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Attualità

Comunicazione istituzionale della Chiesa

Un corso introduttivo, online e completamente gratuito, promosso dalla Facoltà di Comunicazione dell’Università della Santa Croce

Mario Russo

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Rivolto in particolare ai “comunicatori della Chiesa” o aspiranti tali, ma utile a chiunque operi o si avvicina al mondo della comunicazione il corso sulla Comunicazione istituzionale della Chiesa: gestione, relazioni e strategia digitale sarà attivo a partire dal 13 settembre.

Promosso dalla Facoltà di Comunicazione Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce il corso sarà online e completamente gratuito.

L’attività – come sottolineano gli organizzatori – si inserisce nell’ambito delle attività organizzate per il 25º anniversario (1996-2021) della stessa Facoltà  e nasce con lo scopo di offrire le conoscenze di base sulla Comunicazione istituzionale della Chiesa, dalle competenze del Direttore di comunicazione alle strategie del dipartimento, dalla gestione manageriale all’interazione con i pubblici esterni e i giornalisti, con un focus sulla presenza degli organismi ecclesiali nelle reti sociali.

Tra i principali destinatari c’è sicuramente chiunque voglia approfondire i vari aspetti della comunicazione della Chiesa: volontari nelle parrocchie od organizzazioni non profit, collaboratori di diocesi o altre istituzioni ecclesiali, rettori di Seminari e Superiori con compiti manageriali, alumni della Facoltà come attività formativa permanente, operatori pastorali della comunicazione e potenziali studenti interessati agli studi in Comunicazione istituzionale. Ma ciò non toglie che la proposta possa essere utile a chiunque opera o si avvina al mondo della comunicazione istituzionale.

“Riteniamo che soprattutto nel tempo dell’interconnessione e della diffusione capillare della comunicazione sia molto utile andare incontro alle tante esigenze di professionalità sparse sul territorio, soprattutto per aiutare a raccontare meglio la Chiesa, che da oltre 2000 anni ha la sua ragion d’essere proprio nella comunicazione – ha commentato il Decano della Facoltà, Daniel Arasa  che sottolinea– Questa iniziativa, che nasce nell’ambito del nostro 25º anniversario, vuole anche essere un modo per condividere l’esperienza formativa che abbiamo acquisito in tutti questi anni e metterla ancora una volta al servizio della Chiesa”.

Il corso – disponibile inInglese, Italiano e Spagnolo – è articolato in 4 moduli, affidati a docenti specialisti del settore che verranno attivati settimanalmente (13, 20, 27 settembre e 4 ottobre). Ognuno dei moduli prevede anche la partecipazione a un Forum interattivo con il docente. Le attività potranno essere seguite in qualunque momento della giornata e richiederanno un impegno approssimativo di 2-3 ore a settimana.

Per iscriversi, gratuitamente, è necessario aprire un account sulla piattaforma didattica Discere-On demand, una di quelle in uso nell’Università, dalla quale si può poi accedere al corso nella lingua preferita (Inglese, Italiano e Spagnolo): https://discere-ondemand.pusc.it/

Informazioni utili:

Direttore di Foritalynews, docente alla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, competenze in tecnologie della comunicazione audiovisiva e multimediale e nel marketing. Esperto in comunicazione istituzionale e comunicazione politica (almeno credevo! Vista l'anti-comunicazione attuale). Particolarità: non ho ancora deciso cosa farò da grande.

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Attualità

Festa del Lavoro e Festa della Mamma, un dialogo difficile

Maggio accosta queste due ricorrenze che fanno segnare un ritardo strutturale e culturale

Gloria Gualandi

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Maggio è mese di feste ricche di spunti culturali: il quinto mese dell’anno si apre infatti con la Festa del Lavoro, una ricorrenza molto diffusa in giro per il mondo e meritevole di un approfondimento visto che nella stessa data convergono anche altre celebrazioni in diversi Paesi. Poi la seconda domenica di maggio è dedicata – in Italia e non solo – alla persona più speciale di ogni famiglia: la Mamma.

Proviamo ad accostare questi due temi, ed ecco il quadro della donna al lavoro: abitiamo nel Paese in cui il tasso di occupazione femminile è il più basso d’Europa (55%) e la situazione delle mamme lavoratrici è persino più complessa, considerando che rispetto agli obiettivi dell’Agenda Europea 2030 siamo piuttosto indietro. Per capire come stanno realmente andando le cose e come muoversi al meglio nell’ambiente, la divisione del Labor del Network nazionale di professionisti Partner d’Impresa ha presentato un vademecum per punti sugli strumenti fiscali attualmente a disposizione dell’imprenditore e alcuni consigli su strategie di Welfare. le mamme in azienda rappresentano una risorsa indiscussa per le skills acquisite. Un quadro nazionale che non si confronta con i dati connessi al plus valore che le mamme possono portare in azienda da più punti di vista.

