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Benessere

La salute è ancora un diritto per tutti? (parte seconda)

Monica Splendori

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Come si evolve il concetto di salute globale e del singolo nel nuovo millennio

Studi fatti hanno portato alla luce come molte patologie trasmissibili e non (malattie croniche) siano molto distanti dal sistema sanitario e dalla realtà locale…

Come si evolve il concetto di salute globale e del singolo nel nuovo millennio

Studi fatti hanno portato alla luce come molte patologie trasmissibili e non (malattie croniche) siano molto distanti dal sistema sanitario e dalla realtà locale. Quindi, le decisioni politiche in senso lato, di legislazione internazionale, di stato sociale e di welfare, si fondano su analisi complesse e su interpretazioni a 360 gradi di fenomeni che altrimenti ci travolgerebbero.

Questi fenomeni sono i cambiamenti climatici, le migrazioni di uomini ed animali, il mercato globale, ma soprattutto le forti disuguaglianze ed iniquità che nella nostra società stanno fortemente aumentando con notevole impatto sulla salute.

La salute globale (global healt) rappresenta il nuovo paradigma per la salute e l’assistenza sanitaria (who, 1948-2008). Esso può essere applicato al campo della prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie, così come a quello della promozione della salute a livello individuale e/o di comunità. Secondo il paradigma della salute globale, nella salute sono rintracciabili molte disuguaglianze ovvero differenze ritenute ingiuste e causate da qualche forma di ingiustizia sociale.

La disuguaglianza si palesa nella disparità nella salute o nell’accesso all’assistenza sanitaria, che risultano da fattori strutturali ma rimediabili, quindi evitabili.

Il termine disuguaglianza ha una dimensione morale ed etica, riferendosi a differenze che sono evitabili e non necessarie oltre che inique ed ingiuste (Whitehead, 1991 et al., 2006). Il reddito e l’educazione si configurano come determinanti fondamentali per la salute.

La salute di una persona, secondo Dahlgren e Whitehead, dipende da una molteplicità di situazioni in cui si intersecano i diversi livelli di responsabilità: quella individuale, quella di una comunità, e quella sovranazionale.

Se le disuguaglianze sono degli individui, il ruolo dei sanitari e della comunità è quello di fornire le informazioni utili per favorire le scelte migliori, o intervenire per modificarle (Di Girolamo e De Martino, 2015).

Il concetto di One Medicine si sovrappone a quello di One Healt con la coniazione della definizione quale: la salute unica rappresenta lo sforzo di collaborazione multidisciplinare operante a livello locale, nazionale e mondiale, per raggiungere uno stato di salute ottimale per le persone ed, in generale, per il nostro ambiente.

Importante è capire anche come si relazionano la salute ed il mercato. In effetti, l’economia sanitaria, negli ultimi anni di crisi economica, si è occupata più di efficienza che di equità, secondo una logica sbagliata per cui si è cercato di spendere meno possibile per produrre più salute possibile a fronte di un aumento di spesa sanitaria in Europa.

L’aumento della spesa sanitaria pone il problema della sostenibilità fiscale a lungo termine dei sistemi sanitari, per cui in Italia le politiche di gestione della crisi hanno riguardato principalmente interventi sul personale, aumento dei ticket, tassazione dei redditi per finanziare i servizi.

L’Italia deve poter assicurare che i continui sforzi per contenere la spesa non intacchino la qualità dell’assistenza come principio fondamentale di governance. A livello regionale, devono essere concordati piani di miglioramento della qualità con obiettivi specifici (Ocse 2005).

Le politiche migliori per abbattere le disuguaglianze sociali sono state attuate nel Nord Europa. In Italia, i sistemi di tassazione locale, le imposte indirette, e quant’altro, sono invece promotori di iniquità.

Concludendo, i decisori politici hanno un ruolo essenziale nel determinare, con le loro scelte, lo stato di salute e la qualità della vita delle persone. La loro non è una sfida semplice rispetto ad un mondo globalizzato dove l’economia e la finanza la fanno da padroni.

