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Società

Roma boccia l’idea di un museo sul fascismo

L’obiezione alla istituzione di un museo sul fascismo a Roma appare, come sempre, la decisione di una classe politica che non riesce ancora a fare i conti con il proprio passato

Marco Matteoli

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Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha deciso che, essendo Roma antifascista, mai e poi mai un museo dedicato al fascismo avrà luogo. Il maggior punto di fraintendimento a riguardo è che tale museo potrebbe offrire il fianco a una “interpretazione celebrativa” del ventennio, invece di essere un luogo dove la memoria storica di ciò che è avvenuto possa essere mostrata nella maniera più asettica.

E’ perfettamente inutile parlare di shoah e deportazioni senza comprendere i motivi più profondi che hanno dato origine a tale mostruosità, e a commettere azioni mostruose in quel periodo storico non furono mostri, ma persone, anche rispettabili, con delle motivazioni che in tale periodo potevano apparire ragionevoli. Ciò non di meno, relegare le conseguenze di un regime autoritario a semplice malvagità o stupidità umana è quanto meno superficiale, come superficiale è dare delle connotazioni politiche attuali a un evento storico che in un Paese democratico dovrebbe essere condannato da ogni fazione politica.

La proposta della consigliera 5 stelle al Comune di Roma, Maria Gemma Guerrini, di instituire nella capitale questo polo, analogo a quello sul nazismo presente a Berlino e a Monaco, non nasce come l’idea di raccogliere asetticamente cimeli e busti del fascismo, ma per contrastare il negazionismo e l’ignoranza, ancora diffusa, su fatti accaduti nella prima metà del Novecento in Italia. Non un museo per celebrare il fascismo dunque, ma per contrastarne l’ideologia.

Medico, radiologo, giornalista pubblicista e volontario della Croce Rossa Italiana. Consegue la seconda laurea in Cooperazione Internazionale e Sviluppo nel 2020 presso l’università degli studi di Roma “Sapienza”.

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Attualità

Primavera 2023 il trionfo del color pastello

Primavera 2023 il trionfo del color pastello

Gloria Gualandi

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Tinte chiare e delicate per la stagione che precede l’estate

E’ primavera, malgrado il maltempo, e per la moda deve essere, la primavera dei colori pastello. Questa Primavera Estate 2023 nelle sfilate non fa eccezione.

Lo spiega la prestigiosa rivista Elle, che racconta come, da sempre ci sia uno stretto legame tra queste tinte così chiare e delicate e la stagione che precede l’estate, “tanto che in questo periodo è quasi inevitabile vedere sbocciale per le strade outfit dai colori tenui e sorbetto. I colori pastello infatti, tornano di moda ad ogni primavera, indipendentemente del boom di matrimoni e ricevimenti imminenti e per i quali queste tonalità sono particolarmente adatte. I colori pastello si possono infatti indossarle tutti i giorni in modo super easy e femminile”.

Rosa confetto, celeste polvere, acquamarina e lillà: i colori pastello tornano quindi sulle passerelle Primavera Estate 2023, che non a caso ci offrono una vastissima varietà di abiti dalle tinte pastello ai quali difficilmente potremmo resistere. Dai modelli più lunghi ed eleganti a quelli più corti e sbarazzini, la tendenza resta comunque quella degli abiti color pastello, che si riconferma una delle più forti di stagione. E allora aspettando il bel tempo… lavoriamo col pastello.

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Attualità

“Scegliamo la vita”: domani a Roma la manifestazione per il diritto alla vita

Il corteo sfilerà da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni in Laterano

Daniele Sebastianelli

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Oltre 120 le associazioni attese nella capitale, provenienti da tutta Italia, e migliaia di persone per “celebrare la bellezza e la dignità della vita umana” e difendere “il diritto primario alla vita”.

“C’è un popolo – dicono in una nota gli organizzatori – che vuole lanciare una sfida a tutta Italia: investire e credere nella Vita, nelle famiglie, nella protezione dei bambini, dei giovani, delle mamme e dei papà, degli anziani, dei disabili e fragili”, perchè “soltanto proteggendo la vita in ogni sua fase, dal concepimento fino alla morte naturale, possiamo aspirare a un Paese civile in costante crescita”.

Uno degli obiettivi degli organizzatori è anche quello di arrestare il calo demografico definito “un dramma italiano ed europeo” che si può fermare “con politiche di cura, sostegno, accompagnamento, sgravi fiscali e incentivi per aprire alla Vita”.

Ma non solo, la manifestazione vuole anche opporsi “alle spinte pro eutanasia per le persone fragili o anziane, a quelle per la liberalizzazione della droga e la mercificazione della gravidanza con l’utero in affitto” secondo le parole di Massimo Gandolfini, uno dei portavoce della Manifestazione pro life che partirà domani, alle ore 14, da Piazza della Repubblica per poi concludersi, dopo un corteo, a Piazza San Giovanni in Laterano.

Mostrare “la bellezza della famiglia, aperta alla Vita, vera speranza del nostro Paese” è l’auspicio di Maria Rachele Ruiu, l’altra portavoce dell’evento, che chiede uno “sguardo privilegiato sulle donne, troppo spesso discriminate perché mamme, o abbandonate alla solitudine e all’aborto di fronte a gravidanze inaspettate o difficili”. “L’Italia – ha detto – restituisca a tutti la vera libertà, quella che non rinuncia a nessuno e accoglie, custodisce e si prende cura di tutti: dal più piccolo nascituro fino alla vita più fragile, ferita, scartata”.

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Economia

Il processo creativo dove la moda diventa arte

Paula Elena Liguori couturiere e stilista proiettata nel mondo dello spettacolo

Gloria Gualandi

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Mamma sarta e papà pittore Paula Elena Liguori non poteva che fondere allora moda e arte. Stilista e stylist, sarto e couturier, sono figure che hanno particolari differenze tra loro e Paula tiene a precisare quali sono le specifiche di queste professioni: “Il mondo della moda è infatti – spiega – ricco e articolato, ci sono molte figure che vi ruotano attorno e a volte possiamo fare confusione fra una mansione e l’altra. Anche nel quotidiano spesso confondiamo uno stilista con il sarto o con un couturier, oppure non siamo in grado di comprendere appieno la differenza fra la lavorazione sartoriale e quella su misura”.

Qui però siamo chiari: Paula Elena Liguori nasce in sartoria fra tessuti e spilli, è una couturiere, stilista completa in grado di realizzare tutto il processo creativo. Fra i nomi di professionisti che segue c’è Madame Sisì titolare dell’Art Club Disco Musical Theatre di Desenzano del Garda e Paolo Mariani conosciuto come Paolino DJ.

Paula collabora poi con manager di importanti artisti nello spettacolo e nella televisione italiana, e ha creato gli outfit della 79a edizione del Festival del Cinema di Venezia Starlight per la testimonial Valentina Corvino, modella di punta italiana.In programma per quest’anno ci sono alcuni shooting e la partecipazione alla 80° edizione del Festival del Cinema di Venezia, creando outfit per Valentina e anche per la Presidente del Premio Starlight, Francesca Rettondini.Paula Elena sta poi lavorando ad una sua linea di abbigliamento, con un suo marchio da lanciare a breve sul mercato.

“Il mio progetto – spiega – è aperto a persone o aziende, partner o sponsor, che vogliano partecipare allo sviluppo del mio brand e al lancio della mia linea dei capi di abbigliamento sul mercato; ma anche che vogliano partecipare all’intero percorso che sto portando avanti e che mira a coinvolgere in un prossimo futuro scuole di moda e associazioni di categoria”.

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