Società
Mario: da imprenditore a clochard a causa del gioco d’azzardo
Singhiozzando queste parole, Mario, 52 anni, ex imprenditore, descrive la sua situazione:
<<I soldi non sono la cosa peggiore che ho perso a causa della mia dipendenza, prima di loro ho perso la fiducia della mia famiglia e le relazioni con i miei amici>>
Mario nel 2010 aveva avviato un piccolo negozio di elettrodomestici in un quartiere periferico di Roma, tutto sembrava andare a gonfie vele all’inizio…
Singhiozzando queste parole, Mario, 52 anni, ex imprenditore, descrive la sua situazione: <<I soldi non sono la cosa peggiore che ho perso a causa della mia dipendenza, prima di loro ho perso la fiducia della mia famiglia e le relazioni con i miei amici>>
Mario nel 2010 aveva avviato un piccolo negozio di elettrodomestici in un quartiere periferico di Roma, tutto sembrava andare a gonfie vele all’inizio, poi problemi economici sempre più incalzanti e piccole vincite al super enalotto hanno creato una spirale di eventi che da lì a poco lo hanno costretto a chiudere la sua attività, a indebitarsi dapprima con la sua famiglia, con i suoi amici e infine con le banche; dopo aver ipotecato la sua casa, da circa 4 anni, il signor Mario vive dentro una roulotte con sua moglie ed è tuttora in attesa di una casa popolare che, a detta dell’ATER, dovrebbe essere assegnata a momenti.
<<Se qualcuno mi dava 20 euro, me li andavo a giocare immediatamente>> continua Mario, aspirando nervosamente la sua sigaretta.
<<Come è riuscito a smettere?>>
<<Sono in cura da un paio di anni presso il SERT di un ospedale romano, bisogna lavorare sul carattere, è un percorso lungo, e quando stai in mezzo alla strada è ancora più difficile, mia moglie mi è stata sempre vicino e per questo la ringrazio>>
<<Sua moglie ha sempre saputo che era affetto da ludopatia?>>
<<Assolutamente no, nemmeno i miei parenti, mentivo in continuazione su tutto, davo la colpa alle banche, poi quando i nodi sono venuti al pettine ho dovuto confessare. Prima che la casa fosse ipotecata sono riuscito a comprare questa roulotte usata, altrimenti a quest’ora vivremmo per strada>>
<<I vostri parenti e i vostri amici non vi hanno aiutato?>>
<<All’inizio si, poi quando le richieste di prestiti sono diventate sempre più frequenti piano piano tutti ci hanno chiuso le porte, molti hanno anche cambiato numero di telefono>>
Mario è uno dei tanti italiani finiti su strada a causa non solo della crisi, ma anche della ludopatia: gratta e vinci, ma anche lotto e superenalotto, slot machine e video poker.
Lo studio IPSAD (Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs) del 2017 condotto dal Cnr di Pisa segnala un incremento dei giocatori problematici: 400mila italiani colpiti da ludopatia registrati nel 2017 contro i 100mila registrati nel 2007; sono ben 17 milioni gli italiani (il 43% degli abitanti del nostro Paese) che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nella vita, a fare la parte del leone sono i gratta e vinci e le scommesse sportive.
Attraverso la legge di stabilità sono stati destinati dal fondo sanitario 50 milioni di euro per intervenire sulla patologia del gioco d’azzardo, tuttavia, non solo la patologia è in continuo aumento, ma la rete assistenziale allo stato attuale non è omogenea ed è variabile da regione a regione.
Il sito web http://www.giocaresponsabilmente.it raggruppa i professionisti dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze, oltre a catalogare servizi, suggerimenti e le organizzazioni sul territorio, sia pubbliche che private volte a contrastare il fenomeno della ludopatia.
http://www.giocaresponsabile.it/?fuseaction=ServiziTerritoriali
AUTORE DELL’ARTICOLO: Dott. Marco Matteoli, medico chirurgo, specialista in diagnostica per immagini e medico volontario della Croce Rossa Italiana. Attualmente studente di cooperazione internazionale e sviluppo presso l’università di Roma “Sapienza”.