“Innanzitutto va considerato che il primo figlio si fa mediamente sempre più tardi – spiega in un articolo Laura Pozzi, Consulente del lavoro di Partner d’Impresa – intorno ai 33 anni e si parla di gravidanze fino ai 45 anni – dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro”. “Ciò significa – spiega ancora – che le neomadri di oggi sono sempre di più figure aziendali senior. Inoltre, è comprovato che la maternità sviluppi specifiche soft skills, tra cui una maggiore empatia e competenze relazionali”.

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Attualità

Sicilia vacanti Il primo album di Alessandro D’Andrea Calandra

Redazione Foritalynews

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S’intitola “Sicilia vacanti” il primo album dell’agrigentino Alessandro D’Andrea Calandra che con questo lp si affaccia nel modo discografico italiano. Lo fa con un disco scritto in dialetto, dando libero sfogo allo stile musicale che meglio definisce la sua terra natia. Un genere ethno-folk che risente della tradizione culturale siciliana, affondando le radici in un passato remoto fatto di storie da raccontare.

Storie vissute, ascoltate e che, nelle tracce di Sicilia vacanti, diventano quadri cangianti dai colori speziati, spargendo profumi antichi. Pregni di sapori atti a contraddistinguere un’epoca. Storie di immigrazione, di viaggi, di coraggio, di persone che affrontano disavventure ritrovando la loro terra o combattendo per essa.

I brani del nuovo album di Alessandro D’Andrea Calandra danno voce alle persone che nella sua Sicilia hanno vissuto e lottato in questi frangenti musicali. “Sicilia vacanti”; “Èuno”; “L’Isola di Allah”; “Danza saracina chista sira!”; “Federicu (gioia di lu munnu)”; “L’avemooh hoonkya dance”; “Cumpagna Luna”; “Cori fa’ la vovò”; “Si ‘u munnu fussi amuri”; “Cugliemuli sti spichi!” sono la tracklist di un “progetto d’amore”.

Le parole intersecano una musica soave ed etnica, capace di far viaggiare la mente dell’ascoltatore in quei meandri storici. Ci si addentra negli orizzonti dispersi di un passato lontano. Palermo, Agrigento, l’impero bizantino, i Saraceni. Immagini storiche che descrivono un mosaico di suoni pronto ad ergersi difronte a noi mostrando la realtà di un popolo caparbio. Un popolo fiero che ha messo le sue radici in quel tempo e che in quelle immagini rivede sé stesso.

Alessandro D’Andrea Calandra pubblica “Sicilia vacanti”. Un disco inedito fatto di canzoni che, prese nel loro insieme, diventano le splendide figure di unico quadro dipinto a mano dall’artista.

Segui Alessandro D’Andrea Calandra su FB / IG / TT / YT

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Attualità

Primavera, e la moda torna a scegliere il fiore

Da millenni l’abito femminile ha fatto proprio in varie forme questo delicato decoro

Gloria Gualandi

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I vestiti a fiori tornano protagonisti dei look di stagione. Lo segnala Elle, che parla di charme in boccio. Spiega che i vestiti ultra bouquet vanno arricchiti con camperos, tweed e accessori infiorettati a dovere.

La tendenza floreale della moda Primavera Estate sboccia sulle passerelle in uno spettro ampissimo che va dagli abiti stampati – come quello con gonna a corolla di Dior o la creazione Comme des Garçons – all’anturium dress di Loewe in cui l’abito è il fiore stesso. E poi – racconta ancora Elle – ecco vestiti con ricami e applicazioni floreali 3D dal rosso Bottega Veneta al nude dress in stile primavera botticelliana di Acne Studios fino ai boccioli décor che fioriscono sulle tote bag Prada: le collezioni Primavera Estate sulle passerelle interpretano cosi la tendenza floreale.

Guardando indietro nel tempo – come invita a fare dal canto suo Harper Bazaar – la tendenza a integrare i fiori di tessuto nel proprio guardaroba proviene dall’antico Oriente: 1500 anni fa le donne cinesi che frequentavano il Palazzo Imperiale si agghindavano i capelli con preziosi fiori in seta, poi la moda passò alla nobiltà cinese, al Giappone, alla Corea e, infine, grazie all’apertura di nuove rotte mercantili, approdò anche in Occidente. In Italia dei fiori di seta si iniziano ad avere tracce a partire dal XII secolo. Da qui viaggiarono per tutta Europa per poi mettere radici in Francia, prima di tornare a migrare verso l’Inghilterra e poi l’America. Per un po’ di tempo se ne persero le tracce, finché le rosette non iniziarono a comparire sulle scarpe della nobiltà del XVI e XVII secolo, quando l’aristocrazia le accompagnò con fiocchi e nastri sgargianti per decorare l’allacciatura. Godettero poi di un periodo particolarmente florido in età vittoriana, verso la fine del 1800: drammatici e intrisi di una bellezza decadente, i fiori di seta, soprattutto se tinti di nero, si sposarono bene con le atmosfere cupe del tempo e con la moda gotica che iniziò a mettere radici.

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