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Società

Libertà di stampa e diritto di informare: due diritti in sofferenza?

Collaboratori occasionali

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Un breve saggio su un “diritto insopprimibile” e le minacce tese a scardinarlo

1. La cinematografia molte volte è la trasposizione della realtà. Avvenimenti recenti o passati portati sullo schermo affinché non siano dimenticati. Cronaca e storia i più gettonati, ma non mancano film sul giornalismo ed il più famoso resta Quarto potere di Orson Welles proiettato nel 1949…

di Gino Falleri

Sintesi del saggio: Libertà di stampa e diritto di informare: due diritti in sofferenza? (Vai alla versione completa)

Un breve saggio su un “diritto insopprimibile” e le minacce tese a scardinarlo

1. La cinematografia molte volte è la trasposizione della realtà. Avvenimenti recenti o passati portati sullo schermo affinché non siano dimenticati. Cronaca e storia i più gettonati, ma non mancano film sul giornalismo ed il più famoso resta Quarto potere di Orson Welles proiettato nel 1949. Non meno conosciuto ed apprezzato è anche L’ultima minaccia del 1952 diretto da Richard Brooks, un ex giornalista. Il regista americano ha rievocato un fatto realmente accaduto, che riguarda sia la libertà di stampa che la lotta alla criminalità.

I giornalisti americani non sono riverenti nei confronti del Potere poiché la stampa, come ha voluto ribadire il New York Times dopo lo scandalo del Watergate Hotel (1972) […] deve “servire i governati e non i governanti”.

Non sono nemmeno teneri nei confronti dei colleghi che violano le regole deontologiche. […] Il giornalista deve essere indipendente poiché è il responsabile della corretta informazione. Per la regola delle tre “I”, oltre ad essere indipendente deve anche essere indisponente ed impertinente.

2. Il mondo dell’informazione, inteso come mezzi di comunicazione ed addetti, sta attraversando da alcuni anni una profonda crisi, legata in parte a quella economica, e al momento non si hanno appropriati elementi per pronosticare quando potrà terminare. E’ generale e ha investito pure i paesi anglosassoni. […]

Da noi […] si assiste impotenti alla chiusura di antiche ed autorevoli testate. Una di queste è Il Corriere Mercantile di Genova fondato nel 1824 e dal quale sono usciti Giulio Anselmi, Maurizio Costanzo e Paolo Garimberti, giornalisti quanto mai noti all’opinione pubblica.

Le cause sono molteplici. La prima, come accennato, è costituita dal rallentamento dell’economia occidentale, soprattutto quella dell’Unione europea, per poi passare alla fine del triangolo editore-pubblico-inserzionista, […] e non ultima dall’introduzione delle tecnologie sempre più avanzate e sofisticate, che riducono o sostituiscono l’apporto dell’uomo. […] La nascita del citizen journalist ha decretato la fine del giornalismo tradizionale”.

Il “citizen journalist” ha senz’altro impresso una svolta alla professione, ma a decretare il tramonto del giornalismo tradizionale è l’avvento del digitale, che ha messo in crisi il giornale. […] Il destino della carta stampata, come ha sottolineato Richard Tofel presidente di ProPubblica e già assistant publisher del Wall Street Journal, è più vicina al capolinea di quanto si voglia far credere (1). […]

La crisi ha finora prodotto la caduta delle vendite (secondo i dati forniti dall’ADS sono stati persi 3 milioni di lettori paganti), la riduzione delle inserzioni pubblicitarie, la contrazione dell’offerta rispetto alla domanda, che aumenta per la costante crescita degli iscritti all’albo, e il calo degli interventi pubblici di sostegno. […]

Il quesito cui bisognerebbe dare una risposta riguarda le competenze e i poteri del Consiglio nazionale. Se ha la facoltà di non attenersi alla legge per rispondere alle esigenze della professione, nonché ai nuovi modi di informare introdotti dalla tecnologia, o più appropriatamente se può sostituirsi al legislatore invocando l’autonormazione. […]

Non ultima i rischi cui quotidianamente vanno incontro i giornalisti per informare. Questi aumentano giorno dopo giorno e sono costituiti da aggressioni, danneggiamento di beni, intimidazioni, minacce, citazioni in giudizio con richieste milionarie per danni all’immagine e alla reputazione, nonché omicidi. Ora si aggiunge il reato di ricettazione non imputabile direttamente al giornalista, ma all’editore. […]

Tutto mirato a limitare la libertà di stampa e a scardinare quel diritto “insopprimibile” di informare e di critica, che i giornalisti hanno per volontà dell’articolo 2 della legge sull’Ordinamento della professione, la 69/63. Diritto non adeguatamente tutelato dalle nostre autorità, che ha indotto il Consiglio dell’Unione Europea all’inizio del 2015 a richiamare l’Italia a meglio “garantire la libertà di stampa e di informazione”.