Contact: marcomatteoli@email.it; http://lamedicinadellapoverta.com; http://facebook.com/lamedicinadellapoverta
Attualità
Violenza di genere: nasce un percorso formativo per insegnare ad evitarla
L’iniziativa Ebit presentata a Roma presso la Sala del Carroccio in Campidoglio
Obiettivo imparare a individuare episodi avvenuti sia tra le mura domestiche che sui luoghi di lavoro e garantire così assistenza alle vittime. Si rivolge ad una vasta platea, incluse le figure apicali delle aziende del terziario. Nel 2025 il catalogo formativo di Ebit Lazio, l’Ente bilaterale del Commercio istituito e gestito dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e da Confcommercio, si arricchirà infatti di un nuovo percorso di formazione interamente dedicato al contrasto alle violenze di genere.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Roma, presso la Sala del Carroccio in Campidoglio, alla presenza di Guido Lazzarelli e Vittorio Pezzotti, presidente e vicepresidente Ebit Lazio, Simona Petrozzi, presidente Terziario Donna Confcommercio Roma, Romolo Guasco, direttore Confcommercio Roma, Alessandra Pelliccia, segretaria generale Filcams Cgil Roma e Lazio, Giulia Falcucci componente Segreteria Fisascat Cisl Roma e Lazio in sostituzione di Stefano Diociaiuti, Alessandro Maria Contucci e Roberta Valenti, rispettivamente segretario generale e componente di segreteria Uiltucs di Roma e Lazio, come parti socie di Ebit Lazio, e Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea Capitolina. Il progetto è nato grazie all’impegno di Terziario Donna Confcommercio Roma.
“Ogni anno – ha spiegato Guido Lazzarelli – il nostro Ente, grazie alla collaborazione con enti formatori accreditati alla Regione Lazio, offre numerosi corsi di formazione sui temi più disparati: dall’informatica alla sicurezza, dalle lingue al management. Dal 2025 si potenzierà con questo nuovo percorso sul contrasto alla violenza di genere che ci inorgoglisce particolarmente perché affronta un tema purtroppo attuale: i luoghi di lavoro rappresentano sia un ambiente a rischio-violenza che un contesto nel quale è possibile individuare campanelli d’allarme delle vittime di violenze subite in ambito domestico”, ha concluso il presidente dell’Ente Terziario Donna Confcommercio Roma e Promoter Confcommercio Roma quindi, insieme ad Ebit Lazio, ente bilaterale del terziario, distribuzione e servizi di Roma, hanno ideato e lanciato un corso di alta formazione per aziende e professionisti contro gli effetti della violenza domestica su donne e minori per migliorare il benessere aziendale, la produttività, la società: “Non dobbiamo abbassare la guardia, ma diventare sentinelle che vigilano su quanto ci accade intorno sia sul posto di lavoro che nell’ambito domestico – ha dichiarato Simona Petrozzi – anche perché è bene ricordare che non vi è parità finché ci sarà violenza di genere”. “Contrastare la violenza di genere è una responsabilità collettiva che coinvolge tutti, dalle istituzioni alle aziende, fino ai singoli cittadini”, ha affermato la presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli.
“Il progetto di formazione presentato da EBiT Lazio – ha aggiunto – è un passo fondamentale in questa direzione, poiché mira a sensibilizzare e formare non solo le vittime, ma anche coloro che possono prevenire e intervenire. L’impegno di EBiT Lazio nel coinvolgere il settore terziario e commerciale del Lazio è un segno importante di come anche il mondo del lavoro possa fare la sua parte. Questa iniziativa, che si concentra sulla formazione e sulla consapevolezza, rappresenta un modello replicabile per affrontare questo tema in modo concreto e strutturato, sensibilizzando su larga scala”, ha concluso la presidente dell’Assemblea capitolina.
In chiusura le rappresentanti delle 3 organizzazioni sindacali, Roberta Valenti, Giulia Falcucci e Alessandra Pelliccia, hanno messo in evidenza la necessità di fare rete e mettere in campo tutte le esperienze già attive al fine di potenziare e valorizzare l’efficacia di queste buone pratiche, chiedendo a Ebit Lazio di prendere in carico questo progetto di percorsi formativi ad hoc, ritenendo la formazione lo strumento cardine per combattere la violenza di genere.
