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Attualità

Inarsind: la drammatica fine del superbonus 110%

L’Associazione di tutela e rappresentanza di ingegneri e architetti liberi professionisti definisce “gravissimo bloccare i lavori già intrapresi”

Paolo Castiglia

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“L’ennesimo provvedimento legislativo che lo riguarda, eliminando la possibilità di cessione del credito e/o lo sconto in fattura, determina, di fatto, la fine del superbonus 110%. E’ grave che con lo stesso provvedimento non sia stata data alcuna soluzione per risolvere il problema dei crediti ‘incagliati’, ma anzi, che questa nuova norma abbia di fatto bloccato sul nascere l’iniziativa delle Pubbliche Amministrazioni che nel corso delle ultime settimane si sono impegnate alla sua soluzione deliberandone l’acquisto. E come non pensare, inoltre, che con il blocco immediato tanta attività progettuale già avviata non vedrà alcun esito con conseguenti perdite per tecnici e committenti!”.

Questa forte critica al provvedimento governativo arriva da Inarsind, l’associazione di rappresentanza e tutela di ingegneri e architetti liberi professionisti, che in una nota spiega anche come “le ragioni che hanno determinato questo stop, che arriva inatteso, a soli due mesi dalla legge di bilancio che ne aveva sancito la prosecuzione, seppure con una riduzione del beneficio al 90%, pare siano da trovare nella necessità di ridurre per il 2023 e per gli anni successivi il flusso dei crediti di imposta, anche in considerazione della maggiore somma – circa 50 miliardi – rispetto a quella prevista ed alla luce della recente modifica, di Istat e di Eurostat, sulla qualificazione contabile della categoria dei crediti fiscali a cui il superbonus appartiene”.

“Restano quindi inascoltati – denuncia Inarsind – gli appelli a risolvere un problema che si conosce da mesi e che rischia di bloccare per sempre i lavori già intrapresi, far fallire imprese con conseguente perdita di posti di lavoro, vanificare – anche economicamente – il lavoro dei tecnici, lasciare in estremo disagio famiglie che avevano visto la possibilità di migliorare la propria condizione abitativa: il Governo avrebbe dovuto trovare una soluzione, senza ulteriori rinvii perché seppure è vero che il decreto esclude dal blocco le attività iniziate – e vedremo su questo punto quali e quante precisazioni avremo! – non si può trascurare che rappresenta comunque un chiaro indirizzo che scoraggia l’assunzione di cessioni che ancor oggi sarebbero possibili: e certo non è un caso che siano stati gli istituti bancari, al momento, gli unici soggetti che hanno già manifestato incondizionato consenso al provvedimento”.

“Il blocco del superbonus non eluda – conclude Inarsind – la necessità di riflettere sul processo di riqualificazione, sismico ed energetico, del nostro vetusto patrimonio edilizio, che se de una parte dovrà tener conto dei vincoli di bilancio dello Stato, dall’altra non potrà lasciare i cittadini da soli di fronte a quanto prevede la direttiva europea sulle case green”.

Vicedirettore di Foritalynews, giornalista professionista, docente di giornalismo all’Università Roma Tre. Autore del libro "Giornalismo come e perché. Dalla 5 w all'inchiesta" (Aracne editore), tra le esperienze precedenti, dal 2006 al 2016, ha lavorato per il quotidiano Il Sole 24 ORE, per il quale ha seguito l’economia dei trasporti per la redazione di Roma.

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Attualità

“Passioni in Fiera” scelta vincente

Ha portato 15mila persone a visitare Arezzo Fiere durante lo scorso fine settimana

Paolo Castiglia

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“E’ stata una grande festa per le famiglie, che ripropone la validità del rinnovato rapporto tra Ente Fieristico, città e territorio”. Ferrer Vannetti, presidente di Arezzo Fiere e Congressi, esprime cosi la sua soddisfazione per l’ottimo andamento e per il record di presenze che ha caratterizzato la celebrazione dell’ultima doppia iniziativa che si è tenuta presso la Fiera di Arezzo.

“Passioni in Fiera” e la “Fiera del Disco e del Fumetto”, tenutesi in contemporanea il 18 e 19 marzo, hanno fatto registrare, infatti, circa 15mila presenze, segnando – come spiega ancora Vannetti – un decisivo momento di crescita nel percorso di rilancio del nostro Centro Fieristico nel rapporto che stiamo sempre più rafforzando con la città, il territorio e con il resto del Paese visto abbiamo accolto con piacere presenze da tutto il Centro Italia”. Da registrare, “al di là dei numeri – approfondisce Vannetti – anche le sensazioni positive, sia dei visitatori trascinati e coinvolti da alcuni eventi di particolare richiamo, sia degli operatori presenti a tutti i livelli, quelli di Passioni in Fiera ma anche quelli dedicati a fumetti e dischi. Di fatto stati due giorni di eventi emozionanti o anche di semplici esposizioni che sono risultati davvero intensi e molto partecipati”.

“Ogni settore – descrive Vannetti – ha ospitato numerosi espositori e aziende, sia nazionali che internazionali, veri specialisti con cui professionisti e appassionati hanno potuto confrontarsi per scoprire tecniche e segreti, conoscere le nuove attrezzature tecnologicamente avanzate, le proposte e i prodotti che si sono potuti acquistare direttamente in fiera dai produttori o dai rivenditori presenti”.
“Tutto questo oggi rappresenta un messaggio positivo per tutti – insiste il presidente – e voglio già annunciare che Passioni in Fiera, dopo il buon successo dello scorso novembre, e l’ottimo risultato di questo ultimo appuntamento aretino, tornerà certamente il prossimo autunno, per una nuova edizione novembrina che speriamo possa anche usufruire, nella sua esecuzione, delle migliorie agli impianti e alla logistica della nostra Fiera che in questi mesi sicuramente saremo in grado di effettuare”.