Sono le cronache quotidiane a riferire in quali condizioni, e a quale prezzo, i giornalisti esercitano il diritto di informare. […]

Al riguardo si ricordano l’irlandese Veronica Guerin, assassinata nel 1996 a un incrocio della periferia di Dublino, e la russa Anna Politkovskaja, trovata nel 2006 uccisa nell’androne della sua abitazione, nonché Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutoli a loro volta assassinate in Somalia e in Afghanistan. Non sono inoltre da dimenticare i giornalisti caduti sotto i colpi delle organizzazioni malavitose. […]

Informare, portare a conoscenza della collettività fatti ed eventi, od esprimere opinioni, incomincia purtroppo ad alimentare la nascita movimenti non favorevoli. Nel Continente europeo, come è stato sottolineato ad Albacete durante il convegno su “Rights & Jobs in journalism: labour, rights for journalists” organizzato dalla European federation of journalists, cresce la voglia di limitare la libertà di espressione e il diritto di cronaca. […] Preoccupante e limitatrice del diritto di informare una recente iniziativa della Polizia di Stato di Roma, che ha spinto il Sindacato cronisti romani ad intervenire a difesa del diritto di cronaca. Per rispettare le direttive dell’autorità giudiziaria non è stata riferita ai giornalisti la notizia di un omicidio, limitando così il diritto di essere informati. Ad aggravare la situazione ci sono pure i cosiddetti editti bulgari non inediti del governo in carica nei confronti dei giornali troppo critici. Atteggiamento che non è passato sotto silenzio provocando la reazione della Fnsi, che ha affermato che “mettere alla berlina i giornali e i giornalisti scomodi, agitando bavagli più o meno mascherati, è tipico dei regimi” (2). […]

Come andrà a finire non è facile anticiparlo. L’unica cosa certa è che i giornalisti sono sotto scacco. […]

La nostra Costituzione tramite l’articolo 21 afferma che “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.  […]

Non pochi sono stati i giornalisti condannati senza la condizionale, quindi incarcerati, per i cosiddetti reati di opinione pur essendo vigente il citato articolo. La serie inizia con Giovanni Guareschi per poi continuare con Francesco Tolin, Calogero Venezia, Stefano Surace, Lino Jannuzzi, Gianluigi Guarino, Alessandro Sallusti e Francesco Gangemi. In corso c’è il processo a carico del direttore di un settimanale e di un suo redattore. […]

3. […] è indubbio che l’informazione e il pluralismo siano una componente essenziale, fondamentale e irrinunciabile della società democratica. Per questo motivo la difesa del diritto di informare, nonché quello di essere informati, costituisce una priorità assoluta. Joseph Pulitzer, uno dei grandi del giornalismo anglosassone, ha asserito che i giornalisti sono delle sentinelle. Vigilano affinché non ci siano attentati alle istituzioni democratiche. […]

4. La redazione di un giornale per confezionare il suo prodotto non si avvale solo della professionalità dei redattori, cronisti, corrispondenti, informatori e la ripresa dei lanci delle agenzie per diffondere le notizie di interesse collettivo. Richiede pure quella degli inviati poiché il giornalismo si realizza, come è noto, attraverso tre verbi: andare, vedere e raccontare. Ed è inoltre il giornalista ad essere il giudice dell’utilità sociale della notizia. […]

I giornali strada facendo, con l’introduzione di nuove tecnologie, per stimolare l’interesse e la domanda, si sono arricchiti di immagini. Non solo quelle fornite dai disegnatori, bensì delle istantanee dei fotoreporter.  Il primo fotografo di guerra è stato l’inglese Roger Fenton, non neutrale. Ha inviato dalla Crimea immagini edulcorate. Sempre sullo stesso fronte era pure presente un fotografo italiano, Felice Beato, unitamente al suo socio James Robertson. […]

