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Società

Cyberbullismo e social netwoks: un fenomeno marginale o una piaga da prendere sul serio?

Marco Matteoli

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L’incremento di circa l’80% nell’uso dei social network rispetto la scorsa decade, ha portato a un incremento parallelo di un fenomeno sempre più dibattuto, il cyberbullismo

In tandem a una variazione del tessuto sociale, l’utilizzo dei social network e delle reti internet ha integrato, e in parte sostituito, le forme di comunicazione tradizionali.

Una delle risorse delle reti sociali consiste nella possibilità di scambiare informazioni personali (foto, pensieri, dati sensibili etc…) con una cerchia di amici; il rovescio della medaglia è che non sono sempre e solo amici ad attingere a certe informazioni.

La possibilità di condividere e mostrare informazioni della vita privata, ha dato agli adolescenti inclini al bullismo delle armi senza precedenti. Il bullismo tradizionale e il cyberbullismo non sono due realtà distinte ma, anzi, vanno spesso di pari passo: le vittime di violenza sul web sono in larga parte oggetti di episodi di violenza anche nella vita offline. Non a caso, negli Stati Uniti, la maggior parte degli adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni ha riportato di essere stati oggetti di cyberbullismo negli ultimi anni[1].

Possiamo definire il bullismo come comportamento aggressivo, violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, ripetuto nel tempo, nei confronti di persone, considerate dal bullo, incapaci di difendersi[2]. Il bullo si manifesta a scuola e nei luoghi pubblici, nelle sedi sportive e ricreative e si esprime in differenti modi, sia attraverso atteggiamenti diretti come appunto aggressioni fisiche o verbali, ma anche attraverso comportamenti indiretti come l’esclusione al gruppo o diffusione di calunnie e maldicenze.

I bambini vittime di bullismo tradizionale sperimentano sintomi prevalentemente di tipo psicologico, come ansia, depressione, disturbi dell’alimentazione, disturbi del sonno, associato a un senso di inadeguatezza e solitudine e abulia. Quando al bullismo tradizionale si sommano anche atti di cyberbullismo, le vittime sono maggiormente a rischio di comportamenti auto lesivi e ideazioni suicide.

Il fenomeno del cyberbullismo prevede l’invio di sms, messaggi su chat, email, di fotografie o video compromettenti al fine di calunniare o minacciare la vittima; fenomeno che oramai ha assunto i connotati di una “epidemia silenziosa”: infatti dalle 235 denunce del 2016, si è passati agli oltre 350 casi del 2017.

Sorvolando sul profilo psicologico delle vittime e degli aggressori, è stato osservato che con il tempo gli atti sia di bullismo che di cyberbullismo aumentano di intensità e gravità, passando da casi di prepotenza e scherno ad aggressioni fisiche vere e proprie. Il bullismo può essere sia di gruppo che da singolo individuo, ma, come ogni atto violento, alla base ci sono sempre delle sensibili discrepanze di forza tra le vittime e gli aggressori.

Al fine di prevenire il fenomeno del cyberbullismo, come anche del bullismo tradizionale, l’attenzione dei genitori è necessaria ma non sufficiente, anche gli insegnanti e le scuole hanno un ruolo fondamentale; è compito della scuola attivarsi per prevenire e/o agire tempestivamente di fronte al manifestarsi di qualsiasi fenomeno di cyberbullismo.

I comportamenti, la tempistica dei contatti, i contenuti diffusi senza consenso possono essere segnalati al sito della polizia postale www.commissariatodips.it in modo che esperti della materia possano prendere in esame la problematica. È possibile sporgere denuncia di minacce, ingiurie e molestie sugli spazi web e in qualsiasi ufficio della polizia postale.

Vedi indirizzi e numeri di telefono su www.commissariatodips.it.

AUTORE DELL’ARTICOLO: Dott. Marco Matteoli, medico chirurgo, specialista in diagnostica per immagini e medico volontario della Croce Rossa Italiana. Attualmente studente di cooperazione internazionale e sviluppo presso l’università di Roma “Sapienza”.