Attualità
Vannetti confermato Tesoriere di Confartigianato nazionale
Il presidente di Arezzo Fiere e Congressi prosegue nel suo servizio a tutela delle Pmi
Il presidente di Arezzo Fiere e Congressi, Ferrer Vannetti, conferma il suo impegno nella rappresentanza imprenditoriale e sindacale nazionale. Nei giorni scorsi, a seguito della riassegnazione degli incarichi, è stato infatti confermato nella Giunta Nazionale di Confartigianato e nel ristretto board della Presidenza, costituito da sei dirigenti nazionali che affiancano il presidente Marco Granelli rieletto per acclamazione.
Ma soprattutto, all’interno dei ruoli della presidenza confederale, Vannetti ha ricevuto la conferma nel delicato e centrale ruolo di Tesoriere nazionale di Confartigianato. Un incarico di grande prestigio e responsabilità, che consente al leader di Arezzo Fiere e Congressi di mantenere e portare avanti il suo lavoro nel cuore pulsante della macchina organizzativa di una struttura di rilievo qual è la più grande Confederazione nazione degli artigiani italiani proseguendo comunque il suo costante impegno alla guida dell’Ente Fieristico aretino.
“Si tratta di un incarico rinnovato che accetto con serena soddisfazione – spiega lo stesso Vannetti – e con la consapevolezza della responsabilità che in questi anni ho potuto verificare che questo impegno porta con sé”. “Soddisfazione che viene anche – approfondisce Vannetti – dalla certezza di aver ottenuto la conferma nel ruolo non per un riconoscimento personale, ma per favorire una funzione fondamentale di servizio all’economia delle piccole e medie imprese”.
Società
Acconciature, la passione artistica diventa scelta quotidiana
Tra arte, moda e acconciature vi è un legame molto più stretto di quanto si pensi, e lo testimoniano addirittura gli affreschi egizi o le dame nei dipinti rinascimentali.
Lo testimonia anche la passione quotidiana di Cristina Caccavari, acconciatrice di Como “appassionata dei colori sin da quando ero piccola”. “Amavo il disegno – racconta – dipingevo, mi piaceva miscelare con le tempere e creato colori diversi. Poi quando ho iniziato questa attività con vari studi ovviamente, perché il metodo è alla base della colorazione, e vedevo che riuscivo a entrare in connessione con la clientela”. “Mi piace molto – spiega – ascoltare il desiderio della cliente, è in base a tutto ciò che riguarda la fisionomia e incarnato riesco a visualizzare il colore che più le sta meglio: strada facendo il colore per me è diventato essenziale per poter esaltare personalità della cliente stessa”. Tornando alla parte più artistica, Cristina spiega ancora che “mi piace miscelare i colori insieme, che non devono essere tutti uguali, ognuno è diverso e non a tutti va bene la stessa cosa, il nostro mestiere non si fa in serie. Ma il mestiere sta cambiando molto, ad esempio per l’ultimo dell’anno non è più come una volta, che si iniziava a lavorare alle 6 per fare tutte le acconciature, mentre oggi si festeggia più in casa, oppure magari in vacanza in montagna e non si fanno fare più acconciature dedicate”.
Per il futuro? “Nel 2025 la novità sarà il bellissimo caschetto parigino, ma andrà anche il bob asimmetrico, andranno i tagli mixi e spettinati, frange e maxi ciuffi, righe definite, con cignon bassi ed eleganti o code alte e tirate. Per i colori andranno i castani, però c’è un po’ di tutto, c’è da sbizzarrirsi”. “A gennaio faremo i corsi per le novità primavera estate – conclude – bisogna essere sempre un passo avanti alle stagioni. Anni fa feci il corso con Carla Gozzi, consulente di immagine, perché nella moda bisogna sempre prepararsi, e sempre un anno prima per quello dopo. E poi bisogna saper osservare quello che propongono gli stilisti di abiti per capire cosa dobbiamo fare no. Poi la gente, il rapporto con la gente aiuta molto. Dalla Gozzi ho imparato che bisognerebbe andare nelle varie città e sederci in una piazza, e osservare, da lì poi si prende spunto per tutto”.
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