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Attualità

Intelligenza artificiale e rischio di isolamento

Marco Matteoli

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L’intelligenza artificiale (IA) è una tecnologia che sta rivoluzionando molti aspetti della vita quotidiana, dalla comunicazione alla mobilità, dall’istruzione alla salute. Tuttavia, presenta anche delle sfide e dei rischi, soprattutto per i giovani, che sono i più esposti e vulnerabili ai suoi effetti. Uno di questi rischi è l’aumento di isolamento sociale tra i giovani, che potrebbe derivare da un suo uso eccessivo o inappropriato.

L’isolamento sociale è una condizione di scarsa o nulla interazione con gli altri, che può avere conseguenze negative sul benessere psicologico e fisico delle persone. Tra i fattori che possono favorire l’isolamento sociale ci sono la mancanza di opportunità di socializzazione, la difficoltà di stabilire relazioni significative, la presenza di disturbi psicologici o fisici, la discriminazione o l’emarginazione. Un fenomeno che, soprattutto dopo la pandemia, ha preso piede in Italia è quello degli “hikikomori”, termine utilizzato per descrivere un fenomeno in cui un individuo si ritira dalla società e si isola completamente dagli altri, rimanendo confinato nella propria stanza per lunghi periodi di tempo senza alcun tipo di contatto o interazione sociale significativa, inclusa la scuola e il lavoro.

Secondo una ricerca del 2022, l’Hikikomori sembra essere prevalentemente concentrato al Nord Italia e la Lombardia e sarebbe al primo posto con il 15,3% dei casi. Tuttavia, l’entità del fenomeno in Italia richiederebbe ulteriori approfondimenti scientifici. (https://www.hikikomoriitalia.it/p/chi-sono-gli-hikikomori.html)

L’IA, in questo senso, può influire sull’isolamento dei giovani in diversi modi. Se da un lato può indubbiamente offrire dei vantaggi, come facilitare la comunicazione a distanza, fornire supporto emotivo o educativo, creare nuove forme di intrattenimento o apprendimento. Dall’altro lato, può anche avere degli effetti negativi, come sostituire o ridurre il contatto umano diretto, creare dipendenza o alienazione, generare falsità o manipolazione, amplificare le disuguaglianze o le divisioni sociali.

Per prevenire o contrastare questo rischio isolamento è necessario promuovere un uso consapevole e responsabile della tecnologia, che tenga conto degli impatti etici e sociali. Inoltre, è importante favorire lo sviluppo di competenze e rafforzare la sfera emotiva tra i giovani, per aiutarli a gestire le proprie emozioni, a costruire relazioni positive e a partecipare attivamente alla vita della comunità. Infine, è essenziale creare delle opportunità di socializzazione reali e inclusive che valorizzino la diversità e il dialogo tra le persone.

Medico, radiologo, giornalista pubblicista e volontario della Croce Rossa Italiana. Consegue la seconda laurea in Cooperazione Internazionale e Sviluppo nel 2020 presso l’università degli studi di Roma “Sapienza”.

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Attualità

“Il lavoro riparte dalle donne. Competenze e merito le logiche che devono guidare il paese…”

I dati a supporto di questa realtà da uno studio Confcommercio presentato nel Forum del Gruppo Nazionale Terziario Donna

Paolo Castiglia

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L’Italia è in piena crisi demografica. Le donne non fanno figli, a differenza degli altri paesi europei, dove sono più numerose le donne che lavorano. Più lavoro, più welfare, più strumenti di conciliazione lavoro-famiglia, più figli: ad esempio Paesi come Danimarca, Svezia e Islanda hanno un indice di fertilità all’1,7% rispetto all’1,2 dell’Italia e hanno il 77% di tasso partecipazione al lavoro. Spostare il tasso di partecipazione femminile dal nostro 49% al 60% della media europea o al 65% della Germania non garantirebbe di avere mediamente più figli per donna, ma aprirebbe sicuramente una possibilità.
Tutto ciò emerge da un report dell’Ufficio Studi Confcommercio che è stato presentato ad Arezzo in settimana nel corso del Forum annuale organizzato dal Gruppo Nazionale Terziario Donna Confcommercio, dedicato al tema “Economia e Lavoro: progetti ed azioni per le imprese e la società”.

L’evento è stata occasione per riflettere sull’occupazione femminile, e dai lavori è emerso come il terziario di mercato sia un settore “molto fertile” per l’occupazione femminile: su 100 donne che lavorano alle dipendenze a tempo indeterminato 75 sono infatti occupate in questo settore, così vitale da essere anche palestra per eccellenza dell’auto-imprenditorialità. Il terziario è donna perché su 100 occupati dipendenti nei servizi 51 sono donne, mentre su 100 occupati dipendenti nell’industria e nelle banche solo 27 sono donne, e poi si lavora prevalentemente a tempo indeterminato: su 100 donne dipendenti nel terziario di mercato, oltre 65 hanno un contratto a tempo indeterminato.