Contact: marcomatteoli@email.it; http://lamedicinadellapoverta.com; http://facebook.com/lamedicinadellapoverta

[1] Robers S, Zhang A, Morgan RE. Indicators of school crime and safety: 2014. National Center for Education Statistics, 2015. Available online: http://eric.ed.gov/?id=ED557756

[2] Costantini, M. and Gianandrea, A. (2017). Bulli e cyberbulli ora basta!. Roma: EPC editore.

Medico, radiologo, giornalista pubblicista e volontario della Croce Rossa Italiana. Consegue la seconda laurea in Cooperazione Internazionale e Sviluppo nel 2020 presso l’università degli studi di Roma “Sapienza”.

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Società

Saldi estivi 2024: sono già arrivati e saranno due mesi di acquisti

Prevale la scelta abbigliamento nel segno della sostenibilità

Gloria Gualandi

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Come da tradizione i saldi estivi 2024 sono iniziati il primo sabato del mese di luglio. Quindi è iniziata ufficialmente la piccola battaglia per le offerte della calza stagione che anticipano le vacanze italiane.

Lo shopping coinvolgerà sicuramente le tendenze moda che abbiamo trattato, moda e beauty, ma i saldi ranno l’occasione per guardarsi attorno e trovare qualcosa che si può utilizzare anche la prossima stagione (magari un blazer firmato o un profumo scontato). Dureranno per circa 60 giorni. Ma cosa comprare ai saldi estivi 2024? Come dichiarato da Confcommercio sui consumi e saldi estivi “oltre il 70% indica tra le preferenze l’abbigliamento, le calzature e gli accessori”, seconda preferenza solo alla ristorazione che rimane al primo posto come investimento estivo proprio in occasione delle vacanze.

Nel mare magnum di proposte, vince il ‘compra ora e indossi sempre’, ovvero l’investimento furbo. Si tratta di un investimento sicuro: un refresh del tuo personale capsule wardrobe o la sua creazione proprio in occasione dei saldi estivi. Si tratta di capi e accessori basici, su sui puoi costruire numerosi abbinamenti. Tra i must have moda suggeriamo una camicia maschile un po’ over – bianca è un grande classico, ma a righe può essere una valida opzione -, un paio di jeans con il modello comfort, che ti fa sentire bene, un paio di pantaloni sartoriali e un paio di mules chiuse davanti .

Una perfetta alternativa alle più classiche décolleté. Sempre attenta alla sostenibilità, nonché a ciò che si può comprare ora e indossare per sempre.

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Attualità

Creare poesia per promuovere la salute mentale: un progetto della ASL Roma 1

“Think poetic” è un progetto nato durante il primo lockdown del 2020 per non lasciare da soli i pazienti del centro di salute mentale del distretto 13 ASL Roma 1, oggi un laboratorio di poesia aperto anche al pubblico

Marco Matteoli

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“Il nostro obiettivo è promuovere la salute mentale nella comunità attraverso la poesia”. Con queste parole il Dott. Andrea Solfanelli, medico psichiatra e promotore del progetto, descrive “think poetic”, nato nel 2020 per andare incontro ai pazienti del CSM del distretto 13 della ASL Roma 1, rimasti chiusi in casa per il lockdown, o impossibilitati per altro motivo a recarsi fisicamente al centro di salute mentale.

Il progetto è iniziato con la condivisione di poesie autoprodotte attraverso una chat, e successivamente si è esteso, mediante appuntamento mensile, generalmente l’ultimo martedì del mese, nella biblioteca “Casa del Parco” su via Pineta Sacchetti, dove il dott. Solfanelli e la dott.ssa Isabella Cavicchia, infermiera e scrittrice, coordinano questa attività di gruppo, esortando, non solo gli utenti del CSM, ma anche la popolazione del municipio, a scrivere e condividere testi poetici e aprirsi al gruppo senza timore di giudizio. Una volta esposta la composizione, gli altri membri del gruppo possono commentare il brano o semplicemente esporre il proprio, questo permette di creare un flusso poetico che si autoalimenta con il contributo di tutti i membri.

