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Giornalismo: un nuovo Ordine, revisione degli elenchi ed altre novità

Collaboratori occasionali

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Quali novità sul giornalismo? Ce ne sono alcune mirate a tutela della libertà di stampa. Un bene irrinunciabile e da difendere. Senza di essa l’umanità sarebbe ancora ai tempi bui del Medioevo, quando la democrazia costituzionale era una specie di utopia. Grazie a Gutenberg…

di Gino Falleri

Quali novità sul giornalismo? Ce ne sono alcune mirate a tutela della libertà di stampa. Un bene irrinunciabile e da difendere. Senza di essa l’umanità sarebbe ancora ai tempi bui del Medioevo, quando la democrazia costituzionale era una specie di utopia. Grazie a Gutenberg ed ai suoi caratteri mobili, come è stato riferito da Francesco Bacone, è cresciuta ed è uscita dalle strettoie dell’oscurantismo. La circolazione delle idee, delle esperienze e dei libri l’ha affrancata e le ha offerto nuovi orizzonti ed obiettivi.

Per avere il termometro della situazione, delle luci ed ombre, nonché delle iniziative non solo in ambito nazionale, è sufficiente andare a dare una scorsa a “Giornalisti d’Italia”, il quotidiano diretto da Carlo Parisi, segretario del sindacato calabrese dei giornalisti. Una è costituita dall’European Center for Press and Media Freedom, con sede a Lipsia, presentato di recente nella sede del Senato. Ha il non facile compito della “difesa della libertà dei media e di stampa in Europa”, che, al di là delle affermazioni di principio, non è priva di condizionamenti.

Un’altra riguarda il reato di diffamazione a mezzo stampa. La legge approvata dalla Camera non prevede più il carcere per i giornalisti. Tuttavia sta creando non poche apprensioni per via delle multe troppo alte. La Rappresentanza dell’Ocse per la libertà dei media, tramite Ulrike Schmidt, ha fatto sapere che alcuni punti del provvedimento legislativo destano “forte preoccupazione”. Sarebbe più proficuo procedere a “ristabilire la reputazione ingiustamente danneggiata e non punire chi è colpevole di diffamazione”. Sempre la Schmidt ha rimarcato che l’Ocse considera la libertà dei media e la libertà di espressione un diritto fondamentale di ogni società civile e democratica.

Fin qui tutto bene. Tuttavia chi esercita la professione di giornalista non può essere esente dal riparare il danno inferto all’immagine e alla reputazione e tanto meno legibus solutus. Talvolta, sia pure involontariamente, può creare situazioni alquanto imbarazzanti.

Quello che maggiormente interessa non sono le novità, quanto piuttosto dove sta andando il giornalismo. E’ una domanda ricorrente, non nuova, formulata non solo dai diretti interessati, da coloro che ogni giorno sono sul fronte degli eventi o scavano per portare in superficie le varie aggressioni alla res publica, ma soprattutto da chi è il titolare del diritto di essere informato. Paventa che possano esserci delle novità a suo svantaggio. A un ritorno al pensiero unico, evento quanto mai ipotetico ma da non scartare a priori.

La classe politica non manca occasione per esprimersi a favore della libertà di stampa. Per esaltarla. Purtroppo i tagli alla legge sull’editoria, nonché in quella di stabilità per l’anno in corso, sta mettendo in serie difficoltà non poche testate e il sistema dell’emittenza locale. Un esempio? Il “Corriere Mercantile”, un quotidiano nato prima dell’Unità d’Italia. Nonostante contratti di solidarietà e risparmi vari si trova nell’anticamera della chiusura. Tutto questo si traduce in un danno per il pluralismo e in un depauperamento dei posti di lavori.

La diretta conseguenza è la creazione di ulteriori problemi per il sindacato unitario. Per l’emittenza, se non ci saranno dei correttivi, si prevede il licenziamento di 2000 persone mentre la BBC, la televisione britannica, ha approntato un piano per tagliare 1000 esuberi. Chi esce dalla linea produttiva quante probabilità ha di rientrare?

