari e film d’animazione.

Dal 2017 il direttore artistico è il  giornalista e docente universitario Francesco Bellofatto che dal 2019 dirige anche MusicalMuto, rassegna internazionale di cortometraggi muti in bianco e nero. “Abbiamo ricevuto più di 450 film da 40 paesi – ha dichiarato il direttore – il Procida Film Festival vuole confermare la sua tradizione di promozione della cultura cinematografica legata alle radici e alla storia isolana”. In vista dell’appuntamento del 2022 che vedrà Procida capitale italiana della cultura “la rassegna intende rilanciare con forza il tema ‘La cultura non Isola’ come linguaggio universale in grado di superare le barriere tra i popoli. In questa prospettiva stiamo sviluppando un progetto, da realizzare con eventi in rete e, quando sarà possibile, in presenza, per fare di Procida un punto di incontro internazionale tra registi, sceneggiatori, produttori, location manager e distributori internazionali, un luogo di confronto tra domanda e offerto di cortometraggi, cartoon e documentari”.

Una parte importante del Festival è rappresentato dal Procida International Film Festival, una rassegna ospite, dalla caratura internazionale, diretta da Kathrina Miccio,attrice, sceneggiatrice e caporedattrice della rivista indiefilmonline.com.  Quest’anno, la pellicola vincitrice del Procida International Film Festival come miglior film in concorso è stata Il Diritto alla Felicità. Prodotta da Imago Film con il patrocinio di Federfarma, racconta l’amicizia tra Libero, un libraio interpretato da Remo Girone, ed Essien, un ragazzino immigrato in Italia da pochi anni che si appassiona della lettura grazie ai libri prestati da Libero. È  stata una grande emozione premiare questo film che custodisco nel mio cuore”, ha affermato la direttrice Kathrina Miccio consegnando il premio. “Il Diritto alla Felicità é una storia delicata, gentile; il mondo oggi  ha bisogno  di felicità e di amicizia  e queste  non possono  prescindere dall’ armonia  di note musicali diverse: ciascuno di noi porta con se un vissuto unico e singolare che risuona meglio insieme agli altri.  Vedendo questo film ho pensato sin da subito che fosse qualcosa di veramente speciale”. Dello stesso parere Mena Caccioppoli, presidente di giuria, per la quale Il Diritto alla Felicità è uno stato d’ animo complessivo che implica in primis il rispetto di se ma anche degli altri, e si cela in uno strato profondo dell’animo umano. Tutti abbiamo non solo il diritto ma anche il dovere di realizzarlo. Il film appare una guida inconscia verso la sua ricerca ed è questo che lo rende unico”.  

Nel cast del film Remo Girone, Corrado Fortuna, Didie Lorenz Tchumbu, Moni Ovadia, Pino Calabrese. La regia è curata da Claudio Rossi Massimi. Parte dei proventi è  devoluto all’UNICEF.

Da rilevare che la stessa direttrice del Procida International Film Festival, Kathrina Miccio, durante la sua carriera ha ricevuto 23 premi ed è membro d’onore della Screen Actors Guild, oltre ad essere anche pittrice. Suoi i famosi ritratti “Ronnie Wood of the Rolling Stones, Andrea Bocelli, Billy Joel”. Vivendo negli Stati Uniti ha una certa nostalgia dell’Italia vista l’origine partenopea del padre. “Mio padre è nato a Vico Equense, Napoli. Ho sempre trovato le sue storie  interessanti prima che venisse in America”.

Altri Film e sceneggiature vincenti sono stati: Roe v. Wade di Nick Loeb; Long Way from Home diJohn Coinman and Jo Andersen; One Day di Or Taicher, Michal Shahaf, Ben Yaffet; Spicy Calabria di Giacomo Arrigoni; Mila di Cinzia Angelini; Paper boat di Luca Esposito; Roadkill di Aliza Brugger; I win di Pierre Audouin.

Il Procida Film Festival, condotto da Hoara Borselli, Noemi Gherrero e da Beppe Convertini,  si è svolto in quattro giornate sotto la guida del Comitato scientifico con Guido Trombetti e Luigi Mascilli Migliorini,  ed è stato seguito, tra presenze e online, da circa novantamila persone.

