Attualità
Catalunya, más que una comunidad autónoma (Catalogna, più che una comunità autonoma)
Per i sostenitori del referendum, l’indipendenza è un sogno che dura da più di cent’anni. Per gli unionisti è privo di validità costituzionale
di Gabriele Chionni
Scontri, referendum, manifestazioni, indipendenza. La Spagna e la Catalogna in questi giorni stanno attraversando forse uno dei periodi più tortuosi di sempre. La distanza tra separatisti ed unionisti nelle ultime ore sembra accentuarsi sempre più. Per gli uni è il momento di forzare la mano al governo centrale di Madrid per dichiarare unilateralmente l’agognata indipendenza, mentre per gli altri è il momento di riaffermare l’unità, respingendo al mittente il referendum come tentativo estremo ed illegittimo che contraddice la costituzione e mina la sovranità nazionale.
Molteplici ragioni
Le ragioni che hanno portato a questa situazione sono molteplici e riguardano motivazioni di carattere economico, storico, identitario. La Catalogna, in realtà, si considera una vera nazione nella nazione con radici storico-culturali-linguistiche proprie e anche una tradizione culinaria diversa da quella spagnola (la cucina catalana ha subito molto l’influenza di quella francese). Dal punto di vista economico è tra le regioni spagnole più ricche con Il 19% del PIL nazionale. Il reddito pro capite è di 3.000 euro maggiore rispetto alla media spagnola (27.663 euro della Catalogna contro i 24.100 del resto del paese) e la disoccupazione si attesta al 13% contro il 17% del resto della Spagna. Dunque, da questo punto di vista, anche il parere degli economisti è pressoché unanime che la regione sia in grado di sussistere autonomamente. A preoccupare gli animi, però, vi è il recente fuggi fuggi generale delle imprese che in questi giorni stanno lasciando il territorio, spaventate da un eventuale distacco reale dalla Spagna e il caos economico che ne potrebbe derivare: Banco Sabadell, quinta banca spagnola, e Caixabank, oltre all’azienda che fornisce gas ed elettricità la Gas Natural Fenosa, poi ci sono Eurona Wireless Telecom, Dogi International Fabrics e Oryzon Genomics, solo per citare le più importanti.
Le radici storiche del contendere
Dal punto di vista storico già nell’VIII° secolo d.C. le “contee”, costituite dall’Impero Carolingio nell’attuale Catalogna, ebbero riconosciuta una sovranità che, nel 1137 portò all’unione con il Regno di Aragona grazie al matrimonio tra Ramon Berenguer IV, conte di Barcellona e Petronilla d’Aragona, seguita dalla conseguente creazione della “Corona d’Aragona”. Questo regno (con capitale Barcellona), arrivò ad inglobare anche la Castiglia e molti possedimenti sul Mediterraneo (i regni di Napoli e di Sardegna in Italia e i ducati di Atene e Neopatria in Grecia). La Corona di Aragona e Castiglia passò successivamente sotto agli Asburgo con Carlo V ma, con la sua morte nel 1700 e l’estinzione degli Asburgo in Spagna, la corona d’Aragona rimase senza lignaggio, provocando così la guerra di successione spagnola. L’Aragona si schierò con gli Asburgo contro Filippo V Borbone e l’11 Settembre 1714, nonostante la resistenza durata 14 mesi dell’esercito regolare catalano (Coronela) Filippo V unificò il regno proclamando una monarchia assoluta simile a quella Francese. Per questo motivo i catalani, ogni 11 Settembre celebrano la “Diada Nacional de Catalunya” (“La giornata nazionale della Catalogna”) in ricordo di quel 1714 che indica l’inizio del giogo sotto il governo centralista di Madrid. Questo spiega anche perché al minuto 17.14 delle partite di calcio del Barcellona i tifosi della squadra catalana fanno cori a favore dell’indipendenza. Nel ‘900, sotto la dittatura franchista, i desideri indipendentisti catalani vennero ancora repressi e solo nel 1979, venne approvato un nuovo statuto che riconosceva la Catalogna come una comunità autonoma. Statuto che che rimase in vigore fino al 2006 anno in cui vennero concessi ulteriori poteri al governo locale.
I sondaggi
Secondo i dati del Centro de Estudios de Opinión organo alle dipendenze della Generalitat (il governo catalano), negli ultimi anni si sarebbe registrato un incremento del sostegno all’indipendentismo, passando dal 18% del 2007 al 34% del 2016, arrivando addirittura, intorno 2013, ad un picco del 50%. Secondo un sondaggio, invece, realizzato da El Mundo nel 2014, solo il 35% dei catalani sarebbe favorevole all’indipendenza, mentre secondo l’Istituto Metroscopia, in un sondaggio pubblicato da El Pais, il 61% dei catalani ritiene privo di validità legale l’attuale referendum unilaterale.