5. La libertà di informare inesistente nelle società “ademocratiche” ha avuto nel nostro Paese dalla promulgazione dello Statuto e dell’Editto Albertino (1848), non considerando i 21 anni del fascismo ed il pensiero unico, luci ed ombre, alti e bassi. Molte delle leggi che hanno regolato in passato la libertà di stampa hanno origine dalla riforma liberale di Giovanni Giolitti e negli anni Venti del Novecento abrogate dal regime fascista e sostituite con altre meno tolleranti (3). […]

Sulle risorse pubbliche destinate alla stampa è opportuno ricordare che i governi dall’Unità d’Italia (1861) fino alla Grande Guerra (l’Italia è entrata nel conflitto il 24 maggio 1915) hanno aiutato solo i giornali amici mentre hanno relegato all’angolo gli altri ed imposto persino la censura, nonostante le proteste e le rimostranze della Federazione nazionale della stampa. Dato che è stato accennato alle intercettazioni telefoniche è bene sapere che gli esecutivi dei primi anni del Novecento – guidati da Saracco, Zanardelli e Giolitti – avevano l’abitudine non solo di far registrare le conversazioni di Luigi Albertini, direttore del Corriere della Sera, con la redazione romana, ma cercavano persino di intercettare la sua corrispondenza.

Giovanni Giolitti ha utilizzato il suo capo ufficio stampa, durante i periodi in cui è stato presidente del Consiglio, per impartire ordini alla stampa.  […] Silvio Spaventa, segretario generale del ministero dell’Interno, aveva il vezzo di schedare giornalisti e proprietari dei giornali d’opposizione. Istruttivi i libri di Mauro Forno e Giancarlo Tartaglia (Informazione e potere, Un secolo di giornalismo italiano).

Anche oggi, in piena democrazia, si origlia, si intercetta. […]

Nella società democratica, multietnica e pluralistica il diritto di informare e di essere informati, nonché quello di informarsi, non possono essere limitati da leggi e regolamenti, tanto meno soppressi. […]

Il diritto di informare, è bene sottolinearlo, non è esplicitamente espresso nella nostra Costituzione mentre lo è in altre di più recente generazione. L’articolo 21 lo contiene in nuce ed è un diritto di libertà. […]

Dottrina e giurisprudenza hanno fatto si, come ha affermato Ruben Razzante, docente all’Università Cattolica di Milano, “che la libertà di manifestazione del pensiero si declinasse, inizialmente come libertà di opinione, poi come diritto di cronaca, quindi come diritto di informare e diritto di informarsi”(4).

E’ stata la Corte Costituzionale sulla base della dottrina e dei documenti internazionali a riconoscere, con una serie di sentenze, che esiste il “diritto di informare” di competenza dei giornalisti, unitamente ai diritti di essere informati e di informarsi, che sono invece propri del cittadino. […]

6. La libertà di esprimere le proprie idee ha antiche radici ed il primo esempio è la Grecia, la patria della democrazia. […]

La genesi della svolta autoritaria è da ricondurre per una serie di motivi alla Grande Guerra (1914/1918), che è stata un mattatoio, ed al trattato di Versailles, che non ha prodotto i risultati auspicati (5). […]

Sempre sulla libertà di stampa, ed implicitamente sul diritto di informare e di ricevere informazioni, nell’ottobre 1948 è stata organizzata la Conferenza di Ginevra mentre a New York il 9 dicembre dello stesso anno l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato La dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Non è un atto vincolante, ma all’articolo 19 è stato fissato il principio che “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quella di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”. […]

La libertà di informazione – il diritto di cercare, ricevere e trasmettere informazioni – costituisce un diritto inalienabile, tutelato da tutte le democrazie occidentali ed inserito nelle loro Costituzioni, con eccezione dei paesi anglosassoni che seguono la “common law”. Attraverso il tempo sono state coniate diverse definizioni. Una è già stata riferita. Se ne può aggiungere un’altra: è “un diritto funzionale a esigenze sociali”. […]

I giudici delle leggi hanno inizialmente affermato con la sentenza numero 96 del 1969 che la libertà di stampa costituisce “una pietra angolare dell’ordinamento democratico” mentre con la 172 del 1972 hanno asserito che è il “fondamento della democrazia” ed infine con la 138 del 1985 hanno sancito che “è il più alto, forse, dei diritti fondamentali”.

