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Società

Autonomia del Veneto, una storia in chiaroscuro

Monica Splendori

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I mercati globali richiedono flessibilità, ma anche coesione per evitare la polverizzazione di interi settori economici

Per quel che riguarda l’eventualità dell’autonomia del Veneto, tema reso sensibile dalle ultime elezioni europee, analizzando questo caotico periodo dal punto di vista sia politico che legislativo, rispetto all’ottobre 2017 emerge che:…

I mercati globali richiedono flessibilità, ma anche coesione per evitare la polverizzazione di interi settori economici

Per quel che riguarda l’eventualità dell’autonomia del Veneto, tema reso sensibile dalle ultime elezioni europee, analizzando questo caotico periodo dal punto di vista sia politico che legislativo, rispetto all’ottobre 2017 emerge che:

  1. L’autonomia che il Veneto avrebbe richiesto con referendum consultivo, per il quale il cittadino ha pagato una ingente somma, ora sembrerebbe essere la volontà anche della quasi totalità delle regioni Italiane. 
  2. Le risorse in stanziamento al Veneto secondo l’intesa, inizialmente sarebbero secondo il costo storico, ma successivamente dovrebbero rispecchiare il costo standard.
  3. Il costo standard seguirà dei parametri definiti da un comitato nel quale i criteri non sono ancora certi, ma i soggetti sono in toto tutti i rappresentanti delle Regioni.
  4. L’approvazione della legge rinforzata spetterebbe a Conte e Zaia o altro rappresentante della regione e secondariamente vagliata dal Presidente della Repubblica.

La questione delle autonomie locali, come istanza di autodeterminazione e di libera scelta di politiche, soprattutto economiche, che rivendica appunto autonomia, può coesistere, vagliando le premesse sovraesposte, in particolare in un periodo storico di sovranismo crescente che richiede una coesione nazionale pressoché totale, laddove invece le tensioni federaliste disegnerebbero autonomia perfino di rapporti internazionali, idee indipendenti anche nella gestione della cosa pubblica?

La Regione Veneto che rivendica maggiormente, oltre che autonomia amministrativa, identità culturale e storica, al suo interno ha province (esistenti) con ben poca comunanza di interessi economici e quindi di prospettive amministrative, ad esempio tra Verona e Venezia il capoluogo di regione. La prima ha un’economia tutta proiettata verso l’Europa centro settentrionale, con la presenza storica di un nodo di interscambio commerciale che porta al Brennero, la seconda invece si orienta verso l’Est con interessi prettamente nel campo delle fonti energetiche.

Da tempo esistono progetti relativi a una possibile “Regione del Garda” che vedrebbe accomunate per gli interessi economici tre Province di tre Regioni una peraltro già autonoma.

I mercati globali richiedono flessibilità, ma anche coesione per evitare la polverizzazione di interi settori economici, si chiede una tutela complessiva di un  prodotto nazionale, ma poi si immagina una autonomia di gestione e di investimenti di risorse.

In conclusione, il cittadino da questa realtà trarrebbe benefici concreti o pagherebbe in qualsiasi regione fosse la sua residenza, un problema di rappresentanza negata, simulata dalla politica, che nelle presunte autonomie regionali cerca solamente compensazioni di potere rispetto agli assetti nazionali?

In Veneto, l’attuale spesa in capo al cittadino rispetto alla Sanità e L’istruzione, migliorerebbe il servizio all’utente se la regione riuscisse ad avere le risorse richieste nell’accordo e l’autonomia?

Le risposte le avremo nel tempo.

In una terra straniera, la storia della vita le segnò il cuore di donna bambina, e volle scrivere per lui. In questo modo ha potuto, voluto raccontare, per far sentire a chi fosse disposto ad ascoltare, quello che aveva vissuto, visto, fatto, assieme ad altri uomini donne, attraverso la sua voce. Monica Splendori è nata a Bussolengo (Verona) il 22/giugno/1964, laureata magistrale in scienze delle professioni sanitarie della riabilitazione e in scienze dei servizi giuridici a Verona

Società

Saldi estivi 2024: sono già arrivati e saranno due mesi di acquisti

Prevale la scelta abbigliamento nel segno della sostenibilità

Gloria Gualandi

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Come da tradizione i saldi estivi 2024 sono iniziati il primo sabato del mese di luglio. Quindi è iniziata ufficialmente la piccola battaglia per le offerte della calza stagione che anticipano le vacanze italiane.

Lo shopping coinvolgerà sicuramente le tendenze moda che abbiamo trattato, moda e beauty, ma i saldi ranno l’occasione per guardarsi attorno e trovare qualcosa che si può utilizzare anche la prossima stagione (magari un blazer firmato o un profumo scontato). Dureranno per circa 60 giorni. Ma cosa comprare ai saldi estivi 2024? Come dichiarato da Confcommercio sui consumi e saldi estivi “oltre il 70% indica tra le preferenze l’abbigliamento, le calzature e gli accessori”, seconda preferenza solo alla ristorazione che rimane al primo posto come investimento estivo proprio in occasione delle vacanze.

Nel mare magnum di proposte, vince il ‘compra ora e indossi sempre’, ovvero l’investimento furbo. Si tratta di un investimento sicuro: un refresh del tuo personale capsule wardrobe o la sua creazione proprio in occasione dei saldi estivi. Si tratta di capi e accessori basici, su sui puoi costruire numerosi abbinamenti. Tra i must have moda suggeriamo una camicia maschile un po’ over – bianca è un grande classico, ma a righe può essere una valida opzione -, un paio di jeans con il modello comfort, che ti fa sentire bene, un paio di pantaloni sartoriali e un paio di mules chiuse davanti .