Un progetto semplice e “sovversivo”, che scaturisce dall’esigenza di combattere l’isolamento imposto dal primo lockdown, e dal senso di alienazione vissuto dal 2020 in poi, in uno spazio in cui incontrarsi davvero e superare la solitudine. Si utilizzano le composizioni poetiche per lasciare fluire il proprio inconscio e superare i limiti imposti dalle parole di utilizzo comune; il risultato è trovare poesia anche in ciò che non ci si aspetta, anche nella verbalizzazione di malesseri interiori attraverso metafore, allegorie, iperboli, personificazioni o in qualunque altro tipo di figura retorica in grado di esprimere il non verbalizzabile.

Nel gruppo il flusso poetico è libero e mutevole, e ogni membro che mano a mano si aggiunge porta nuovi spunti, che siano storie, ricordi, aneddoti, sogni, si può parlare di se stessi oppure degli altri, al fine di incoraggiare il pensiero poetico, uno strumento in più a sostegno della salute mentale.

Per informazioni è possibile contattare il tel. 06/45460671 oppure la biblioteca casa del parco.

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Attualità

A Solferino la fiaccolata dei 160 anni della Croce Rossa Italiana

Come ogni anno, la città di Solferino ha ospitato la fiaccolata dei volontari della Croce Rossa Italiana, quest’anno ad accendere la prima fiaccola è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Marco Matteoli

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Nel silenzio della notte si odono gemiti, sospiri soffocati pieni di angoscia e di sofferenza e voci strazianti che implorano soccorso. chi potrà mai dire le agonie di quella notte spaventosa! […] Non sarebbe opportuno, durante un periodo di pace e di tranquillità, costituire delle società di soccorso, il cui scopo fosse quello di provvedere alla cura dei feriti, in tempo di guerra, per mezzo di volontari solerti, disinteressati e ben qualificati per tale compito?” Con queste parole Jean Henry Dunant, raccontava della battaglia di Solferino e San Martino del 24 giugno 1859, nel pieno della II guerra di indipendenza italiana, all’interno del suo libro intitolato “un ricordo di Solferino”, pubblicato alla fine del 1862.

È proprio nel ricordo dei campi di battaglia, tra urla strazianti e i miasmi della belligerante disumanità che nacque l’idea di un’associazione di volontari, che con carattere di neutralità ed imparzialità potesse essere in grado di soccorrere i feriti sul campo di battaglia, da questa idea nacque, il 15 giugno 1864, a Milano, la Croce Rossa Italiana. Nella 1° Conferenza diplomatica di Ginevra (8-22 agosto 1864), venne poi sancita la neutralità delle strutture e del personale sanitario.

Ancora oggi dopo 160 anni i volontari della Croce Rossa si impegnano, in virtù dei sette principi fondanti, a sostenere i vulnerabili sia in ambito militare che in ambito civile. “Voglio ringraziarla per la sua opera quotidiana nel mettere al centro dell’agenda Internazionale la sua preoccupazione, che è anche la nostra, per i conflitti armati in corso e per la tragedia umanitaria a cui assistiamo” ha detto il presidente della Croce Rossa Italiana Rosario Valastro rivolgendosi al capo dello Stato Sergio Mattarella, che nel pomeriggio del 22 giugno ha dato di persona il via alla fiaccolata a Piazza Castello, Solferino, per onorare i 160 anni della Croce Rossa Italiana.

Nel frattempo, nella stessa giornata del 22 giugno, l’ufficio del Comitato Internazionale della Croce Rossa a Gaza è stato colpito da proiettili di grosso calibro in seguito a un bombardamento, il quale ha ucciso 25 persone e ne ha ferite almeno 50 , un evento che colpisce allo stomaco i principi stessi di questa associazione, è il caso di dire che “l’umanità si è fermata a Solferino.”

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