Tre sentenze che costituiscono la base del diritto di informare e che la Corte costituzionale con le sue successive pronunce ha sempre più rafforzato e che ora il Parlamento con un provvedimento illiberale vorrebbe imbrigliare. I giudici hanno affermato che nell’articolo 21 sono insiti riferimenti all’interesse generale all’informazione, tanto da configurare il “diritto di essere informati”, come risvolto passivo della libertà di informazione.

Negli anni successivi la Consulta ha accentuato la sua attenzione sul tema informazione. Sintomatica è la sentenza 155/1990 con la quale è stato sancito il “fondamentale valore costituzionale del pluralismo dell’informazione” per poi dichiarare che “l’informazione, nei suoi risvolti attivi e passivi (libertà di informare e diritto di essere informati) esprime ….. una condizione preliminare per l’attuazione ad ogni livello, centrale o locale, della forma propria dello Stato democratico”. […]

La Corte costituzionale ha voluto affermare e ribadire tramite le sue sentenze che il diritto all’informazione è garantito dall’articolo 21. Un tale diritto deve essere qualificato e caratterizzato da alcuni elementi. Questi sono il pluralismo delle fonti, l’obiettività e l’imparzialità dei dati forniti, la completezza, la correttezza, la continuità dell’attività di informazione erogata, il rispetto della dignità umana, l’ordine pubblico, il buon costume e il libero sviluppo psichico e morale dei minori. Elementi e regole che si ritrovano, oltre che nella “Carta dei doveri del giornalista” del 1993, nella Carta di Treviso e nel Codice sulla privacy relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività parlamentare.

7. Sulla libertà di stampa e sul diritto di informare, nonché quello di essere informati, di passi in avanti ne sono stati fatti diversi. […]

Le cronache attestano, è già stato indicato in precedenza, che non mancano ripetuti attentati al diritto di informare. La sua difesa la debbono assumere i giornalisti con la propria professionalità, con l’essere super partes e non portavoce, nonché con il coraggio che mostrano quotidianamente nel raccontare il malaffare nelle sue articolazioni e diversificazioni. Pure sugli sperperi delle risorse pubbliche e gli abusi della politica.

    1. Prima Comunicazione on line, sabato 23 gennaio 2016.
    2. Fnsi: Comunicato stampa del 14 dicembre 2015. Giornali alla berlina.
    3. Castronovo V.: “La stampa italiana dall’Unità al fascismo”. Editori Laterza.
    4. Razzante R.: “Manuale di diritto dell’informazione e della comunicazione”. Edizioni Cedam.
    5. MacMillan M.: “Sei mesi che cambiarono il mondo. Parigi 1919”. Arnoldo Mondadori Editore: Anno 2006.

Gli articoli che seguono sono scritti da collaboratori, a vario titolo, della testata. Alcuni, occasionalmente, scrivono ancora. Altri non più.

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Religioni

Nominato il nuovo Rettore alla Pontificia Università della Santa Croce

Si tratta del rev. prof. Fernando Puig, attualmente Decano della Facoltà di Diritto Canonico
 

Daniele Sebastianelli

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Entrerà in carica l’1 ottobre 2024, con l’inizio dell’Anno accademico, il rev. prof. Fernando Puig come nuovo Rettore della Pontificia Università della Santa Croce di cui quest’anno ricorre il 40º anniversario della fondazione. Subentra al rev. prof. Luis Navarro che, dopo otto anni di mandato, in quella stessa data andrà in pensione, incorporato alla Santa Croce nel 1986.  

Il rev. Fernando Puig è nato a Terrassa, in Spagna, nel 1968, ed è sacerdote incardinato nella Prelatura della Santa Croce e Opus Dei dal 2004. Professore ordinario di Diritto dell’Organizzazione e del Governo della Chiesa presso la Facoltà di Diritto Canonico è Dottore di ricerca in Diritto privato presso l’Università di Barcellona e Università di Girona. Ha conseguito anche un dottorato in Diritto Canonico e in Teologia dogmatica ed è autore di numerosi contributi e articoli su riviste specializzate.

