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Interviste

Modà, un ritorno live emozionante

Due anni di attesa per un ritorno sul palco emozionante. La band dei record, che ha sempre trovato nel live la sua condizione migliore, riparte con uno spettacolo all’insegna della leggerezza

Gino Morabito

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Quando fuori impazza la guerra, il gruppo capitanato da Francesco “Kekko” Silvestre canta la vita, l’amore, la “Buona fortuna” aiutata dai piccoli gesti concreti. Probabilmente i Modà non potranno cambiare il mondo con le canzoni, ma di certo faranno valere il loro punto di vista. Perché non esiste una guerra giusta, l’unica cosa giusta di una guerra è la fine.

In tour nei principali palazzetti italiani, Francesco “Kekko” Silvestre (voce), Enrico Zapparoli (chitarra), Diego Arrigoni (chitarra), Stefano Forcella (basso) e Claudio Dirani (batteria) portano dal vivo i brani del nuovo progetto discografico facendo tappa a Verona, Catania, Reggio Calabria, Bari, Roma ed Eboli.

La verità sull’amore con gli occhi di un romantico.

«A Gioia parlo tantissimo della storia che ho avuto con mia moglie Laura,» racconta Kekko «dei ventitré anni di vita l’uno accanto all’altra, di tutto quello che abbiamo fatto insieme… Cerco di farle capire, attraverso la nostra testimonianza di coppia, quanto sia importante avere un uomo affianco che la tratti bene, con rispetto, per essere davvero felice.»

Indicando la strada da seguire.

«L’unico modo che abbiamo per poter parlare d’amore ai ragazzi è attraverso i gesti concreti, quotidiani, che compiamo nei confronti delle nostre compagne, nei rapporti di coppia tra genitori. Anche io e Laura, in qualche modo, abbiamo preso spunto dai nostri genitori: proveniamo entrambi da due relazioni stabili che vanno avanti da quasi cinquant’anni.»

A quei tempi i “social” erano fatti di contatti umani, dove ci si incontrava tra coetanei.

«Si giocava insieme, talvolta si faceva anche a cazzotti ma alla fine eravamo tutti amici. D’estate, finita la scuola, si usciva la mattina alla volta delle cascine abbandonate; si preparava lo zainetto con il toast e la mamma non aveva paura di mandarti, perché era tutto più semplice, chiaro, meno perverso. Prendevo la bici e andavo a fare un giro nei campi di pannocchie, poi al campetto di calcio dove trovavo sempre qualcuno con cui poter giocare al pallone improvvisando le porte con le nostre giacchette.»

Il ricordo più vivido dell’infanzia ha il sapore del gelato.

«Quando mia mamma tornava dal lavoro – lei era un’infermiera, io e mia sorella a casa che l’aspettavamo – mi dava duemila lire aggiungendo: “Kekko, vai a comprare i gelati al bar.”. Ed io a correre più veloce possibile fino al ponticello per comprare tre gelati: uno per me, uno per mia mamma e uno per mia sorella. Ritornavo a casa col fiatone, e mangiarci quei gelati era una delle cose più belle al mondo.»

Un retrogusto che sa di nostalgia.

«Una parola imprescindibile nella mia vita è malinconia. Sono uno che vive costantemente nel passato e questo mio immutabile modo di essere mi fa andare su tutte le furie. Ho bisogno di rifugiarmi nel passato perché mi manca troppo quello che ho vissuto.»

In fondo, ognuno di noi è ciò che nessuno potrà conoscere.

«Davanti allo specchio vedo sempre quel bambino di cui non mi voglio mai dimenticare: se sono diventato ciò che sono oggi, è grazie ai suoi sogni. Vorrei ritrovarlo quel bambino, per cercare di sentire nuovamente la stessa gioia, l’entusiasmo, quella voglia di correre nei prati con le braccia aperte senza una meta, l’importante era correre.»

Quella voglia di libertà.