La presidente nazionale del Gruppo Terziario Donna, Anna Lapini, ha illustrato i principi ispiratori del TdLab 2023: “Abbiamo voluto dedicare il nostro meeting annuale a tutte quelle specifiche iniziative che possono creare un cambiamento culturale mirato a raggiungere una più equa parità di genere, attivando i talenti femminili per stimolare la crescita economica e sociale del Paese. Progetti ed iniziative che devono andare di pari passo con l’evoluzione contrattuale e legislativa: nel decreto lavoro abbiamo apprezzato la riduzione del nucleo contributivo, che auspichiamo possa diventare strutturale, e l’incentivazione al welfare aziendale.

Ha partecipato all’evento Simona Petrozzi, vicepresidente nazionale del Gruppo Terziario Donna e Presidente del Gruppo Terziario Donna Confcommercio Roma: “Il terziario di mercato è donna, per l’alta partecipazione femminile fra i lavoratori dipendenti. Il Terziario di mercato è donna, perché è il settore di elezione delle imprese femminili, in particolare per le imprese che si affacciano sul mercato, che rispetto alle imprese gestite da uomini presentano una maggiore concentrazione nel settore dei servizi, il 66,9% contro il 55,7%. Quindi l’imprenditoria femminile del terziario gioca un ruolo determinante per innescare quel circolo virtuoso necessario per costruire una crescita occupazionale, demografica, economica senza la quale l’Italia rischia di non accorciare le distanze con gli altri Paesi e rimanere “fanalino di coda”. L’importanza delle competenze e del merito in tutti i settori devono essere sempre le logiche guida delle scelte strategiche del Paese”.

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Attualità

Primavera 2023 il trionfo del color pastello

Primavera 2023 il trionfo del color pastello

Gloria Gualandi

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Tinte chiare e delicate per la stagione che precede l’estate

E’ primavera, malgrado il maltempo, e per la moda deve essere, la primavera dei colori pastello. Questa Primavera Estate 2023 nelle sfilate non fa eccezione.

Lo spiega la prestigiosa rivista Elle, che racconta come, da sempre ci sia uno stretto legame tra queste tinte così chiare e delicate e la stagione che precede l’estate, “tanto che in questo periodo è quasi inevitabile vedere sbocciale per le strade outfit dai colori tenui e sorbetto. I colori pastello infatti, tornano di moda ad ogni primavera, indipendentemente del boom di matrimoni e ricevimenti imminenti e per i quali queste tonalità sono particolarmente adatte. I colori pastello si possono infatti indossarle tutti i giorni in modo super easy e femminile”.

Rosa confetto, celeste polvere, acquamarina e lillà: i colori pastello tornano quindi sulle passerelle Primavera Estate 2023, che non a caso ci offrono una vastissima varietà di abiti dalle tinte pastello ai quali difficilmente potremmo resistere. Dai modelli più lunghi ed eleganti a quelli più corti e sbarazzini, la tendenza resta comunque quella degli abiti color pastello, che si riconferma una delle più forti di stagione. E allora aspettando il bel tempo… lavoriamo col pastello.

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Attualità

“Scegliamo la vita”: domani a Roma la manifestazione per il diritto alla vita

Il corteo sfilerà da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni in Laterano

Daniele Sebastianelli

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Oltre 120 le associazioni attese nella capitale, provenienti da tutta Italia, e migliaia di persone per “celebrare la bellezza e la dignità della vita umana” e difendere “il diritto primario alla vita”.

“C’è un popolo – dicono in una nota gli organizzatori – che vuole lanciare una sfida a tutta Italia: investire e credere nella Vita, nelle famiglie, nella protezione dei bambini, dei giovani, delle mamme e dei papà, degli anziani, dei disabili e fragili”, perchè “soltanto proteggendo la vita in ogni sua fase, dal concepimento fino alla morte naturale, possiamo aspirare a un Paese civile in costante crescita”.

Uno degli obiettivi degli organizzatori è anche quello di arrestare il calo demografico definito “un dramma italiano ed europeo” che si può fermare “con politiche di cura, sostegno, accompagnamento, sgravi fiscali e incentivi per aprire alla Vita”.

Ma non solo, la manifestazione vuole anche opporsi “alle spinte pro eutanasia per le persone fragili o anziane, a quelle per la liberalizzazione della droga e la mercificazione della gravidanza con l’utero in affitto” secondo le parole di Massimo Gandolfini, uno dei portavoce della Manifestazione pro life che partirà domani, alle ore 14, da Piazza della Repubblica per poi concludersi, dopo un corteo, a Piazza San Giovanni in Laterano.

Mostrare “la bellezza della famiglia, aperta alla Vita, vera speranza del nostro Paese” è l’auspicio di Maria Rachele Ruiu, l’altra portavoce dell’evento, che chiede uno “sguardo privilegiato sulle donne, troppo spesso discriminate perché mamme, o abbandonate alla solitudine e all’aborto di fronte a gravidanze inaspettate o difficili”. “L’Italia – ha detto – restituisca a tutti la vera libertà, quella che non rinuncia a nessuno e accoglie, custodisce e si prende cura di tutti: dal più piccolo nascituro fino alla vita più fragile, ferita, scartata”.

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