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Interviste

Mario Biondi, inguaribilmente romantic

“Il talent non prepara i ragazzi alla realtà, questo è il suo limite. In pochi mesi risucchia dei giovani in un mondo che sembra fatato, quando invece è pieno di insidie e difficoltà”.

Gino Morabito

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Voce calda, profonda, inconfondibile. Con un’eleganza d’altri tempi e l’umiltà tipica dei grandi, Mario Biondi si riscopre romantic e canta l’amore per la vita. Una vita declinata nel mestiere d’artista, che lo ha reso uno dei nostri maggiori vanti nel mondo. Mario Biondi sceglie il cuore della Sicilia e la città più alta d’Italia, Enna e il teatro Garibaldi, un gioiello di architettura di fine ‘800, per la “data zero” del 5 maggio. Dopo i live internazionali al via il “Romantic tour”, prodotto e organizzato da Friends&Partners, che fa tappa nei più importanti teatri italiani dove, insieme alla band, l’artista catanese propone il suo repertorio costellato di grandi successi e i brani del nuovo album.

La gavetta con migliaia di chilometri in auto, i canti gregoriani in latino che ancora ricorda, quel vocione scoperto grazie ad un mal di gola.

«Intorno ai tredici anni alcune compagne di classe mi telefonavano per sentire la mia voce… In realtà, forse per il mio low profile, ho scoperto tardi le potenzialità: tra l’altro fino ai ventisette non avevo mai considerato di essere un basso, per me – che come mito avevo Michael McDonald – era quasi una sfiga.»

All’epoca, innumerevoli ore passate al telefono fisso o alla cabina telefonica per parlare con la ragazzina che ci piaceva.

«Quando chiamavi impostavi la voce da “adulto”, perché rispondeva sempre il padre e volevi farti sentire più grande. Oggi i ragazzi usano i social e si fanno delle foto per dimostrare degli anni in più. Ma alla fine rimane sempre il contatto uno a uno quello che vale.»

Oggi la musica televisiva viene fruita quasi esclusivamente attraverso i talent.

«Il talent non prepara i ragazzi alla realtà, questo è il suo limite. In pochi mesi risucchia dei giovani in un mondo che sembra fatato, quando invece è pieno di insidie e difficoltà. La gavetta serviva per imparare a rialzarsi, ma da voli inizialmente più bassi, che andavano piano piano crescendo. Qui li facciamo cadere giù dal cielo e, se non sono abbastanza forti o non hanno uno staff attento, rischiano di farsi male. Ciononostante i talent mi piacciono e, se fossi un ragazzo, ci proverei sicuramente anch’io. Solo bisogna curare maggiormente la componente umana.»

Un’anima nera con un’attitudine di generosità nei confronti del mondo esterno e il rischio inevitabile che comporta.

«Nella vita, ho imparato che dare è un atto di grande curiosità e coraggio: non sai mai se quello che stai dando è ciò che l’altra persona si aspetta di ricevere.»

Quegli incontri fondamentali, dagli ascolti di Al Jarreau al duetto con Pino Daniele.

«Ogni volta che ti confronti con un artista, comprendi più da vicino il linguaggio che adopera. Per me stare sul palco con Pino Daniele era qualcosa di straordinario. Sentirlo cantare e capire come incastrava la sua voce con l’armonia era un’esperienza incredibile. Un uomo e un artista che avrei dovuto frequentare per una lunga tournée insieme. Invece la vita l’ha voluto rendere immortale.»

Una vita che ha superato i cinquanta, senza sottrarsi a qualche immancabile bilancio.

«Ho imparato a tenere i piedi ben saldi nel presente, tentando di costruire il futuro. Non ho grossi rimpianti. Sicuramente di sbagli ne ho fatti tanti, ma chi non li ha fatti!»

Il capo di un piccolo mondo chiamato famiglia.