Sono comunque gli scenari futuri, al di là del dualismo tra professionisti e pubblicisti, a tenere desta una categoria, che ha superato quota 110 mila. La figura professionale del redattore ordinario sarà sempre più rara mentre avanzano film maker e free lance, tuttora in attesa che la legge sull’equo compenso sia operativa. Anche il quotidiano sarà oggetto di profonde modificazioni. Non sarà più un contenitore di notizie, queste già viaggiano in altra maniera, ma di approfondimenti.

Nelle professioni regolamentate le domande sono più che legittime. Non solo per avere cognizione su quanto sta accadendo grazie al dominio delle tecnologie, ma per non dimenticare che il giornalismo è una professione non adeguatamente retribuita, secondo il principio costituzionale, ed è inoltre ad alto tasso di rischio. Lo attestano gli annuali rapporti di “Reporter sans frontières” e di “Freedom House”, nonché quelli quotidiani di “Ossigeno per l’informazione”, l’osservatorio diretto da Alberto Spampinato. Dall’inizio dell’anno nel nostro paese ci sono stati 150 episodi di intimidazione, che hanno coinvolto 221 giornalisti. E non sono pochi i giornalisti a pagare con la vita per dare corpo e sostanza al diritto di informare. L’ultimo è stato un giovane giornalista iracheno, Jala al Abadi, fucilato dall’Isis per spionaggio.

E’ stato accennato alle novità. Ce ne sono delle altre: la riforma della legge 69/63, la revisione degli elenchi, soprattutto quello dei pubblicisti, e la formazione continua voluta dalla legge Severino. E’ obbligatoria, ma priva di misure nei confronti degli inadempienti. E’ solo un obbligo deontologico per chi è in attività. Più logico sarebbe stabilire le sanzioni ed anche il nuovo regolamento varato dal Consiglio nazionale, su richiesta del ministero della Giustizia, ne è privo. Se non esiste una sanzione ben definita si cade nella discrezionalità dei Consigli di disciplina territoriali. Se non si conseguono i 60 crediti in tre anni i Consigli di disciplina territoriali inizieranno l’azione disciplinare? In materia di formazione potrebbe essere propedeutico, in uno dei tanti corsi che vengono organizzati, spiegare le funzioni e le prerogative dell’ordinamento giudiziale. Il giudice è solo colui che pronuncia la sentenza.

La legge sull’ordinamento della professione di giornalista, come è noto, è stata ritenuta inadeguata fin dal momento in cui è entrata a regime e numerose sono state le iniziative per modificarla come per abolirla. Ora il Consiglio nazionale ha dato il via ad una sua proposta, sovrapponendosi a quella presentata dall’on. Pisicchio, che prevede sempre due elenchi e si chiede nello stesso tempo l’abolizione dell’elenco speciale; l’introduzione del voto elettronico, un Giurì per la correttezza dell’informazione, un diverso rapporto nelle rappresentanze, 3 professionisti e 2 pubblicisti. Non è finito. La durata della legislatura portata a quattro anni in analogia al sindacato, come se l’Ordine professionale fosse l’interfaccia del sindacato unitario, e l’istituzione di un Registro degli Uffici stampa pubblici e privati. Sempre che l’attuale presidente del Consiglio dei Ministri lo consenta. Le riforme a suo parere sono altre.

Infine la revisione degli elenchi dell’albo e soprattutto quello dei pubblicisti, che sta creando molte incomprensioni e domani, forse, una scissione. La ratio mira ad un albo a cui possono iscriversi solo coloro che vivono di professione ed hanno come ente previdenziale l’Inpgi. Sono già attivi nell’operazione Sicilia, Puglie ed Emilia-Romagna. I problemi di bilancio non sono stati minimamente sfiorati. Se andranno in rosso saranno i presidenti a risponderne.