Laureata in Lingue e Letterature straniere, scrittrice prevalentemente di libri d’arte. Autrice dei libri “Amore e Pace”, “Spirituali metamorfosi di Alejandro Marmo”, “La poesia nell’arte”, “Il volto e l’anima nelle sculture di Ernesto Lamagna”, “Tratti poetici”, “Mark Kostabi tra suono e solitudine”, “Jago- Rinascimento del Terzo Millennio”, “Rigeneranti contemplazioni di Roberto Gabrieli”. Ha tradotto i libri in inglese. Ha presentato i libri a Roma, Venezia, Londra, Toronto, Washington. Cerco sempre di sorridere e di aiutare tutti. Sono cattolica. La mia scrittura è finalizzata a trasmettere emozioni e messaggi di fratellanza, solidarietà e sensibilità.

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Cultura

Esotika: un successo crescente che tornerà a settembre

Con quasi 15.000 visitatori l’evento si conferma come una delle più importanti manifestazioni pet del nostro Paese

Paolo Castiglia

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“A distanza di 3 giorni dalla sua chiusura, l’eco di Esotika Pet Show di Arezzo, il salone nazionale degli animali esotici e da compagnia, riecheggia ancora nelle orecchie degli appassionati”. Sono parole dell’organizzatore Daniel Baiocco, reduce dalle fatiche di questo partecipatissimo evento che si è tenuto presso Arezzo Fiere e Congressi e che ha monopolizzato, con le sua presenze e le brillanti iniziative interne dedicate agli animali, lo scorso weekend aretino e non solo.

“Arezzo – continua Baiocco – ha dimostrato anche stavolta di essere la città che unisce il Nord e il Sud dell’Italia, anche grazie ad una manifestazione a cui hanno partecipato oltre 130 espositori provenienti da ogni parte del Paese e anche dell’Europa e che ha visto la presenza di quasi 15.000 visitatori: ecco quindi che Esotika Pet Show si conferma come una delle più importanti manifestazioni pet del nostro Paese, visto che conta ormai ben quindici edizioni che si svolgono su tutto il territorio nazionale”. La professionalità e la dedizione degli organizzatori hanno portato infatti alla realizzazione di eventi, gare ed esibizioni che hanno divertito e appassionato il pubblico presente.

“Siamo lieti – insiste l’organizzatore – di annunciare che il prossimo 14 e 15 settembre si terrà la seconda edizione di Arezzo, già sold out per gli espositori che hanno deciso di riconfermare la loro presenza per questa nuova avventura. E siamo fieri del fatto che anche le istituzioni territoriali, come Asl e Carabinieri, hanno riconosciuto l’impeccabile gestione della fiera non riscontrando alcuna irregolarità”. “Arezzo Fiere e Congressi – dichiara a sua volta il presidente di Arezzo Fiere, Ferrer Vannetti – mette volentieri a disposizione le sue strutture per ospitare questa importante manifestazione, che unisce gli appassionati del settore e il rispetto per gli animali nel senso più pieno e compiuto. Un connubio vincente che ci fa già immaginare il successo annunciato dell’edizione del prossimo settembre”

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Cultura

“Esotika Pet Show”: un weekend di festa per la famiglia

Il 24 e 25 febbraio torna ad Arezzo Fiere e Congressi il Salone Nazionale degli Animali Esotici e da Compagnia

Redazione Foritalynews

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Torna ad Arezzo Fiere e Congressi “Esotika Pet Show”, il Salone Nazionale degli Animali Esotici e da Compagnia. Appuntamento il 24 e 25 febbraio con un ricco programma di eventi dedicato al mondo dei Pet, per gli operatori del settore ma anche per appassionati e soprattutto per i più piccoli, che potranno conoscere gli animali da vicino e imparare a prendersene cura.

“Anche questa edizione, che verrà riproposta a settembre – spiega Ferrer Vannetti, presidente di Arezzo Fiere e Congressi – sarà una grande festa, dedicata ad appassionati e alle famiglie. I visitatori troveranno un ambiente caratterizzato da diverse tipologie di piante, animali da ammirare e perché no, anche da accudire”. “E’ un evento – spiega ancora Vannetti – che noi di Arezzo Fiere e Congressi, ospitiamo sempre con grande piacere e che testimonia la duttilità espositiva del nostro Ente fieristico. Una ‘due giorni’ rivolta al grande pubblico che esprime, ancora una volta, come sia in atto il definitivo rilancio della Fiera Espositiva, in piena sintonia con le forze produttive, associative e di rappresentanza del nostro territorio a tutti i livelli”.

In riferimento ad Esotika, poi c’è da dire dell’attualità e della pertinenza di questo evento, tenendo conto che il 44,7% delle famiglie italiane vive ormai con almeno un animale domestico. La manifestazione si propone infatti di contribuire alla promozione di una cultura del rispetto verso gli animali domestici e non, grazie alle aree didattico/educative tra cui la “fattoria didattica” e alla presenza di alcuni dei massimi esperti di Acquariofilia, Erpetologia, Entomologia, Ornicultura e così via.