“La Comunità Accademica ringrazia il prof. Luis Navarro per gli anni di lavoro come Rettore al servizio della nostra Istituzione” si legge in una nota. Nel corso dei due mandati “si è avviato un processo di riforma dell’organizzazione interna, professionalizzando diverse procedure di lavoro; si sono attivate misure economiche e finanziarie per garantire la sostenibilità. Negli ultimi anni si è inoltre dato un ulteriore impulso alla ricerca, attraverso la creazione di progetti interdisciplinari e interuniversitari, che coinvolgono studiosi e ricercatori provenienti da Università di diversi Paesi”.  

Rev. Prof. Luis Navarro

Sotto la guida di Navarro, inoltre, “l’Università ha aderito ai progetti finalizzati a favorire la mobilità studentesca e tra i docenti, in linea con quanto richiesto dalla Costituzione Veritatis gaudium di Papa Francesco”.

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Attualità

Festa del Lavoro e Festa della Mamma, un dialogo difficile

Maggio accosta queste due ricorrenze che fanno segnare un ritardo strutturale e culturale

Gloria Gualandi

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Maggio è mese di feste ricche di spunti culturali: il quinto mese dell’anno si apre infatti con la Festa del Lavoro, una ricorrenza molto diffusa in giro per il mondo e meritevole di un approfondimento visto che nella stessa data convergono anche altre celebrazioni in diversi Paesi. Poi la seconda domenica di maggio è dedicata – in Italia e non solo – alla persona più speciale di ogni famiglia: la Mamma.

Proviamo ad accostare questi due temi, ed ecco il quadro della donna al lavoro: abitiamo nel Paese in cui il tasso di occupazione femminile è il più basso d’Europa (55%) e la situazione delle mamme lavoratrici è persino più complessa, considerando che rispetto agli obiettivi dell’Agenda Europea 2030 siamo piuttosto indietro. Per capire come stanno realmente andando le cose e come muoversi al meglio nell’ambiente, la divisione del Labor del Network nazionale di professionisti Partner d’Impresa ha presentato un vademecum per punti sugli strumenti fiscali attualmente a disposizione dell’imprenditore e alcuni consigli su strategie di Welfare. le mamme in azienda rappresentano una risorsa indiscussa per le skills acquisite. Un quadro nazionale che non si confronta con i dati connessi al plus valore che le mamme possono portare in azienda da più punti di vista.

“Innanzitutto va considerato che il primo figlio si fa mediamente sempre più tardi – spiega in un articolo Laura Pozzi, Consulente del lavoro di Partner d’Impresa – intorno ai 33 anni e si parla di gravidanze fino ai 45 anni – dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro”. “Ciò significa – spiega ancora – che le neomadri di oggi sono sempre di più figure aziendali senior. Inoltre, è comprovato che la maternità sviluppi specifiche soft skills, tra cui una maggiore empatia e competenze relazionali”.

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Cultura

Donna, Madre e Arte fuse nelle fotografie di un Maestro

Dall’8 al 19 maggio all’interno del Corner del MAXXI di Roma la mostra fotografica ThroughHerEyes – TimelessStrength di Max Vadukul

Paolo Castiglia

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“Abbiamo voluto dedicare questo progetto artistico alla forza senza tempo delle donne per indurre maggior rispetto verso il mondo femminile. Sono stata orgogliosa di aver interpretato i mille volti delle donne poiché con queste opere vorrei ricordare a tutte noi quanto siamo eccezionali, versatili, forti, camaleontiche. La donna è sempre stata, e lo é ancora, nel centro della società, nel centro della famiglia. E’ quella che, nonostante tutte le difficoltà della vita, ha sempre amore dentro, è sempre pronta a creare il bello, a creare la vita e a portare la luce e il sorriso. Dobbiamo sempre ricordare di questo grande amore che abbiamo dentro e dobbiamo condividerlo”.

Sono parole della Musa ispiratrice, e grande protagonista della mostra, la top model Ludmilla Voronkina Bozzetti, pronunciate in vista della presentazione appunto della mostra fotografica ThroughHerEyes – TimelessStrength, del Maestro contemporaneo Max Vadukul, evento che rappresenta un tributo alla figura della donna e che – dopo il grande successo di Dubai e Milano – arriva nella Capitale dall’8 al 19 maggio prossimi, all’interno del Corner del MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo di Roma.