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Banca Tema consegna 32 borse di studio e 18 bonus bebè

L’evento natalizio della Banca di credito cooperativo

Redazione Foritalynews

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Nei giorni scorsi cerimonia di consegna, da parte di Banca Tema, di 32 borse di studio agli studenti più meritevoli e di 18 bonus bebè per i soci che sono diventati genitori nel corso dell’anno. Per i premi al merito scolastico, tutti i vincitori hanno ricevuto un riconoscimento in denaro e una pergamena, simbolo del traguardo raggiunto. Anche ai neo genitori Banca Tema ha donato un contributo di augurio per il nuovo nato, per iniziare a costruire insieme il futuro del piccolo, con un omaggio personalizzato in ricordo della serata.

Presenti alla cerimonia al Teatro Pietro Mascagni di Chiusi presidente Francesco Carri, i consiglieri di Banca Tema e il direttore generale Fabio Becherini, i quali si sono complimentati con tutti i premiati.Ai neo diplomati e laureati hanno ricordato quanto sia importante l’impegno profuso negli studi per diventare cittadini attivi e consapevoli e ottenere i migliori risultati in campo professionale. Alle famiglie hanno rivolto un augurio speciale per i nuovi nati.

“In occasioni come queste riscopriamo il valore della comunità. Per noi è un piacere poter condividere oggi con i nostri studenti più meritevoli e le loro famiglie la gioia per i risultati ottenuti” ha dichiarato il presidente Francesco Carri “In un contesto socio-economico che continua ad essere instabile, Banca Tema ha rinnovato anche quest’anno il suo sostegno quotidiano allo sviluppo del territorio e al futuro delle famiglie”.

“Continuiamo ad investire nella formazione dei nostri giovani con orgoglio e convinzione” ha aggiunto il direttore generale Fabio Becherini “Innovazione e competitività caratterizzano oggi il mercato del lavoro e noi, come banca di credito cooperativo locale, vogliamo contribuire in modo concreto al futuro professionale dei nostri giovani, per accompagnarli nella crescita ed incoraggiarli a realizzare le proprie ambizioni. Allo stesso tempo, supportiamo i neo genitori con prodotti dedicati alla tutela dei risparmi destinati ai propri figli”.

La serata, condotta dal giornalista Diego Mancuso, è stata animata dall’esibizione musicale della Young Band dell’Istituto Comprensivo Graziano da Chiusi.

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Violenza di genere: nasce un percorso formativo per insegnare ad evitarla

L’iniziativa Ebit presentata a Roma presso la Sala del Carroccio in Campidoglio

Redazione Foritalynews

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Obiettivo imparare a individuare episodi avvenuti sia tra le mura domestiche che sui luoghi di lavoro e garantire così assistenza alle vittime. Si rivolge ad una vasta platea, incluse le figure apicali delle aziende del terziario. Nel 2025 il catalogo formativo di Ebit Lazio, l’Ente bilaterale del Commercio istituito e gestito dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e da Confcommercio, si arricchirà infatti di un nuovo percorso di formazione interamente dedicato al contrasto alle violenze di genere.

L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Roma, presso la Sala del Carroccio in Campidoglio, alla presenza di Guido Lazzarelli e Vittorio Pezzotti, presidente e vicepresidente Ebit Lazio, Simona Petrozzi, presidente Terziario Donna Confcommercio Roma, Romolo Guasco, direttore Confcommercio Roma, Alessandra Pelliccia, segretaria generale Filcams Cgil Roma e Lazio, Giulia Falcucci componente Segreteria Fisascat Cisl Roma e Lazio in sostituzione di Stefano Diociaiuti, Alessandro Maria Contucci e Roberta Valenti, rispettivamente segretario generale e componente di segreteria Uiltucs di Roma e Lazio, come parti socie di Ebit Lazio, e Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea Capitolina. Il progetto è nato grazie all’impegno di Terziario Donna Confcommercio Roma.

