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Tempolibero

Il Veneto spera in un Natale “scacciacrisi”

Monica Splendori

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Atteso un notevole flusso turistico in particolare di stranieri attirati dalle tante iniziative e dalle bellezze del territorio         

Ecco il Natale, è alle porte. A Verona inizia con le bancarelle di Santa Lucia quindi prima del 13 dicembre per arrivare alle bancarelle di Natale e ai mercatini di Norimberga, fino a dopo l’epifania…

Atteso un notevole flusso turistico in particolare di stranieri attirati dalle tante iniziative e dalle bellezze del territorio      

   

Ecco il Natale, è alle porte. A Verona inizia con le bancarelle di Santa Lucia quindi prima del 13 dicembre per arrivare alle bancarelle di Natale e ai mercatini di Norimberga, fino a dopo l’epifania. Anche quest’anno come tutti gli anni, sono presenti in Arena i presepi di tutto il mondo, al teatro filarmonico e al Duomo musiche Natalizie con cori e musicisti di pregiato livello.

Questa festività a Verona e provincia, nonostante una percentuale di giovani ritenga più utile viaggiare è un’occasione, per la maggioranza della popolazione, di viverla in famiglia, un po’ per la crisi economica, ma soprattutto perché questo è un giorno in cui tutti sentono il bisogno, di ritrovarsi con i propri cari, per scambiarsi doni od affettuosità che nella vita frenetica dell’oggi non si riesce più a fare.

Un’iniziativa dettata dalla crisi, in un comune in Provincia di Verona, si chiama “Natale scacciacrisi”, con eventi nei negozi sfitti: il paese è Legnago e gli ideatori sono le associazioni di commercianti “Vivi Legnago”, casette e Portobello per richiamare più visitatori nel capoluogo della ‘bassa’ durante le festività natalizie. Tutto ciò, a fronte della trentina di serrande abbassate e vetrine con il cartello affittasi o vendesi. A corredo degli oltre 50 eventi, con l’accensione dell’abete in Piazza Garibaldi donato dal gruppo Tosano, l’associazione ha pensato di allestire locali lasciati vuoti in una “Ludoteca di Natale”: qui i genitori che vorranno fare shopping nei fine settimana potranno affidare a gruppi qualificati i loro bimbi, che potranno partecipare a laboratori dedicati.

Il Garda e i suoi paesi, gode invece di un notevole flusso turistico in particolare di stranieri, attirati dalla bellezza del lago, ma anche dai ristoranti ricercati, e fantastiche manifestazioni folcloristiche, su tutta la sponda Veronese del Benaco.

“Cucina Natalizia”

Secondo la tradizione la cena di Natale, detta la cena della vigilia non deve contenere carne, questa tradizione è diffusa maggiormente al sud dove il capitone è il piatto tipico. In altri cenoni vi si possono trovare i sette piatti di pesce; come dolce, soprattutto a Napoli, si usano molto gli struffoli: palline di pasta fritte e cosparse di miele. Al sud il cenone è molto sentito e lo si prepara nelle famiglie ancora nel pomeriggio. Tutti si riuniscono in una famiglia, mentre i bimbi giocano, gli adulti cucinano, in attesa della Santa Messa a mezzanotte dopo il cenone.

Nel Veneto la tradizione del cenone è poco vissuta se non dagli ultimi anni. Qui si festeggia il pranzo di Natale dopo la messa mattutina. Ci si riunisce a casa di un parente, solitamente il più anziano, e si prepara il pranzo, in questo caso a base di carne, il Lesso con la Peara’ e i tortellini in brodo, o il pasticcio di lasagne. Il dolce è il Pandoro tipico del Veneto, ma che ormai è presente in tutta Italia.

In una terra straniera, la storia della vita le segnò il cuore di donna bambina, e volle scrivere per lui. In questo modo ha potuto, voluto raccontare, per far sentire a chi fosse disposto ad ascoltare, quello che aveva vissuto, visto, fatto, assieme ad altri uomini donne, attraverso la sua voce. Monica Splendori è nata a Bussolengo (Verona) il 22/giugno/1964, laureata magistrale in scienze delle professioni sanitarie della riabilitazione e in scienze dei servizi giuridici a Verona

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Società

Allestimenti con i palloncini: professione creare felicità

Due artigiane dell’arte scelgono la missione di portare gioia nelle feste milanesi

Gloria Gualandi

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Allestimenti con i palloncini. Quindi lavorare sulla gioia, su feste e festeggiamenti, facendo spuntare spesso un sorriso o una risata convinta sul viso di un bambino. E’ la missione professionale e umana che hanno scelto Valeria Cacciato Insilla e Donatella Spadafora che, insieme, hanno realizzato un potentissimo connubio tra Sicilia (la prima) e Calabria (la seconda) che, innestato nell’efficientismo milanese, le ha portate a poter produrre eventi “magici”, riuscendo a dare spazio professionale alla loro vocazione artigianale e artistica.

“Tra noi – spiegano le due creatrici di felicità – si è instaurato subito un grande feeling e, scoprendo vicendevolmente la nostra creatività, abbiamo deciso di unire le nostre forze per realizzare il grande sogno che ci accomunava: utilizzare la nostra creatività per rendere felici gli altri”. “È stato così – approfondiscono Valeria e Donatella – che abbiamo deciso di seguire dei corsi e specializzarci professionalmente negli allestimenti con i palloncini: abbiamo fatto un percorso di studio che ci ha portato a crescere manualmente e professionalmente, arrivando a creare composizioni artigiane personalizzate al massimo”.