Quale futuro?
Non si può ancora dire con certezza che futuro avrà la Catalogna, se le parti in causa riusciranno a riaprire il dialogo bruscamente interrotto, o lo scontro verrà portato alle sue estreme conseguenze, e se l’Europa si manterrà come spettatore neutro. Possiamo però affermare con certezza che se l’11 Settembre viene visto dagli indipendentisti catalani come un giorno nefasto, il primo Ottobre (giorno del referendum sull’indipendenza) è destinato a diventare un giorno altrettanto memorabile, comunque vada a finire.
Attualità
Banca Tema consegna 32 borse di studio e 18 bonus bebè
L’evento natalizio della Banca di credito cooperativo
Nei giorni scorsi cerimonia di consegna, da parte di Banca Tema, di 32 borse di studio agli studenti più meritevoli e di 18 bonus bebè per i soci che sono diventati genitori nel corso dell’anno. Per i premi al merito scolastico, tutti i vincitori hanno ricevuto un riconoscimento in denaro e una pergamena, simbolo del traguardo raggiunto. Anche ai neo genitori Banca Tema ha donato un contributo di augurio per il nuovo nato, per iniziare a costruire insieme il futuro del piccolo, con un omaggio personalizzato in ricordo della serata.
Presenti alla cerimonia al Teatro Pietro Mascagni di Chiusi presidente Francesco Carri, i consiglieri di Banca Tema e il direttore generale Fabio Becherini, i quali si sono complimentati con tutti i premiati.Ai neo diplomati e laureati hanno ricordato quanto sia importante l’impegno profuso negli studi per diventare cittadini attivi e consapevoli e ottenere i migliori risultati in campo professionale. Alle famiglie hanno rivolto un augurio speciale per i nuovi nati.
“In occasioni come queste riscopriamo il valore della comunità. Per noi è un piacere poter condividere oggi con i nostri studenti più meritevoli e le loro famiglie la gioia per i risultati ottenuti” ha dichiarato il presidente Francesco Carri “In un contesto socio-economico che continua ad essere instabile, Banca Tema ha rinnovato anche quest’anno il suo sostegno quotidiano allo sviluppo del territorio e al futuro delle famiglie”.
“Continuiamo ad investire nella formazione dei nostri giovani con orgoglio e convinzione” ha aggiunto il direttore generale Fabio Becherini “Innovazione e competitività caratterizzano oggi il mercato del lavoro e noi, come banca di credito cooperativo locale, vogliamo contribuire in modo concreto al futuro professionale dei nostri giovani, per accompagnarli nella crescita ed incoraggiarli a realizzare le proprie ambizioni. Allo stesso tempo, supportiamo i neo genitori con prodotti dedicati alla tutela dei risparmi destinati ai propri figli”.
La serata, condotta dal giornalista Diego Mancuso, è stata animata dall’esibizione musicale della Young Band dell’Istituto Comprensivo Graziano da Chiusi.
Attualità
Violenza di genere: nasce un percorso formativo per insegnare ad evitarla
L’iniziativa Ebit presentata a Roma presso la Sala del Carroccio in Campidoglio
Obiettivo imparare a individuare episodi avvenuti sia tra le mura domestiche che sui luoghi di lavoro e garantire così assistenza alle vittime. Si rivolge ad una vasta platea, incluse le figure apicali delle aziende del terziario. Nel 2025 il catalogo formativo di Ebit Lazio, l’Ente bilaterale del Commercio istituito e gestito dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e da Confcommercio, si arricchirà infatti di un nuovo percorso di formazione interamente dedicato al contrasto alle violenze di genere.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Roma, presso la Sala del Carroccio in Campidoglio, alla presenza di Guido Lazzarelli e Vittorio Pezzotti, presidente e vicepresidente Ebit Lazio, Simona Petrozzi, presidente Terziario Donna Confcommercio Roma, Romolo Guasco, direttore Confcommercio Roma, Alessandra Pelliccia, segretaria generale Filcams Cgil Roma e Lazio, Giulia Falcucci componente Segreteria Fisascat Cisl Roma e Lazio in sostituzione di Stefano Diociaiuti, Alessandro Maria Contucci e Roberta Valenti, rispettivamente segretario generale e componente di segreteria Uiltucs di Roma e Lazio, come parti socie di Ebit Lazio, e Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea Capitolina. Il progetto è nato grazie all’impegno di Terziario Donna Confcommercio Roma.