«La famiglia somiglia ad un piccolo comune, io sono deputato agli affari pratici, tipo capire perché il cellulare si è rotto o il motorino non parte. E faccio una confusione pazzesca con i nomi: quando sbaglio quello di un maschio, in fila li dico tutti e quello giusto è sempre l’ultimo. Idem per le femmine, deve essere un bug genitoriale che colpisce i papà (ride). Scherzi a parte, la difficoltà principale è riuscire ad essere presente al momento giusto, e io cerco di farlo.»

Occuparsi del percorso di vita di ciascuno è veramente impegnativo.

«Tutti sono appassionati di musica e con loro condivido quasi sempre quello che scrivo nel presente e ho scritto anche nel passato.»

Una giuria intransigente che valuta, soppesa, critica.

«In genere faccio ascoltare loro le mie canzoni in auto: li osservo e aspetto. Poi iniziano a chiedermi, ma questa canzone è nuova? E mi domandano con chi l’ho suonata, dove l’ho registrata… Quando cominciano le domande significa che ha suscitato interesse.»

Nove figli, in un certo senso, raccontano una grande fiducia nel futuro.

«Tendenzialmente ho una dose fortissima di amore romantico nei confronti dell’umanità, confido e credo ci possa essere un futuro positivo. Penso comunque che ognuno di noi abbia una vena romantica e spera che le problematiche si risolvano con il buonsenso, con l’amore per il prossimo, non con violenza od ostilità.»

Un’idea precisa sull’essere padre e sulla vita, il catanese Mario Ranno emiliano di adozione fa i conti con la star internazionale che è diventato.

«Non ho mai scisso le due personalità, anzi. Mi accorgo sempre di più che il Mario giù dal palco e il Mario sul palco sono uguali, e mi impegno affinché lo siano. Sul mio biglietto da visita c’è scritto cantante, ma all’occorrenza sempre odontotecnico (che non si sa mai!).»

Di umili origini letterarie, cresciuto a pane e Thoreau e strizzando l’occhio a Paperino, impara presto a usare la penna e diversifica la sua scrittura: ora pubblicando un libro di giochi, ora un racconto, ora un romanzo che ti fa volare e perfino una raccolta di poesie giovanili. Abitante delle redazioni musicali e dello spettacolo, già habitué della scrittura creativa, approfondisce la strategia di comunicazione per imparare che alla fine bisogna scrivere in profondità, non in lunghezza. Facendo bene i conti quarant’anni in poche righe. È un buon inizio. Contatti: morabitogino2176@gmail.com https://www.musicaintorno.it/

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Interviste

ASSOLO di ANNA DARI, il suono potente della vita

Spettacolare, impetuosa, delirante. Tutta la potenza rigenerante della solitudine ripiegata in un ASSOLO. La creatività musicale e poetica di Anna Dari trasforma le tenebre in luce e riaccende la vita

Gino Morabito

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Pianista per scelta, compositrice per caso, scrittrice per passione. La sensibile artista astigiana combatte il male oscuro della depressione con l’arma della propria musica e vince. Nel 2020 il primo premio al Concorso internazionale “Salvatore Quasimodo” sezione Musica al prestigioso CET di Mogol e nell’agosto 2021 pubblica Oltre la nebbia. Un progetto discografico nuovo, diverso, metaforico. Con un cambio di rotta e di stile rispetto ai primi dieci anni del suo comporre. L’album (edito da Blue Spiral Records) contiene sette gemme preziose, tra cui la raffinata e struggente ASSOLO che aveva dato il la iniziale.