“ThroughHerEyes” è un viaggio in 40 scatti in bianco e nero nell’eterno femminile: l’attento sguardo dell’artista attraversa i secoli e le tradizioni in una rappresentazione della donna in costante rapporto con i ruoli che ricopre in società e con il proprio mondo interiore. Protagonista della sua ultima ricerca artistica è appunto Ludmilla Voronkina Bozzetti.

La mostra si aprirà nella Capitale alle soglie della giornata dedicata alla Festa della Mamma, una delle molteplici sfaccettature del mondo femminile celebrate da Max: la madre dei ricordi di ieri, la madre nel mondo di oggi e il volto delle madri del domani. L’esposizione al MAXXI di Roma è resa possibile grazie al supporto di Banca Ifis, main sponsor dell’iniziativa. La challenger bank, specializzata nel supporto alle Piccole e medie imprese del Paese, è attiva nel sostegno al mondo dell’arte attraverso il “Ifis art”, il progetto che raccoglie tutte le iniziative in campo artistico della Banca.

“L’idea è ispirata totalmente e al 100% dalla mia storia e da un’unica donna, Ludmilla”, dichiara Max Vadukul, che continua: “Dietro il mio obiettivo, sono sempre vigile, il mio occhio è curioso, i miei riflessi rapidi, ma tutto volto alla scoperta dell’unicità del soggetto che ho davanti. Ho recentemente avuto il privilegio di catturare un soggetto che era insolitamente silenzioso, ma dominava il set con la sua presenza imponente. Man mano che ho appreso di più su Ludmilla, sono stato affascinato e ispirato a progettare una storia d’Arte Fotografica interamente intorno a lei, un tributo che ho chiamato “ThroughHerEyes – TimelessStrength”. È stato un viaggio straordinario in cui è emersa una visione di pura forza”. Ludmilla è quindi contemporaneamente figlia, moglie, madre, modella, lavoratrice, ed è assorta e distaccata, a volte triste e pensierosa, ma anche forte, sicura di sé e trionfante. È spirito indipendente, al centro della vita sociale e familiare, in dialogo con il suo io interiore e con il proprio spazio. Vadukul dimostra che la donna è un caleidoscopio infinito di prospettive e mondi diversi, un femminile infinito che non può essere semplificato in un’unica angolatura.

Il progetto artistico “ThroughHerEyes- TimelessStrength” nasce nel 2021, quando in occasione dello shooting per la Zero Collection di Roberto Cavalli, Vadukul incontrò Ludmilla, una delle modelle del cast. Max ne rimase folgorato: “Lei era diversa, davvero diversa. Aveva una storia ed un passato; una forza reale ed io ho iniziato a fotografarla più e più volte. Infatti, sentii di aver trovato qualcuno che può creare delle forti immagini Vadukul. Volevo creare un progetto di arte con lei”, afferma il fotografo. Simona Petrozzi, presidente di Terziario Donna Confcommercio Roma, spiega a sua volta che ha deciso di patrocinare questa mostra “anche per il positivo rapporto che mi lega alla top model Ludmila Voronkina con la quale condivido la passione per la lingua e letteratura russa, essendo io laureata in lingua russa ed essendo Ludmila metà russa e metà ucraina. Credo poi che questa mostra sia un forte messaggio di pace, vista la sua doppia cittadinanza”. “Come Terziario Donna Confcommercio Roma – aggiunge Petrozzi – patrociniamo sempre le iniziative che mettono al centro la donna nelle sue dimensioni caleidoscopiche e più colorate ed interessanti come donna, mamma, moglie, compagna, imprenditrice e lavoratrice. Gli scatti di Max Vadukul, uno dei fotografi contemporanei più famosi al mondo, è la bellezza di Ludmila incarnano al meglio questa ricchezza del femminile. La donna che lavora, produce, investe, lotta per raggiungere le dimensioni apicali che giustamente merita ma che non perde mai la propria dolcezza, la propria femminilità, il dono unico della maternità. Tutto ciò è in linea perfetta con il progetto #FuturoSicuro che come Terziario Donna Confcommercio Roma abbiamo recentemente lanciato e che propone politiche e strumenti urgenti e concreti per tutelare e valorizzare le donne nella loro dimensione familiare e professionale”.

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