«Sicuramente la musica, se da un lato mi ha procurato il successo, dall’altro mi ha costretto a rinunciare alla privacy e a quella libertà a cui tengo molto. Inizialmente la vivevo malissimo, adesso va un po’ meglio. Volevo proteggere la mia famiglia e continuare ad essere me stesso: ci vuole un attimo a farsi risucchiare da quel vortice e ritrovarsi a impersonare un altro. Il mondo dello spettacolo è un continuo saliscendi: quando stai in cima, sono tutti con te sull’altare ma, se cadi a terra, ti volti e non trovi più nessuno.»

Restare sé stessi, non assomigliare a nessuno, essere umili.

«È il consiglio migliore che mi abbiano mai dato, ed è lo stesso che do a Gioia. La mia corazza, la mia forza l’ho sviluppata sui gesti concreti che ho visto fare ai miei genitori. Anni di sacrifici per tirare su tre figli, a cui non hanno fatto mancare mai niente. Magari non avevamo la bici nuova, era usata, ma ce l’avevamo.»

Una testimonianza autentica per credere e andare avanti.

«Di sicuro, credere in qualcosa è fondamentale per chiunque. Ho scritto un brano tempo fa, contenuto nel disco “Viva i romantici”, s’intitola “Salvami” ed è un pezzo a cui sono molto legato perché racconta di un momento intimo. È un dialogo tra me e Dio fatto in un periodo difficile della mia vita.»

Più che una canzone una preghiera.

«Non sono mai stato un praticante ma ho sempre creduto nell’idea di avere degli angeli custodi. Qualcuno che da lassù mi protegge; che, quando cammino, si prende cura di me. Poi, per quanto riguarda tutto il resto, preferisco scoprirlo quando sarà il momento e farmi meno domande possibile. Continuo a credere e sperare, ma non mi piace immaginare troppo per evitare di rimanere deluso.»

Riuscire ad affermare la propria individualità è impagabile. Si prova una sensazione di euforia, per certi versi simile alla felicità.

«Sono più felice adesso degli anni in cui andava tutto bene. Felice di essere me stesso, della mia libertà a 360 gradi, senza nessuno che mi dica cosa fare. Mi riferisco chiaramente al lavoro. Non c’è libertà più grande di fare ciò che si vuole, senza costrizioni. Quanto ai rapporti umani, grazie anche all’esempio dei miei genitori, sono sempre stato una persona perbene, rispettosa di tutti, e non ho intenzione di cambiare.»

Di umili origini letterarie, cresciuto a pane e Thoreau e strizzando l’occhio a Paperino, impara presto a usare la penna e diversifica la sua scrittura: ora pubblicando un libro di giochi, ora un racconto, ora un romanzo che ti fa volare e perfino una raccolta di poesie giovanili. Abitante delle redazioni musicali e dello spettacolo, già habitué della scrittura creativa, approfondisce la strategia di comunicazione per imparare che alla fine bisogna scrivere in profondità, non in lunghezza. Facendo bene i conti quarant’anni in poche righe. È un buon inizio. Contatti: morabitogino2176@gmail.com https://www.musicaintorno.it/

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Interviste

ASSOLO di ANNA DARI, il suono potente della vita

Spettacolare, impetuosa, delirante. Tutta la potenza rigenerante della solitudine ripiegata in un ASSOLO. La creatività musicale e poetica di Anna Dari trasforma le tenebre in luce e riaccende la vita

Gino Morabito

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Pianista per scelta, compositrice per caso, scrittrice per passione. La sensibile artista astigiana combatte il male oscuro della depressione con l’arma della propria musica e vince. Nel 2020 il primo premio al Concorso internazionale “Salvatore Quasimodo” sezione Musica al prestigioso CET di Mogol e nell’agosto 2021 pubblica Oltre la nebbia. Un progetto discografico nuovo, diverso, metaforico. Con un cambio di rotta e di stile rispetto ai primi dieci anni del suo comporre. L’album (edito da Blue Spiral Records) contiene sette gemme preziose, tra cui la raffinata e struggente ASSOLO che aveva dato il la iniziale.