Il processo di globalizzazione ha fortemente modificato molti aspetti della vita quotidiana delle persone e delle relazioni tra le persone trasformando il tutto.

Questa interdipendenza globale ha un impatto evidente sui determinanti della salute, e quindi sulle politiche nazionali ed internazionali messe in atto per la promozione e la tutela della salute (SNOP 2011) .

La globalizzazione ha apportato modifiche sulle regole economiche con la scomparsa delle barriere doganali; cambiamenti delle abitudini alimentari con l’aumento dei pasti consumati fuori casa e con l’incremento di consumazione dei cibi a lunga conservazione; cambiamento della composizione della popolazione, anziani e cronici; impressionante accelerazione della circolazione globale con difficoltà a conoscere la direzione ed i tempi dei loro movimenti.

Altri elementi importanti sono le migrazioni e le patologie correlate, i cambiamenti climatici, la salute degli ecosistemi, le malattie da vettore ed antibiotico resistenza. (…segue)

In una terra straniera, la storia della vita le segnò il cuore di donna bambina, e volle scrivere per lui. In questo modo ha potuto, voluto raccontare, per far sentire a chi fosse disposto ad ascoltare, quello che aveva vissuto, visto, fatto, assieme ad altri uomini donne, attraverso la sua voce. Monica Splendori è nata a Bussolengo (Verona) il 22/giugno/1964, laureata magistrale in scienze delle professioni sanitarie della riabilitazione e in scienze dei servizi giuridici a Verona

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Ambiente

Canarie, Tenerife: destinazione ecosostenibile ma non solo

Riconoscimento Unesco che inserisce quello dell’arcipelago nell’elenco dei cieli più puliti al mondo

Gloria Gualandi

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Lunghe passeggiate lungo le spiagge di sabbia bianca: a Tenerife, infatti, c’è la famosissima area marina di Teno-Rasca che si estende tra la costa sud e l’isola di La Gomera. Per chi ama guardare delfini e balene è un posto tra i migliori al mondo, dove si può poi sorseggiare un Barraquito, bevanda tradizionale delle Isole Canarie, molto popolare a Tenerife: una miscela di caffè, latte condensato, liquore tipico, schiuma di latte, scorza di limone e cannella in polvere.

Silvia Donatiello, rappresentante dell’Ente del Turismo di Gran Canaria in Italia, ha recentemente spiegato che “Le Canarie e Tenerife sono una destinazione eco sostenibile e per il 46% il territorio riserva il miglior clima del mondo… con una media di 23-24 gradi tutto l’anno”. Come è noto Tenerife è l’isola più grande delle Canarie e nonostante siano geograficamente situate nell’Oceano Atlantico, vicino al Marocco e al Sahara Occidentale, le Isole Canarie appartengono alla Spagna.

Nel dicembre 2021 Gran Canaria ha sottoscritto il compromesso delle Nazioni Unite 2030 sulla sostenibilità proponendosi di ridurre del 40% le emissioni di CO2, entro il 2030. “Recentemente – spiega ancora Donatiello – abbiamo ricevuto un riconoscimento come una delle 15 destinazioni migliori in Europa, per il più alto numero di strutture certificate sempre dalla biosfera. Siamo anche una destinazione starlight, altro titolo dell’Unesco, per i cieli più puliti al mondo”. C’è una discussione infinita su quale parte dell’isola sia più bella, settentrione o meridione, ma sia il Sud che il Nord hanno i loro vantaggi. Comunque ovunque si riscontra un clima temperato molto stabile e spiagge perfette per nuotare e prendere il sole. Tenerife poi offre praticamente tutto: appunto piacevoli spiagge, montagne da vivere e cibi e bevande autentici, deliziosi paesaggi e anche una vibrante cultura e una piacevole vita notturna tipica di tutte le Canarie.