“Ogni anno – ha spiegato Guido Lazzarelli – il nostro Ente, grazie alla collaborazione con enti formatori accreditati alla Regione Lazio, offre numerosi corsi di formazione sui temi più disparati: dall’informatica alla sicurezza, dalle lingue al management. Dal 2025 si potenzierà con questo nuovo percorso sul contrasto alla violenza di genere che ci inorgoglisce particolarmente perché affronta un tema purtroppo attuale: i luoghi di lavoro rappresentano sia un ambiente a rischio-violenza che un contesto nel quale è possibile individuare campanelli d’allarme delle vittime di violenze subite in ambito domestico”, ha concluso il presidente dell’Ente Terziario Donna Confcommercio Roma e Promoter Confcommercio Roma quindi, insieme ad Ebit Lazio, ente bilaterale del terziario, distribuzione e servizi di Roma, hanno ideato e lanciato un corso di alta formazione per aziende e professionisti contro gli effetti della violenza domestica su donne e minori per migliorare il benessere aziendale, la produttività, la società: “Non dobbiamo abbassare la guardia, ma diventare sentinelle che vigilano su quanto ci accade intorno sia sul posto di lavoro che nell’ambito domestico – ha dichiarato Simona Petrozzi – anche perché è bene ricordare che non vi è parità finché ci sarà violenza di genere”. “Contrastare la violenza di genere è una responsabilità collettiva che coinvolge tutti, dalle istituzioni alle aziende, fino ai singoli cittadini”, ha affermato la presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli.

“Il progetto di formazione presentato da EBiT Lazio – ha aggiunto – è un passo fondamentale in questa direzione, poiché mira a sensibilizzare e formare non solo le vittime, ma anche coloro che possono prevenire e intervenire. L’impegno di EBiT Lazio nel coinvolgere il settore terziario e commerciale del Lazio è un segno importante di come anche il mondo del lavoro possa fare la sua parte. Questa iniziativa, che si concentra sulla formazione e sulla consapevolezza, rappresenta un modello replicabile per affrontare questo tema in modo concreto e strutturato, sensibilizzando su larga scala”, ha concluso la presidente dell’Assemblea capitolina.

In chiusura le rappresentanti delle 3 organizzazioni sindacali, Roberta Valenti, Giulia Falcucci e Alessandra Pelliccia, hanno messo in evidenza la necessità di fare rete e mettere in campo tutte le esperienze già attive al fine di potenziare e valorizzare l’efficacia di queste buone pratiche, chiedendo a Ebit Lazio di prendere in carico questo progetto di percorsi formativi ad hoc, ritenendo la formazione lo strumento cardine per combattere la violenza di genere.

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Vannetti confermato Tesoriere di Confartigianato nazionale

Il presidente di Arezzo Fiere e Congressi prosegue nel suo servizio a tutela delle Pmi

Redazione Foritalynews

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Il presidente di Arezzo Fiere e Congressi, Ferrer Vannetti, conferma il suo impegno nella rappresentanza imprenditoriale e sindacale nazionale. Nei giorni scorsi, a seguito della riassegnazione degli incarichi, è stato infatti confermato nella Giunta Nazionale di Confartigianato e nel ristretto board della Presidenza, costituito da sei dirigenti nazionali che affiancano il presidente Marco Granelli rieletto per acclamazione.

Ma soprattutto, all’interno dei ruoli della presidenza confederale, Vannetti ha ricevuto la conferma nel delicato e centrale ruolo di Tesoriere nazionale di Confartigianato. Un incarico di grande prestigio e responsabilità, che consente al leader di Arezzo Fiere e Congressi di mantenere e portare avanti il suo lavoro nel cuore pulsante della macchina organizzativa di una struttura di rilievo qual è la più grande Confederazione nazione degli artigiani italiani proseguendo comunque il suo costante impegno alla guida dell’Ente Fieristico aretino.

“Si tratta di un incarico rinnovato che accetto con serena soddisfazione – spiega lo stesso Vannetti – e con la consapevolezza della responsabilità che in questi anni ho potuto verificare che questo impegno porta con sé”. “Soddisfazione che viene anche – approfondisce Vannetti – dalla certezza di aver ottenuto la conferma nel ruolo non per un riconoscimento personale, ma per favorire una funzione fondamentale di servizio all’economia delle piccole e medie imprese”.

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