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Attualità

Ora Benedetto XVI diventi Dottore della Chiesa

In molti chiedono il riconoscimento per un Papa già considerato santo dal sentimento popolare e il cui insegnamento ha illuminato più di una generazione

Daniele Sebastianelli

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Benedetto XVI come Sant’Agostino, Leone Magno, San Giovanni Crisostomo, San Basilio Magno. Sono in molti a chiederlo e sperarlo. Soprattutto tra prelati della Chiesa. Primo fra tutti il Card Angelo Bagnasco, che in un’intervista al quotidiano La Stampa ha confidato questa aspettativa. “Spero che presto sia dichiarato dottore della Chiesa”, ha detto Bagnasco sottolineando come ora “nel firmamento del cielo, una nuova stella si è accesa”. Benedetto XVI – sono le parole di Bagnasco – “continuerà a indicare Gesù ai pastori del nostro tempo, cioè a coloro che, tra le illusioni del mondo, cercano umilmente la verità e si incamminano verso Colui che ci rende liberi e in pace. Dal cielo, Benedetto continuerà a brillare della luce di Cristo, luce dei popoli e del cosmo; a richiamare la bellezza della fede e della ragione aperta alle realtà visibili e invisibili. Come stella sicura, con tenerezza continuerà ad affermare che l’uomo può essere appagato solo dall’infinito, poiché porta l’impronta di Dio e che il bene è arduo, ma solo il bene oggettivo fa bene. Il mondo moderno deciderà finalmente di ascoltarlo? Sarà la sua salvezza”.

Tra coloro che hanno lavorato per anni a stretto contatto con Ratzinger c’è anche il cardinale Fernando Filoni. Per lui Benedetto XVI va «annoverato tra i giganti del nostro secolo», così come per il Card. Schoenborn, arcivescovo di Vienna per il quale “l’eredità di Ratzinger non è certo ancora esaurita, tra qualche decennio si comprenderà sempre meglio la ricchezza della sua opera teologica”. In un’intervista al Corriere della Sera lo stesso Schoenborn ha dichiarato: “Io lo pongo accanto ai grandi, come Dottore della Chiesa, Padre della Chiesa. Nella mia biblioteca ho messo le opere di Papa Benedetto accanto alle opere di Sant’Agostino. Sì, io lo paragono a Sant’Agostino, suo maestro, oso metterli vicini. Il suo insegnamento, le opere, il ministero episcopale e quello petrino. Dopo secoli abbiamo avuto un Papa teologo, un maestro di teologia. Ho avuto la gioia di essere suo allievo, con tanti altri, e non solo è stato un insegnante di grande capacità, con il dono della chiarezza, ma un vero maestro, nei testi scritti come nella parola viva. Ho imparato tanto da lui e penso che proprio questa sua capacità nell’insegnamento, nella trasmissione della fede e nella riflessione sulla fede, facciano di lui già quasi un padre della Chiesa. Rimarrà tra i grandi di cui ci si ricorderà nei secoli a venire, ricorderemo Joseph Ratzinger nel XX secolo come ci si ricorda di John Henry Newman nel XIX o di Tommaso d’Aquino e Bonaventura da Bagnoregio nel XIII”.

Come riferisce l’agenzia Adnkronos è già pronto uno striscione con la richiesta specifica che verrà portato al funerale giovedì 5 gennaio. A crearlo Ivan Marsura, direttore del museo dei papi. «Sono sicuro – osserva Marsura – che in tanti concordano. Magari ci vorrà un po’ di tempo ma credo che siano in parecchi a chiedere che Ratzinger venga dichiarato ‘dottore della Chiesa».

Foto: Giuseppe Ruggirello, CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons

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Attualità

Decine di migliaia in fila per l’ultimo saluto al Papa Emerito

Per tre giorni i fedeli potranno rendere omaggio alla salma di Benedetto XVI nella Basilica Vaticana.

Daniele Sebastianelli

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Ordinata, composta, silenziosa. Appare così la fila di fedeli giunti da ogni dove per rendere omaggio al Papa Emerito Benedetto XVI, la cui salma è stata traslata dal monastero Mater Ecclesiae alla Basilica vaticana, dove resterà tre giorni per l’ultimo saluto.

In migliaia stanno raggiungendo Piazza San Pietro, in gruppo o da soli, quasi in pellegrinaggio per poter comunicare il proprio affetto a Joseph Ratzinger. Si entra in Basilica procedendo lentamente e si giunge all’altare della Confessione, davanti al quale è esposto il corpo del Papa Emerito.

Non indossa il Pallio, nè la croce pastorale e le scarpe rosse vermiglio. Solo paramenti liturgici rossi, la mitra sul capo e un rosario tra le mani.

Non è permesso sostare, nenche per una breve preghiera, ma tanto basta. L’importante è ringraziare e rendere omaggio ad un pontefice che ha fatto la storia. Non solo per quel gesto del 2013 che ha colpito il mondo, la rinuncia al soglio di Pietro, ma soprattutto per la ricchezza teologica e morale che lascia, per la testimonianza di fede, per l’attegiamento umile e mite che ha sempre segnato il suo stile, da cardinale prima e da papa poi. In profondo contrasto con la caricatura da “panzer tedesco” avallata dai media e mai attecchita nei cuori dei fedeli. Cuori che oggi sono in fila a dimostrarlo.

Numerose le viste delle autorità e dei capi di Stato e di Governo tra cui il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni. Sempre presente lo storico segretario personale mons. Georg Gaenswein, oggi arcivescovo, visibilmente commosso.

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