“Ogni anno – ha spiegato Guido Lazzarelli – il nostro Ente, grazie alla collaborazione con enti formatori accreditati alla Regione Lazio, offre numerosi corsi di formazione sui temi più disparati: dall’informatica alla sicurezza, dalle lingue al management. Dal 2025 si potenzierà con questo nuovo percorso sul contrasto alla violenza di genere che ci inorgoglisce particolarmente perché affronta un tema purtroppo attuale: i luoghi di lavoro rappresentano sia un ambiente a rischio-violenza che un contesto nel quale è possibile individuare campanelli d’allarme delle vittime di violenze subite in ambito domestico”, ha concluso il presidente dell’Ente Terziario Donna Confcommercio Roma e Promoter Confcommercio Roma quindi, insieme ad Ebit Lazio, ente bilaterale del terziario, distribuzione e servizi di Roma, hanno ideato e lanciato un corso di alta formazione per aziende e professionisti contro gli effetti della violenza domestica su donne e minori per migliorare il benessere aziendale, la produttività, la società: “Non dobbiamo abbassare la guardia, ma diventare sentinelle che vigilano su quanto ci accade intorno sia sul posto di lavoro che nell’ambito domestico – ha dichiarato Simona Petrozzi – anche perché è bene ricordare che non vi è parità finché ci sarà violenza di genere”. “Contrastare la violenza di genere è una responsabilità collettiva che coinvolge tutti, dalle istituzioni alle aziende, fino ai singoli cittadini”, ha affermato la presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli.
“Il progetto di formazione presentato da EBiT Lazio – ha aggiunto – è un passo fondamentale in questa direzione, poiché mira a sensibilizzare e formare non solo le vittime, ma anche coloro che possono prevenire e intervenire. L’impegno di EBiT Lazio nel coinvolgere il settore terziario e commerciale del Lazio è un segno importante di come anche il mondo del lavoro possa fare la sua parte. Questa iniziativa, che si concentra sulla formazione e sulla consapevolezza, rappresenta un modello replicabile per affrontare questo tema in modo concreto e strutturato, sensibilizzando su larga scala”, ha concluso la presidente dell’Assemblea capitolina.
In chiusura le rappresentanti delle 3 organizzazioni sindacali, Roberta Valenti, Giulia Falcucci e Alessandra Pelliccia, hanno messo in evidenza la necessità di fare rete e mettere in campo tutte le esperienze già attive al fine di potenziare e valorizzare l’efficacia di queste buone pratiche, chiedendo a Ebit Lazio di prendere in carico questo progetto di percorsi formativi ad hoc, ritenendo la formazione lo strumento cardine per combattere la violenza di genere.
Attualità
Vannetti confermato Tesoriere di Confartigianato nazionale
Il presidente di Arezzo Fiere e Congressi prosegue nel suo servizio a tutela delle Pmi
Il presidente di Arezzo Fiere e Congressi, Ferrer Vannetti, conferma il suo impegno nella rappresentanza imprenditoriale e sindacale nazionale. Nei giorni scorsi, a seguito della riassegnazione degli incarichi, è stato infatti confermato nella Giunta Nazionale di Confartigianato e nel ristretto board della Presidenza, costituito da sei dirigenti nazionali che affiancano il presidente Marco Granelli rieletto per acclamazione.
Ma soprattutto, all’interno dei ruoli della presidenza confederale, Vannetti ha ricevuto la conferma nel delicato e centrale ruolo di Tesoriere nazionale di Confartigianato. Un incarico di grande prestigio e responsabilità, che consente al leader di Arezzo Fiere e Congressi di mantenere e portare avanti il suo lavoro nel cuore pulsante della macchina organizzativa di una struttura di rilievo qual è la più grande Confederazione nazione degli artigiani italiani proseguendo comunque il suo costante impegno alla guida dell’Ente Fieristico aretino.
“Si tratta di un incarico rinnovato che accetto con serena soddisfazione – spiega lo stesso Vannetti – e con la consapevolezza della responsabilità che in questi anni ho potuto verificare che questo impegno porta con sé”. “Soddisfazione che viene anche – approfondisce Vannetti – dalla certezza di aver ottenuto la conferma nel ruolo non per un riconoscimento personale, ma per favorire una funzione fondamentale di servizio all’economia delle piccole e medie imprese”.
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