Realizzato dallo studio ImagesLab di Asti, il video di ASSOLO rappresenta l’ultimo atto di un percorso interiore iniziato con la composizione del brano nell’estate 2017. Erano trascorsi due anni e mezzo di totale silenzio. Un periodo durante il quale Anna Dari aveva deciso di chiudere definitivamente il coperchio del suo pianoforte e della composizione pianistica. Ma il destino ribalta le carte in tavola e la pone in relazione con un’altra anima a lei affine. Travagliata, fragile, in cerca di un appiglio. La colpisce fortemente la storia, per la potente energia che quell’uomo era riuscito a sprigionare dal fondo del pozzo in cui si trovava. Straordinariamente capace di superare la sofferenza fisica dovuta a un grave incidente che aveva compromesso in modo significativo l’uso del piede e quindi della camminata. Ma il sogno, da appassionato runner, di partecipare alla maratona cui tanto anelava, lo spingono ad allenarsi sistematicamente. Senza cedere allo sconforto né alla paura dell’insuccesso o alla facile rinuncia. E così fu. Il trionfo della volontà e della sete di vivere sul dolore psicofisico invasivo. Pur nel profondo di un forte stato depressivo, anche Anna Dari sente la spinta emotiva ad alzarsi dal letto ed avvicinarsi nuovamente alla tastiera. Dopo due anni e mezzo di ferma compositiva, trasforma la storia di quell’uomo in musica. E nasce ASSOLO (disponibile al seguente link:

https://youtu.be/F35Aj_oNqfw

Il desiderio di realizzare un video del brano si è protratto nel tempo fino ad arrivare ad oggi e alla meravigliosa opportunità dell’aprile 2022. Paride Candelaresi, Assessore alla Cultura del Comune di Asti, insieme al Direttore del Teatro concedono l’autorizzazione ad effettuare le riprese all’interno del prezioso Alfieri.

«Girare le riprese del video “Assolo” all’interno di un meraviglioso teatro d’epoca è stata per me un’esperienza unica e irripetibile.» racconta Anna Dari «Mi trovavo faccia a faccia con quella compositrice che per quindici anni aveva agognato di portare la propria musica nel mondo, sognando i grandi teatri. Suonare nel silenzio dell’Alfieri, nudo, spogliato del pubblico, mi ha emozionato. Un’emozione resa ancor più vivida e potente dal ricordo che proprio in quel luogo speciale aveva avuto inizio la mia carriera. Una carriera – confesso – che avrebbe meritato di più. E ancora ci spero. Così come, attraverso quest’“Assolo”, nutro la speranza di poter lasciare ai miei figli un saluto, una traccia, forse eterna, chissà, di cui possano un giorno sentirsi orgogliosi».

Segui Anna Dari su:

Facebook: https://www.facebook.com/anna.dari2008

Instagram: https://www.instagram.com/anna_dari_pianist_composer_/

Spotify: https://open.spotify.com/artist/0lY0agOKdoiJEgFirHzKPY

Web: https://www.annadari.it/ 

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Interviste

FEELIN’ GOOD, L’ENTUSIASMANTE MOOD STYLE DI MATIL JOPLIN

Una carica di energia vitale, voglia di libertà e quel ritornello che ti fa ritrovare il sorriso. È disponibile su tutte le piattaforme digitali Feelin’ good (Golia Record), il nuovo singolo di Matil Joplin

Gino Morabito

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In linea con la filosofia del think positive, marchio di fabbrica della giovane artista forlivese, è un brano che trasmette buoni sentimenti. Racconta dello stare bene con sé stessi e con gli altri, ed emana un profumo intenso di estate.

Feelin’ good (https://youtu.be/L9WmEw9n1hg) di Matil Joplin (pseudonimo di Matilde Montanari) è una canzone rivolta a tutte le età. Perché il mare, il sole e la sua energia sono elementi che irrompono nel cuore di ognuno portando gioia, felicità, benessere. Un incontenibile contagio di entusiasmo che si evince già dal primo ascolto, dove il mood irresistibile fa venire voglia di cantare e ballare. Un ritmo trascinante su di un testo che inneggia alla solarità e alla vita. Una voce soave e grintosa al tempo stesso, e il gioco è fatto.

«“Feelin’ good” è venuto fuori spontaneamente durate una giornata di metà maggio, in vista dell’estate che stiamo vivendo» dichiara Matilde Montanari. «È un pezzo che ho scritto in inglese perché mi riesce più facile esprimermi in lingua straniera. Come poi è già successo con “Picture of my Summer”, il mio primo inedito composto a soli dodici anni.»