Realizzato dallo studio ImagesLab di Asti, il video di ASSOLO rappresenta l’ultimo atto di un percorso interiore iniziato con la composizione del brano nell’estate 2017. Erano trascorsi due anni e mezzo di totale silenzio. Un periodo durante il quale Anna Dari aveva deciso di chiudere definitivamente il coperchio del suo pianoforte e della composizione pianistica. Ma il destino ribalta le carte in tavola e la pone in relazione con un’altra anima a lei affine. Travagliata, fragile, in cerca di un appiglio. La colpisce fortemente la storia, per la potente energia che quell’uomo era riuscito a sprigionare dal fondo del pozzo in cui si trovava. Straordinariamente capace di superare la sofferenza fisica dovuta a un grave incidente che aveva compromesso in modo significativo l’uso del piede e quindi della camminata. Ma il sogno, da appassionato runner, di partecipare alla maratona cui tanto anelava, lo spingono ad allenarsi sistematicamente. Senza cedere allo sconforto né alla paura dell’insuccesso o alla facile rinuncia. E così fu. Il trionfo della volontà e della sete di vivere sul dolore psicofisico invasivo. Pur nel profondo di un forte stato depressivo, anche Anna Dari sente la spinta emotiva ad alzarsi dal letto ed avvicinarsi nuovamente alla tastiera. Dopo due anni e mezzo di ferma compositiva, trasforma la storia di quell’uomo in musica. E nasce ASSOLO (disponibile al seguente link:

https://youtu.be/F35Aj_oNqfw

Il desiderio di realizzare un video del brano si è protratto nel tempo fino ad arrivare ad oggi e alla meravigliosa opportunità dell’aprile 2022. Paride Candelaresi, Assessore alla Cultura del Comune di Asti, insieme al Direttore del Teatro concedono l’autorizzazione ad effettuare le riprese all’interno del prezioso Alfieri.

«Girare le riprese del video “Assolo” all’interno di un meraviglioso teatro d’epoca è stata per me un’esperienza unica e irripetibile.» racconta Anna Dari «Mi trovavo faccia a faccia con quella compositrice che per quindici anni aveva agognato di portare la propria musica nel mondo, sognando i grandi teatri. Suonare nel silenzio dell’Alfieri, nudo, spogliato del pubblico, mi ha emozionato. Un’emozione resa ancor più vivida e potente dal ricordo che proprio in quel luogo speciale aveva avuto inizio la mia carriera. Una carriera – confesso – che avrebbe meritato di più. E ancora ci spero. Così come, attraverso quest’“Assolo”, nutro la speranza di poter lasciare ai miei figli un saluto, una traccia, forse eterna, chissà, di cui possano un giorno sentirsi orgogliosi».

Segui Anna Dari su:

Facebook: https://www.facebook.com/anna.dari2008

Instagram: https://www.instagram.com/anna_dari_pianist_composer_/

Spotify: https://open.spotify.com/artist/0lY0agOKdoiJEgFirHzKPY

Web: https://www.annadari.it/ 

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Interviste

FEELIN’ GOOD, L’ENTUSIASMANTE MOOD STYLE DI MATIL JOPLIN

Una carica di energia vitale, voglia di libertà e quel ritornello che ti fa ritrovare il sorriso. È disponibile su tutte le piattaforme digitali Feelin’ good (Golia Record), il nuovo singolo di Matil Joplin

Gino Morabito

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In linea con la filosofia del think positive, marchio di fabbrica della giovane artista forlivese, è un brano che trasmette buoni sentimenti. Racconta dello stare bene con sé stessi e con gli altri, ed emana un profumo intenso di estate.

Feelin’ good (https://youtu.be/L9WmEw9n1hg) di Matil Joplin (pseudonimo di Matilde Montanari) è una canzone rivolta a tutte le età. Perché il mare, il sole e la sua energia sono elementi che irrompono nel cuore di ognuno portando gioia, felicità, benessere. Un incontenibile contagio di entusiasmo che si evince già dal primo ascolto, dove il mood irresistibile fa venire voglia di cantare e ballare. Un ritmo trascinante su di un testo che inneggia alla solarità e alla vita. Una voce soave e grintosa al tempo stesso, e il gioco è fatto.

«“Feelin’ good” è venuto fuori spontaneamente durate una giornata di metà maggio, in vista dell’estate che stiamo vivendo» dichiara Matilde Montanari. «È un pezzo che ho scritto in inglese perché mi riesce più facile esprimermi in lingua straniera. Come poi è già successo con “Picture of my Summer”, il mio primo inedito composto a soli dodici anni.»