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Benessere

I migliori anticancro: corretto stile di vita, screening e cura

Settimana nazionale per la Prevenzione in Oncologia. Al centro dell’attenzione le fasce sociali più deboli e svantaggiate

Redazione Foritalynews

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“L’obiettivo è quello di contribuire alla diffusione di una cultura della prevenzione, basata anzitutto sui controlli medici periodici, anche via screening, da non relegare all’occasionalità bensì da ripetere con la giusta periodicità, così come promuovere buone e più salutari pratiche di vita: non fumare, evitare gli alcolici, alimentarsi in maniera adeguata e secondo la giusta stagionalità, difendersi dalla sedentarietà con una regolare attività motoria adatta al proprio status psicofisico, riposare meglio e a sufficienza”. E’ quanto emerso dalla relazione del presidente Andrea Barbieri in occasione del convegno: “Prevenzione Oncologica: corretti stili di vita, Screening e Cura” celebrato in occasione della Settimana nazionale per la Prevenzione Oncologica, tenutosi la scorsa settimana presso il Centro Chirurgico Toscano di Arezzo, su indicazione organizzative di Lilt Italia diretta dal prof. Francesco Schittulli.

Il convegno s’è aperto appunto con l’intervento del presidente della Lilt Arezzo Andrea Barbieri, al quale è seguito quello di S.E. Mons. Franco Agostinelli, Correttore Nazionale Misericordie d’Italia , che ha colto l’occasione per ribadire l’auspicio che la prevenzione venga portata a permeare tutti i livelli sociali, in special modo quelli dei cosiddetti “ultimi”. Poi l’intervento di Assunta De Luca, Direttore Sanitario Usl Toscana Sud Est. I lavori sono stati coordinati da Stefano Tenti, presidente del Comitato Scientifico Lilt di Arezzo e direttore sanitario del Centro Chirurgico Toscano. Tra i presenti anche Alessia Valducci, presidente di Valpharma Group, noto gruppo farmaceutico del centro Italia, oltre alla vicepresidente Lilt Arezzo Sabina Rossi.

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Benessere

Prevenzione fattore chiave per la salute delle donne

Aversa (Lugano): non sono ancora abbastanza le donne che si sottopongono di propria iniziativa ai vari screening per cancro

Gloria Gualandi

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Nonostante la prevenzione sia un fattore chiave per la salvaguardia della salute femminile, la maggior parte delle donne non si sottopone spontaneamente a screening per cancro, malattie cardiache, diabete o malattie o infezioni sessualmente trasmissibili. Lo sostengono diversi studi di ricerca internazionale in ambito sanità. Lo conferma Giuseppe Aversa, direttore amministrativo di Studio Ginecologico luganese per la parte che gli compete, puramente statistica e gestionale.

Per esperienze vissute, lo stesso Aversa ha potuto constatare come la diagnosi precoce della malattia “costituisca una differenza fondamentale nella durata della vita e nella qualità della vita delle donne”. Quando devono scegliere tra l’assistenza sanitaria per sé stesse e la ricerca di un bene non prioritario, o addirittura godersi una vacanza, è probabile che diano la priorità alla seconda. In Svizzera fortunatamente, a partire dai 50 anni di vita, per le donne, è previsto uno screening mammografico gratuito ogni due anni, cosa fondamentale per la prevenzione (solo per il seno). “Quindi i politici, nel settore della sanità e della spesa pubblica, devono considerare l’assistenza preventiva come parte di un insieme multidimensionale e reciprocamente dipendente di fattori che dovrebbero essere affrontati insieme”.

Aversa – che ha lavorato per società multinazionali in campi molto diversi, dal trading al Family Office e appunto al settore medico sanitario dove opera attualmente – conferma che i dati raccolti si basano sull’indagine di diverse dimensioni interconnesse. I criteri considerati sono in linea con gli indicatori globali di salute e benessere individuatati dall’OMS come parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile”. I dati dimostrano però evidentemente come le donne spesso sottovalutino, per condizioni economiche e sociali difficili, la loro salute incorrendo poi in possibili gravi problemi.

Come qualsiasi medico specialista in materia potrebbe confermare, nel loro insieme possono determinare fino all’80% delle variazioni nelle aspettative di vita delle donne stesse, miglioramenti in alcune o in tutte le dimensioni comportano infatti maggiore aspettativa di vita alla nascita.

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