Animeranno la fiera varie esposizioni, da quella internazionale canina, alle dimostrazioni di falconeria, Disc Dog e obedience. Si potranno poi acquistare animali da compagnia, ma anche ammirare pesci, tartarughe, porcellini d’india, pappagalli, carpe Koi, piccoli mammiferi come criceti e ricci, rettili, anfibi e roditori. Tutto questo supportato da sezioni giornaliere di terrascaping e aquascaping.

In fiera si potranno poi trovare le ultime novità del settore per quanto riguarda gli accessori, la mangimistica, i complementi d’arredo e tutto il necessario per la cura degli animali domestici. Un’occasione, quindi, per le famiglie e gli appassionati, di scoprire il fantastico mondo del Pet, ma anche di apprendere il modo più corretto di avvicinarsi e relazionarsi con il proprio piccolo amico e sviluppare ulteriormente con consapevolezza rinnovata la propria passione

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Attualità

“Il quarto dito di Clara” indica il dramma degli Schumann

Scritto e diretto da Luca Archibugi, protagonisti Pippo Di Marca e Veronica Zucchi, dal 30 gennaio al 4 febbraio in scena al Teatro Tordinona di Roma

Paolo Castiglia

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L’evento teatrale “Il quarto dito di Clara” è ispirato alla vita e all’opera di Robert e Clara Schumann e al progressivo scivolamento del grande musicista – che alcuni ritengono “il più grande di tutti i tempi” – nella follia, a causa di disturbi nervosi provocati forse dalla sifilide, dall’alcolismo, o da un grave disturbo bipolare, il tutto unito a una melanconia senza rimedio. Robert si fascia l’anulare della mano destra per un lungo periodo, nell’intento di rafforzarlo, ma il quarto dito rimane semiparalizzato. Non gli resta – come ripiego paradossale – che la composizione.

Nel titolo, il quarto dito è quello di Clara: l’autore e regista, infatti, crea un’identificazione fra Robert e Clara Schumann. Nell’opera, accanto a Robert Schumann, emerge una gigantesca figura di donna, Clara Wieck: grande pianista – la più celebre dell’Ottocento – divenuta moglie di Robert, dopo un tormentato amore osteggiato dal padre di lei. Dopo le vessazioni del padre, una volta divenuta moglie, non terminano per lei frustrazioni e dolori. Le viene impedito di suonare il pianoforte quando Schumann compone, di andare in tournée, di dare concerti – ha otto figli – e quando riesce ugualmente ad allontanarsi, il marito si fa prendere dalla malinconia e si dà al bere. Robert viene internato in manicomio e due anni dopo, senza che Clara, che intanto vive sotto lo stesso tetto di Johannes Brahms, sia mai andata a trovarlo, si lascia morire di inedia.

Per gli storiografi, a tutt’oggi, è assai improbabile che la relazione fra Clara Schumann e Johannes Brahms fosse altro che platonica. In questa rappresentazione l’unione di Robert e Clara appare come una sorta di unione mistica. “Il mio personaggio” – spiega una dei due protagonisti, Veronica Zucchi (Clara/Robert), in una recente intervista – è quello di una anonima paziente psichiatrica che ritiene di essere Robert e Clara insieme: vive come ingabbiata in una sorta di amore cristallizzato, esclusivo, che però non è solo una prigione, ma è soprattutto una salvezza, un’illusione salvifica. Ad un certo punto, lo psichiatra che l’ha in cura, Secondo Filetti (Pippo Di Marca), sprofonderà anch’egli in un’illusione di bellezza eterna: “Quel grande amore che lei si è addossata sfida il deperimento, la caducità, e lei, insieme, porta i due amanti in salvo, liberati dal fardello di una vita troppo breve. Io non riesco a guardarla e a rimanere passibile. Lei ha ragione, vorrei sprofondare anch’io in questa illusione (…) E che tutti diventino Clara e Robert, l’amore, l’amicizia, il conforto”.

Ecco, da un lato l’autore e regista Luca Archibugi ha voluto restituire l’eccezionalità di questo amore; dall’altro, tutto il testo è almeno doppio, raddoppiato o, addirittura, triplicato: Clara è anche Robert e l’anonima paziente; lo psichiatra Secondo Filetti è anche – per Clara/Robert – Franz Richarz, lo psichiatra che ebbe in cura Robert Schumann nel manicomio di Endenich.

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