“Rendere magici – concludono – attraverso le nostre creazioni, i momenti speciali e più importanti dei nostri clienti è divenuto ben presto non solo il nostro lavoro, ma anche la nostra missione”.

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Cultura

“T’aggio voluto bene”

il nuovo singolo del producer endly in collaborazione con la cantante napo-nigeriana STE

Redazione Foritalynews

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T’aggio voluto bene” è il nuovo singolo targato endly che torna sulla scena dopo aver prodotto molti brani dell’ultimo album di Clementino e altri artisti del calibro di RNLA, dell’ucraino Achex e della band TheRivati. 

Il brano condiviso con la promessa della musica partenopea STE. La ventiseienne artista napoletana, nata a Lagos in Nigeria, cresciuta con una madre single e con l’affetto di una seconda famiglia di Napoli, incomincia a far parlare di sé grazie alla sua voce dall’anima soul.

“T’aggio voluto bene” è una “classica” canzone che parla di amore, ma non dell’amore idilliaco delle favole. STE canta, e pone l’accento, sull’amore illusorio, quello che lascia solo dolore e delusione.

La sua voce si sposa perfettamente con la produzione di Endly, creando un brano ricco di sentimento e sofferenza ma coinvolgente perché rimane impresso nella mente dell’ascoltatore per la sensibilità del testo e per il sound originale.

A volte nel cuore piove ma in questo caso è pioggia che pulisce e nutre. In “T’aggio vuluto bene” – ci racconta STE – il cuore urla le frustrazioni di un’amore finito, un’amore illusorio che ancora aspetta. Perché è facile convincere la mente ma il cuore resta cieco, resta speranzoso fino alla realizzazione che ha amato e che continuerà ad amare per andare avanti nella vita: perché alla fine anche dietro le nuvole c’è il sole.” “Fino ad oggi con la pubblicazione dei miei inediti continuo a raccontare i vari aspetti della mia vita e del mio carattere. Ma tutto ciò – conclude STE – non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di tutte le persone che hanno fatto parte della mia vita”.

Social net:
endlywww.instagram.com/endly.space 

Stehttps://www.instagram.com/oj_ste/

Credits:

Missato e masterizzato da Nello Gaudiello presso Drahte studio

Progetto grafico Max Castelli 

Prodotto da endly

Edizioni Fumo

Etichetta : endly & STE

www.hungrypromotion.it  tel. 3395840777 

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Tempolibero

Le mille e una danza

Danze orientali e fusion in scena al Nuovo Teatro san Paolo di Roma

Redazione Foritalynews

Pubblicato

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Venerdì 16 settembre ore 21:00, in scena al Nuovo Teatro san Paolo di Roma “Le Mille e una Danza”, spettacolo di danze orientali e fusion. Una performance ideata e presentata da Teresa di Sario e il gruppo di danze orientali “Al Farashat”. Prevista la partecipazione straordinaria della danzatrice e coreografa Rasha Neveen e le Negum & Abigail Narciso. Libero ingresso.

(info: fb Teresa Di Sario Danze Orientali – www.danzeorientali.net)

Teresa Di Sario MAESTRA – TECNICO FEDERALE DI DANZE ORIENTALI

Dal sito http://www.danzeorientali.net

La DANZA ORIENTALE, più comunemente conosciuta in Occidente come DANZA DEL VENTRE, negli ultimi anni si è fortunatamente spogliata di molti dei pregiudizi che l’ hanno accompagnata in passato, e si è riappropriata del suo significato più profondo, ovvero di una danza che agisce a livello MENTALE, EMOTIVO, SPIRITUALE, oltre che FISICO.

La DANZA ORIENTALE, infatti, favorisce la pace interiore, stimola la concentrazione e la consapevolezza di sé, trasforma le emozioni conferendo alla donna FEMMINILITA’, BELLEZZA, FIDUCIA e SICUREZZA IN SE STESSA.
A tutto ciò si aggiunge un rinnovato benessere a livello fisico in quanto questa danza stimola e riequilibra gli organi riproduttivi, favorisce la circolazione e una migliore ossigenazione dei polmoni attraverso una respirazione ritmica, promuove maggiore elasticità e flessibilità, rende le forme del corpo più femminili, allevia le tensioni alla nuca e alle spalle.

La DANZA ORIENTALE è aperta a TUTTE LE DONNE, indipendentemente dalla conformazione fisica e dall’età, proprio perché essa è una DANZA DEL FEMMINILE.  

Alla corte del principe di Birkasha arrivò una danzatrice con i suoi musicisti. E fu ammessa a corte e danzò alla presenza del principe, accompagnata dalla musica del liuto e del flauto e della cetra.
Eseguì la danza delle fiamme, e la danza delle lance e delle spade; la danza delle stelle e la danza dello spazio. Poi fu la volta della danza dei fiori nel vento. Si fermò infine davanti al trono del principe e si piegò dinanzi a lui in un inchino.
E il principe le ordinò di avvicinarsi, e le disse:”Bella fanciulla, figlia di grazia e diletto, da dove viene la tua arte? E come domini gli elementi dei tuoi ritmi e delle tue armonie?”
E la danzatrice s’inchinò di nuovo davanti al principe e rispose:”Potente e graziosa maestà, non so dare risposta a ciò che chiedi. Solo questo so: l’anima del filosofo dimora nella sua testa, l’anima del poeta nel suo cuore; l’anima del cantante è nella gola, ma l’anima della danzatrice dimora in tutto il suo corpo” – Kahil Gibran
 

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