In questo periodo difficile, tra guerra, pandemia e follia generale, l’urgenza di veicolare un messaggio positivo, in grado di trasmettere buoni sentimenti. Qualcosa che ci faccia sentire come in una spiaggia con tanti amici intorno e della buona musica. L’incontro fortuito di Matilde con i ragazzi dello Studio 85 di Rimini e da lì la scintilla compositiva. Paolo Campidelli ha curato la parte dell’arrangiamento, assieme a Lorenzo Vincenzi che ha contribuito con la linea di basso e qualche riff di chitarra. Leo Cavada è intervenuto nella creazione di melodia e topline, per poi lasciare la parte del mixaggio e del mastering a Luca Bandinelli.

«Con queste fantastiche persone ho collaborato per far uscire il mio nuovo singolo.» Feelin’ good, l’entusiasmante mood style di Matil Joplin

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IG: https://www.instagram.com/matildemontanari__/ https://www.instagram.com/bigfunnotrip/

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WELCOME TO MY LIFE, IL ROCK RANDAGIO DI ANDREA SELLAROLI

Gino Morabito

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Rock, con una chitarra pesante sotto che ti carica. Rock come modo di essere. Andrea Sellaroli canta Welcome to my life. Mettersi continuamente in gioco. Da un giorno all’altro, decidere di partire, cambiare città, cambiare vita. Randagio, il nostro l’ha fatto. Senza certezze sul futuro, seguendo ancora il suo istinto. Undici anni vissuti nelle colline del Chianti, una passione per il vino e per le donne, una chitarra scordata che continua a suggerirgli nuovi testi. Parte il ritmo della batteria, basso, cassa, rullante e nasce una canzone.

Welcome to my life è il nuovo singolo di Andrea Sellaroli. Schietto, rock, diretto. Racconta di un uomo che non si adegua, non si accontenta, rifiutando la banalità e la monotonia. In pace con sé stesso, capace di amare senza riserve chi gli conquista il cuore. Chi “potrà perdonarlo”, se un giorno sarà partito di nuovo “senza neanche salutare”? Un cantautore schivo, che preferisce esprimersi con i suoi pezzi.

E allora Welcome to my life, ed è già tempo di andare via. Il videoclip del brano, fuori su tutte le piattaforme digitali, è disponibile al seguente link: https://youtu.be/BHfkP25ReD4

Biografia

Dal Nord al Sud, con le partite di sabato. Sì, perché Andrea Sellaroli ha allenato per quasi vent’anni in serie A1 squadre di pallanuoto femminile. Ed eccolo ancora oggi, il sabato, a urlare nelle piscine di tutta Italia. Durante la settimana, corde vocali permettendo, in studio di registrazione. Nato il 10 aprile ‘72, ha suonato le tastiere nei Side One: portavano nei locali di Spezia e dintorni le cover di Zucchero, Liga, Vasco… Autodidatta, Andrea Sellaroli riesce a trovare accordi, scale, melodie, affidandosi esclusivamente all’orecchio. Scrive canzoni da sempre: registra le parti di basso, di batteria, di chitarra, degli archi e naturalmente di tastiera. Girata l’Italia in lungo e in largo, torna a vivere a La Spezia. Contatta nuovamente Max Marcolini (chitarrista, arrangiatore e produttore di Zucchero “Sugar” Fornaciari), con il quale aveva già collaborato in passato. Gli affida il compito di “mettere in bella” le sue idee realizzando un album. Otto brani che il nostro non vede l’ora di farci ascoltare, con il primo singolo estratto dal titolo “Welcome to my life”. Rock, con una chitarra pesante sotto che ti carica. Rock come modo di essere. Mettersi continuamente in gioco. Da un giorno all’altro, decidere di partire, cambiare città, cambiare vita. Andrea Sellaroli l’ha fatto, senza certezze sul futuro, seguendo ancora il suo istinto. E, per fortuna, gli è sempre andata bene.

Segui Andrea Sellaroli su:

FB: https://www.facebook.com/andrea.sellaroli.72 IG: https://www.instagram.com/andrea_sellaroli/ YT: https://youtube.com/channel/UCvu9kifQQibT2jisiC7OTbg

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