Una perfetta alternativa alle più classiche décolleté. Sempre attenta alla sostenibilità, nonché a ciò che si può comprare ora e indossare per sempre.

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Attualità

Creare poesia per promuovere la salute mentale: un progetto della ASL Roma 1

“Think poetic” è un progetto nato durante il primo lockdown del 2020 per non lasciare da soli i pazienti del centro di salute mentale del distretto 13 ASL Roma 1, oggi un laboratorio di poesia aperto anche al pubblico

Marco Matteoli

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“Il nostro obiettivo è promuovere la salute mentale nella comunità attraverso la poesia”. Con queste parole il Dott. Andrea Solfanelli, medico psichiatra e promotore del progetto, descrive “think poetic”, nato nel 2020 per andare incontro ai pazienti del CSM del distretto 13 della ASL Roma 1, rimasti chiusi in casa per il lockdown, o impossibilitati per altro motivo a recarsi fisicamente al centro di salute mentale.

Il progetto è iniziato con la condivisione di poesie autoprodotte attraverso una chat, e successivamente si è esteso, mediante appuntamento mensile, generalmente l’ultimo martedì del mese, nella biblioteca “Casa del Parco” su via Pineta Sacchetti, dove il dott. Solfanelli e la dott.ssa Isabella Cavicchia, infermiera e scrittrice, coordinano questa attività di gruppo, esortando, non solo gli utenti del CSM, ma anche la popolazione del municipio, a scrivere e condividere testi poetici e aprirsi al gruppo senza timore di giudizio. Una volta esposta la composizione, gli altri membri del gruppo possono commentare il brano o semplicemente esporre il proprio, questo permette di creare un flusso poetico che si autoalimenta con il contributo di tutti i membri.

Un progetto semplice e “sovversivo”, che scaturisce dall’esigenza di combattere l’isolamento imposto dal primo lockdown, e dal senso di alienazione vissuto dal 2020 in poi, in uno spazio in cui incontrarsi davvero e superare la solitudine. Si utilizzano le composizioni poetiche per lasciare fluire il proprio inconscio e superare i limiti imposti dalle parole di utilizzo comune; il risultato è trovare poesia anche in ciò che non ci si aspetta, anche nella verbalizzazione di malesseri interiori attraverso metafore, allegorie, iperboli, personificazioni o in qualunque altro tipo di figura retorica in grado di esprimere il non verbalizzabile.

Nel gruppo il flusso poetico è libero e mutevole, e ogni membro che mano a mano si aggiunge porta nuovi spunti, che siano storie, ricordi, aneddoti, sogni, si può parlare di se stessi oppure degli altri, al fine di incoraggiare il pensiero poetico, uno strumento in più a sostegno della salute mentale.

Per informazioni è possibile contattare il tel. 06/45460671 oppure la biblioteca casa del parco.

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Attualità

A Solferino la fiaccolata dei 160 anni della Croce Rossa Italiana

Come ogni anno, la città di Solferino ha ospitato la fiaccolata dei volontari della Croce Rossa Italiana, quest’anno ad accendere la prima fiaccola è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Marco Matteoli

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Nel silenzio della notte si odono gemiti, sospiri soffocati pieni di angoscia e di sofferenza e voci strazianti che implorano soccorso. chi potrà mai dire le agonie di quella notte spaventosa! […] Non sarebbe opportuno, durante un periodo di pace e di tranquillità, costituire delle società di soccorso, il cui scopo fosse quello di provvedere alla cura dei feriti, in tempo di guerra, per mezzo di volontari solerti, disinteressati e ben qualificati per tale compito?” Con queste parole Jean Henry Dunant, raccontava della battaglia di Solferino e San Martino del 24 giugno 1859, nel pieno della II guerra di indipendenza italiana, all’interno del suo libro intitolato “un ricordo di Solferino”, pubblicato alla fine del 1862.

È proprio nel ricordo dei campi di battaglia, tra urla strazianti e i miasmi della belligerante disumanità che nacque l’idea di un’associazione di volontari, che con carattere di neutralità ed imparzialità potesse essere in grado di soccorrere i feriti sul campo di battaglia, da questa idea nacque, il 15 giugno 1864, a Milano, la Croce Rossa Italiana. Nella 1° Conferenza diplomatica di Ginevra (8-22 agosto 1864), venne poi sancita la neutralità delle strutture e del personale sanitario.

Ancora oggi dopo 160 anni i volontari della Croce Rossa si impegnano, in virtù dei sette principi fondanti, a sostenere i vulnerabili sia in ambito militare che in ambito civile. “Voglio ringraziarla per la sua opera quotidiana nel mettere al centro dell’agenda Internazionale la sua preoccupazione, che è anche la nostra, per i conflitti armati in corso e per la tragedia umanitaria a cui assistiamo” ha detto il presidente della Croce Rossa Italiana Rosario Valastro rivolgendosi al capo dello Stato Sergio Mattarella, che nel pomeriggio del 22 giugno ha dato di persona il via alla fiaccolata a Piazza Castello, Solferino, per onorare i 160 anni della Croce Rossa Italiana.

Nel frattempo, nella stessa giornata del 22 giugno, l’ufficio del Comitato Internazionale della Croce Rossa a Gaza è stato colpito da proiettili di grosso calibro in seguito a un bombardamento, il quale ha ucciso 25 persone e ne ha ferite almeno 50 , un evento che colpisce allo stomaco i principi stessi di questa associazione, è il caso di dire che “l’umanità si è fermata a Solferino.”

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