In questo periodo difficile, tra guerra, pandemia e follia generale, l’urgenza di veicolare un messaggio positivo, in grado di trasmettere buoni sentimenti. Qualcosa che ci faccia sentire come in una spiaggia con tanti amici intorno e della buona musica. L’incontro fortuito di Matilde con i ragazzi dello Studio 85 di Rimini e da lì la scintilla compositiva. Paolo Campidelli ha curato la parte dell’arrangiamento, assieme a Lorenzo Vincenzi che ha contribuito con la linea di basso e qualche riff di chitarra. Leo Cavada è intervenuto nella creazione di melodia e topline, per poi lasciare la parte del mixaggio e del mastering a Luca Bandinelli.

«Con queste fantastiche persone ho collaborato per far uscire il mio nuovo singolo.» Feelin’ good, l’entusiasmante mood style di Matil Joplin

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WELCOME TO MY LIFE, IL ROCK RANDAGIO DI ANDREA SELLAROLI

Gino Morabito

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Rock, con una chitarra pesante sotto che ti carica. Rock come modo di essere. Andrea Sellaroli canta Welcome to my life. Mettersi continuamente in gioco. Da un giorno all’altro, decidere di partire, cambiare città, cambiare vita. Randagio, il nostro l’ha fatto. Senza certezze sul futuro, seguendo ancora il suo istinto. Undici anni vissuti nelle colline del Chianti, una passione per il vino e per le donne, una chitarra scordata che continua a suggerirgli nuovi testi. Parte il ritmo della batteria, basso, cassa, rullante e nasce una canzone.

Welcome to my life è il nuovo singolo di Andrea Sellaroli. Schietto, rock, diretto. Racconta di un uomo che non si adegua, non si accontenta, rifiutando la banalità e la monotonia. In pace con sé stesso, capace di amare senza riserve chi gli conquista il cuore. Chi “potrà perdonarlo”, se un giorno sarà partito di nuovo “senza neanche salutare”? Un cantautore schivo, che preferisce esprimersi con i suoi pezzi.

E allora Welcome to my life, ed è già tempo di andare via. Il videoclip del brano, fuori su tutte le piattaforme digitali, è disponibile al seguente link: https://youtu.be/BHfkP25ReD4

Biografia

Dal Nord al Sud, con le partite di sabato. Sì, perché Andrea Sellaroli ha allenato per quasi vent’anni in serie A1 squadre di pallanuoto femminile. Ed eccolo ancora oggi, il sabato, a urlare nelle piscine di tutta Italia. Durante la settimana, corde vocali permettendo, in studio di registrazione. Nato il 10 aprile ‘72, ha suonato le tastiere nei Side One: portavano nei locali di Spezia e dintorni le cover di Zucchero, Liga, Vasco… Autodidatta, Andrea Sellaroli riesce a trovare accordi, scale, melodie, affidandosi esclusivamente all’orecchio. Scrive canzoni da sempre: registra le parti di basso, di batteria, di chitarra, degli archi e naturalmente di tastiera. Girata l’Italia in lungo e in largo, torna a vivere a La Spezia. Contatta nuovamente Max Marcolini (chitarrista, arrangiatore e produttore di Zucchero “Sugar” Fornaciari), con il quale aveva già collaborato in passato. Gli affida il compito di “mettere in bella” le sue idee realizzando un album. Otto brani che il nostro non vede l’ora di farci ascoltare, con il primo singolo estratto dal titolo “Welcome to my life”. Rock, con una chitarra pesante sotto che ti carica. Rock come modo di essere. Mettersi continuamente in gioco. Da un giorno all’altro, decidere di partire, cambiare città, cambiare vita. Andrea Sellaroli l’ha fatto, senza certezze sul futuro, seguendo ancora il suo istinto. E, per fortuna, gli è sempre andata bene.

Segui Andrea Sellaroli su:

FB: https://www.facebook.com/andrea.sellaroli.72 IG: https://www.instagram.com/andrea_sellaroli/ YT: https://youtube.com/channel/UCvu9kifQQibT2jisiC7OTbg

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